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Cronaca

LIVORNO, REAL ESTATE MIKE: SEQUESTRI IMMOBILIARI PER 4 MILIONI DI EURO

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Tempo di lettura 4 minuti Il 69enne Michelangelo FEDELE, pregiudicato residente a Castagneto Carducci, ritenuto responsabile del reato di usura, abusivo esercizio di attività finanziaria e truffa aggravata.

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Redazione

Livorno – Una brillante operazione condotta dal Procuratore della Repubblica Francesco De Leo. Dalle prime ore di questa mattina è in corso un’operazione di polizia giudiziaria diretta dalla Procura di Livorno (PM: Masini e Ciavattini) e condotta, congiuntamente, dai militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del capoluogo labronico contro il reato di usura.

       L’attività investigativa, denominata convenzionalmente “REAL ESTATE – MIKE”, vede impegnati oltre 50 militari del Nucleo di Polizia Tributaria della G.d.F e del Nucleo Investigativo dei Carabinieri ed è rivolta contro il 69enne Michelangelo FEDELE, pregiudicato residente a Castagneto Carducci, ritenuto responsabile del reato di usura, abusivo esercizio di attività finanziaria e truffa aggravata.

       35 militari della Guardia di Finanza di Livorno hanno proceduto al sequestro preventivo – emesso dal G.I.P. Trovato – di 35 unità immobiliari, di cui n. 16 appartamenti, n. 5 appezzamenti di terreno agricolo, n. 1 terreno adibito a stazione di servizio, n. 8 autorimesse, n. 2 magazzini, n. 1 fabbricato ad uso industriale e n. 2 immobili ad uso corte. Gli stessi militari hanno eseguito nei confronti dello stesso soggetto, della moglie e dei figli anche un provvedimento di sequestro delle disponibilità finanziarie depositate su conti correnti e sui dossier titoli, considerate proventi del reato di usura.

       Le unità immobiliari sottoposte a misura cautelare reale dalla Guardia di Finanza sono ubicate nei Comuni di Livorno (n. 1), Castagneto Carducci (n. 19), San Vincenzo (n. 3), Cecina (n. 6) e Campiglia Marittima (n. 6).

       Si tratta di beni immobili acquisiti, tra il 2005 e il 2012, dal FEDELE attraverso compravendite o mediante aggiudicazione all’asta, utilizzando disponibilità finanziarie di  dubbia provenienza lecita, intestati o cointestati, in alcuni casi, solo formalmente alla moglie e ai tre figli. Questi ultimi, ormai non più appartenenti al nucleo familiare del soggetto, risultano aver effettuano acquisizioni immobiliari di ingente valore per conto del padre, pur non avendo mai dichiarato redditi oppure avendo percepito entrate di modesta entità.

       Caratteristica comune a tutte le transazioni immobiliari è stata la loro definizione con assegni bancari o circolari, senza mai ricorrere all’accensione di mutui ipotecari o a finanziamenti di qualsiasi genere. Tale particolarità ha denotato una “facilità” di reperimento di risorse finanziarie da parte del FEDELE.

       Dalle indagini patrimoniali sviluppate dai militari della Guardia di Finanza nell’arco di quattro mesi è emersa un’operatività sui conti correnti e i dossier titoli continuativa nel tempo, basata su un intenso ricorso al contante, sull’utilizzo anomalo dell’assegno e su continui investimenti in strumenti finanziari. Ad esempio, in otto anni, tra il 2005 e il 2013 sono stati accertati prelevamenti e versamenti di denaro contante per complessivi 1,6 milioni di euro, nonché la richiesta di emissione di assegni circolari con regolamento in contanti per 800 mila euro.

       Le movimentazioni dei conti sono risultate, quindi, sovradimensionate rispetto al profilo economico del FEDELE che ufficialmente gestisce dal 2000 un’attività agricola tramite una ditta individuale, ma esercita di fatto un’attività di mediazione immobiliare per i suoi fini illeciti. Tali anomalie sono emerse anche dall'approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette trasmesse da intermediari bancari locali, nonché dalle recenti indagini condotte dall’Autorità Giudiziaria della Repubblica di San Marino.

       Sulla base di tale quadro complessivo, la Guardia di Finanza ha accertato un’evidente e sistematica sproporzione tra le entrate e le uscite, chiari indici di disponibilità di origine illegale.

       Tra gli immobili sottoposti a sequestro rientrano:

–     un immobile con annesso terreno dalla superficie di 16.000 mq sito nel Comune di Cecina, acquisito all’asta, il cui valore venale medio si attesta intorno ai 500.000 euro, di gran lunga superiore al valore di acquisizione;

–     un capannone industriale nel medesimo Comune, acquisito all’asta, il cui valore di mercato può toccare i 400.000 euro;

–     un appartamento con annesso garage, sito nel centro storico di Campiglia Marittima, dal valore di 250.000 euro;

–     unità immobiliari, con annesso terreno di 1.800 mq, ubicate nelle campagne  di Castagneto Carducci, dal valore medio di circa 700.000 euro, acquisito dal FEDELE nel 2009 per 180.000 euro.

            Nel complesso le unità immobiliari sequestrate hanno un valore di circa 4 milioni di euro.

 

            Gli immobili sono stati affidati ad un amministratore giudiziario che riscuoterà per conto dello Stato il canone degli affitti finora percepiti dalla famiglia FEDELE.

 

            Parallelamente, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Livorno, coadiuvati dai colleghi di Cecina e Piombino, hanno eseguito la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Livorno nei confronti dello stesso FEDELE e la misura interdittiva con divieto di esercizio della professione per due mesi nei confronti di M. C., avvocato 41enne di Piombino.

            L’attività di indagine iniziata circa un anno fa e portata avanti dai militari dell’Arma ha consentito di accertare le responsabilità a carico del FEDELE per il reato di usura. L’uomo, infatti, usava prestare denaro “a strozzo” a tassi usurai (solitamente pari al 100%) attraverso un meccanismo consolidato e solo apparentemente lecito.

            I prestiti di denaro erano di fatto dissimulati con preliminari di vendita di uno o più immobili di proprietà dello stesso richiedente il prestito, facendo figurare la somma prestata come caparra ma prevedendo la restituzione del denaro da parte dell’usurato sotto forma del doppio della caparra, oppure inserendo una penale come clausola dell’eventuale recesso. Gli effetti dei prestiti usurai venivano di fatto aggravati dal FEDELE dalla indicazione, nel preliminare di vendita dell’immobile dell’usurato, di un prezzo di gran lunga inferiore (solitamente pari alla metà) al valore reale di mercato. Ciò costringeva la vittima a corrispondere un interesse usuraio pari al doppio della caparra o pari alla penale elevata  per non perdere la disponibilità dell’immobile. Nella maggior parte dei casi le vittime, non riuscendo a restituire il prestito entro i termini, finivano con il perdere la proprietà della loro abitazione che veniva, pertanto, acquisita dal FEDELE ed intestata agli altri componenti della propria famiglia.

            L’avvocato M. C. è stato ritenuto responsabile dei reati di truffa, ricettazione e falsità materiale in atti pubblici. L’uomo, infatti, avrebbe contraffatto una serie di atti pubblici (in particolare atti di pignoramento) ed acquistato timbri contraffatti riproducenti i sigilli del Tribunale di Livorno e gruppi firma di funzionari ed impiegati dello Stato.

            I militari dell’Arma hanno, inoltre, dato esecuzione ad una serie di perquisizioni, tutt’ora in atto, presso le abitazioni in uso al FEDELE ed ai sui familiari. 

 

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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