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LOMBALGIA: PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE

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Tempo di lettura 3 minuti La lombalgia è una patologia molto frequente: la maggioranza delle persone ha avuto nella sua vita almeno un episodio di lombalgia.

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A cura della Dottoressa Marta Romagnoli – Fisioterapista

Per spiegare un problema così comune e diffuso come la lombalgia dobbiamo prima di tutto capire meglio l’anatomia della nostra colonna.
La colonna vertebrale è composta, dall’alto verso il basso, da 7 vertebre cervicali, 12 dorsali, 5 lombari , 5 sacrali (fuse tra loro), e un numero che varia da 2 a 5 coccigee (anche queste fuse in un unico osso).
Tra le principali cause di lombalgia abbiamo la mancata armonia delle fisiologiche curve della colonna che sono la lordosi cervicale, la cifosi dorsale e la lordosi lombare. Queste, infatti, conferiscono elasticità e resistenza alla colonna e la loro presenza determina il “giusto” lavoro di ogni singola vertebra. Quando una singola vertebra o un gruppo di vertebre non è inserito nella corretta postura della colonna, andiamo incontro a disfunzioni che possono interessare le faccette articolari e/o il disco intervertebrale. Il tratto lombare e quello cervicale, essendo i più mobili, sono quelli più comunemente colpiti da patologie; infatti, proprio perché più mobili, tendono a “compensare” e fare il lavoro che dovrebbero fare altre zone del corpo. Nel caso delle lombari non è raro trovare come causa del problema, un dorso particolarmente bloccato o un deficit all’arto inferiore che ci ha portato a sovraccaricare la colonna lombare.
La lombalgia è una patologia molto frequente: la maggioranza delle persone ha avuto nella sua vita almeno un episodio di lombalgia. Questa può insorgere in modo acuto (dolore improvviso che si protrae per più giorni e che tende a risolversi) o cronico (dolore che insorge piano piano, in maniera subdola, e che tende a recidivare). I sintomi sono: dolore nella parte bassa della schiena, spontaneo e accentuato dai movimenti; contrattura delle masse muscolari della zona lombare; rigidità del tronco.
La lombalgia, se non curata, può degenerare in lombosciatalgia. Il nucleo polposo del disco, per le continue sollecitazioni, comincia ad uscire e a farsi strada attraverso l'anello fibroso: si parla di protusione discale. Il disco, quando esce dalla sua sede, può comprimere le radici dei nervi, provocando dolore e formicolii lungo varie zone dell’arto inferiore (diverse in base a quale nervo è stato compromesso) fino ad arrivare (nel caso dell’ernia espulsa) a deficit della forza muscolare.
Durante la vita quotidiana spesso assumiamo posizioni e facciamo movimenti che non fanno altro che sovraccaricare ulteriormente il nostro povero tratto lombare.
Qui di seguito vediamo delle semplici regole da tenere in alcune situazioni per prevenire la comparsa della lombalgia:

1) non state in piedi con la schiena in iperlordosi (pancia in fuori) e le ginocchia iperestese, in quanto ciò concentra il peso del corpo sulla parte bassa della schiena;
può essere un ottimo esercizio, invece, piegare prima un ginocchio e poi l’altro, divaricare le gambe più o meno a larghezza spalle, muovere il baricentro finché il peso è distribuito ugualmente sia a destra che a sinistra;

2) se dovete stare in piedi per lungo tempo, appoggiate un piede su di uno sgabello per tenere dritta ed appiattita la parte bassa della schiena;

3) quando state seduti, attenti a non sedervi sull’osso sacro con il dorso flesso, le spalle in avanti e la testa flessa, ma sedetevi con il bacino ruotato in avanti appoggiati sulle tuberosità ischiatiche (le ossa che sentite al centro dei vostri glutei), in modo che la colonna assuma da sola una posizione corretta e non faticosa;

4) non sollevate mai nulla di pesante con le gambe dritte e flettendo la schiena, ma piegate le ginocchia e le anche in avanti, in modo da evitare tensioni nella zona lombare;

5) imparate a mettervi in piedi in maniera corretta:
– Prima si portano i piedi verso la sedia (i talloni sono in linea con le gambe anteriori della sedia).
 – Poi si piega in avanti il busto (e la testa) lasciando liberamente pendere le braccia, si sposta il baricentro dall'appoggio sopra le ossa ischiatiche all'appoggio sopra i piedi. Si sente che la pressione sui glutei diminuisce e sui piedi aumenta.
– Quando il peso appoggia completamente sui piedi, si manda in estensione caviglie, ginocchia, anca e busto erigendosi e lasciando penzolare le braccia liberamente.

Per mettervi seduti in maniera corretta dovrete fare esattamente il contrario.

Queste norme sono per lo più sufficienti a prevenire infortuni o sindromi dolorose a carico della schiena. Se invece la lombalgia si è già insediata, non vi rimane che contattare una brava fisioterapista!

 

Dott.ssa Marta  Romagnoli

Fisioterapista

Cell. 3281792352

 

Mail info@cpcr.it

 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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