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Cronaca

LIVORNO, "MADRE RUSSIA": SCOPERTA MAXI FRODE FISCALE

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Tempo di lettura 3 minuti Funzioni di società "schermo" nei confronti del fisco italiano, al fine di celare la reale proprietà di "Villa P."

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Accertata la "esterovestizione" della "L. D. Srl", società formalmente con sede nel Principato di Monaco, la quale ha operato in Italia, per conto di noti marchi di alta moda nazionali, come agente di commercio e, marginalmente, di grossista, a favore del mercato russo ed est europeo in genere, omettendo ogni dichiarazione fiscale, in virtù del suo fittizio stato di società estera, non dichiarando ricavi pari a circa € 18.650.000 (a fronte di costi sostenuti per oltre 4 milioni) con una evasione di imposte sui redditi di €. 3.645.000.

Redazione

Livorno – A conclusione di lunghe indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Livorno hanno dato esecuzione ad un provvedimento giudiziario emesso dal Tribunale di Livorno, con il quale è stato disposto il sequestro preventivo "per equivalente" di Villa P., nella misura del 50%.
Le indagini, coordinate dal Sost. Proc. Dr. Luca Masini, sono state condotte dal dipendente Nucleo di Polizia Tributaria in sinergia con l'Ufficio Antifrode della Direzione Regionale delle Entrate di Firenze, ricollegandosi anche a pregresse attività di verifica svolte dagli Uffici Finanziari.
L'inchiesta è partita oltre un anno fa, con l'esecuzione di perquisizioni presso la predetta Villa e nella città di Milano, e ha consentito di accertare la "esterovestizione" della "L. D. Srl", società formalmente con sede nel Principato di Monaco, la quale ha operato in Italia, per conto di noti marchi di alta moda nazionali, come agente di commercio e, marginalmente, di grossista, a favore del mercato russo ed est europeo in genere, omettendo ogni dichiarazione fiscale, in virtù del suo fittizio stato di società estera, non dichiarando ricavi pari a circa € 18.650.000 (a fronte di costi sostenuti per oltre 4 milioni) con una evasione di imposte sui redditi di €. 3.645.000.
In relazione all'evasione attuata sono indagati "C.B." in qualità di formale amministratore della società esterovestita e "G.L." in qualità di amministratore di fatto. Entrambi hanno gestito la "L. D. Srl", tra il 2006 e il 2014, senza versare alcuna imposta sui redditi per l'attività svolta.
Si è appurato, in particolare, che i rapporti intrattenuti sia con le imprese titolari dei marchi di moda italiani che con gli acquirenti dei capi di vestiario, prevalentemente commercianti dell'Est Europa ed in particolare della Federazione Russa, erano stati tutti posti in essere nel territorio nazionale, presso le sedi delle società fornitrici e presso gli show-room messi a disposizione della società esterovestita dalle stesse case di moda, dislocati prevalentemente nella città di Milano.
La società "L. D. Srl" era di fatto una società italiana con la sede dell'amministrazione e l'oggetto principale dell'attività sul territorio nazionale e si era, conseguentemente, sottratta agli obblighi fiscali vigenti in Italia.
L'indagato "G.L.", dimorante ufficialmente a Livorno, presso la menzionata "Villa P.", nella quale è risultato di fatto domiciliato anche il coindagato "C.B.", è stato individuato quale amministratore di fatto della società esterovestita, pur non figurando in essa nemmeno come dipendente.
Al fine di ricercare beni atti a garantire il pagamento delle imposte evase, delle sanzioni e degli interessi dovuti, pari a ben €. 8.321.000, sono state inoltre svolte complesse indagini patrimoniali, in esito alle quali si è acclarato che "Villa P.", ancorché formalmente di proprietà di una società immobiliare avente sede anch'essa nel Principato di Monaco, la "P. C. Sarl", ubicata presso lo stesso indirizzo della "L. D. Sarl", era a sua volta "esterovestita" poiché, di fatto, riconducibile agli indagati.
In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare che le trattative finalizzate all'acquisto, da parte degli indagati, del complesso immobiliare, sono intercorse tra la parte venditrice e "G.L.", con il versamento di una cospicua caparra.
Successivamente, all'atto dell'acquisto, avvenuto nel 2006, è subentrata la "P. C. Sarl", all'epoca dei fatti amministrata dal coindagato "C.B"..
Quest'ultima società ha quindi svolto a favore degli indagati, di fatto, funzioni di società "schermo" nei confronti del fisco italiano, al fine di celare la reale proprietà di "Villa P.". In merito, il Tribunale di Livorno addiveniva all'adozione del provvedimento di sequestro dopo un articolato iter giudiziario, avviato nell'agosto 2013, con la richiesta di sequestro avanzata dal P.M. titolare delle indagini al GIP di Livorno, e conclusosi, dopo ulteriori passaggi che hanno interessato anche la Corte di Cassazione, con l'ordinanza del Tribunale di Livorno con la quale, in data 30 maggio u.s., è stato disposto il sequestro preventivo "per equivalente" di un patrimonio, pari alla metà di "Villa P.", in ragione del fatto che la società monegasca formalmente proprietaria del complesso immobiliare è posseduta da uno degli indagati proprio in tale misura.

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Cronaca

Incendio nel Materano, morti due vigili del fuoco, “Volevano salvare una famiglia”

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 “Volevano salvare una famiglia, la cui abitazione era messa in pericolo dalle fiamme.

Ma sono caduti in un dirupo e sono stati avvolti dalle fiamme”.

Sono le parole del sindaco di Nova Siri (Matera), Antonello Mele, riferendosi alla morte di due vigili del fuoco in contrada Cozzuolo.

Secondo quanto si è appreso, entrambi avevano 45 anni ed erano in Matera.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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