L'Italia va a buone donne

 
di Roberto Ragone
 
Tutte le prime pagine dei giornali di venerdì hanno aperto sulla giunta capitolina della sindaca Raggi, per molti arrivata alla frutta. Era prevedibile che l'esca avvelenata fosse stata preparata dal PD renziano, – ricordate la Taverna quando disse che c'era un 'complotto' per far vincere il M5S? – e ogni giorno i Piddini di Renzi tornano alla carica per buttare giù a spallate una sindaca eletta dal popolo di Roma con un risultato plebiscitario, un risultato che ha detto chiaramente che il PD non era più gradito. Di fronte all'alternativa di una sconfitta di misura, il PD ha deciso che se avessero vinto i Cinquestelle, sarebbe stato facile dimostrare l'inefficienza di una politica 'non convenzionale', sconfiggendoli a posteriori, e questo stanno  tentando di fare. Spalleggiati dai ‘soliti noti’, cioè gli organi di informazione che ormai , in alcuni casi mettendo da parte ogni etica professionale, sono solo un servizio a Renzi e alla sua compagine, gli oppositori del M5S si scatenano ogni giorno contro chi alla fine ha voluto prendere in carico la città più difficile in assoluto, Roma, per cercare di scrostare le concrezioni ultratrentennali di clientele, favoritismi, deficit stellari, mazzette, appalti, disservizi, consulenze superpagate, e chi più ne ha più ne metta.
 
Criticati i 'superstipendi' della giunta Raggi, che in complessivo non superano il milione di euro, nessuno cita quelli delle amministrazioni Alemanno e Marino, circa cinque volte tanto.  Bisogna dire che le dimissioni da varie cariche pubbliche danno l’impressione dei sorci che scappano quando la nave affonda. È arrivato il castigamatti, e noi ‘ci diamo’, come si dice a Roma. Anche perché non sappiamo come la pensa, ma sappiamo, per averlo sentito proclamare in lungo e in largo nelle piazze, che non è possibile fare accordi con i Cinquestelle. Perciò, come diceva un personaggio della commedia di De Filippo ‘Miseria e Nobiltà’, se non trovi ciò che ti serve, ‘desisti’.
 
L’unico quotidiano che il 2 settembre, è uscito con un titolo un po’ più obiettivo, è ‘Il Fatto’, che parla di una sindaca dimezzata, un titolo che ricorda un racconto di Italo Calvino e ridà un po’ di decoro a tutti quelli che parlano di catastrofe imminente. Non è così. Sapevamo tutti che l’impegno a Roma non sarebbe stato una passeggiata, soprattutto per Virginia Raggi, definita ‘bambolina imbambolata’ dal governatore De Luca, personaggio molto chiacchierato e voluto a tutti i costi da Renzi in persona, vai a capire tu perché. Il sindaco è un incarico che  dovrebbe essere considerato avulso dai giochi politici. I sindaci sono degli amministratori, e vanno giudicati soltanto per ciò che fanno, bene o male. Se tu sei all’opposizione in Comune, e vuoi bene alla tua città – come Giachetti ha più volte dichiarato prima dell’elezione della Raggi – , dovresti sentire l’obbligo di appoggiare le iniziative volte al suo benessere, alla soluzione di problemi antichi.
 
Purtroppo, il ‘tanto peggio tanto meglio’ è la politica corrente di questa opposizione. Oggi ‘Il Giornale’, riferendosi ai Cinquestelle,  parla di antipolitica, con la quale non si governerebbe: bene, se la politica è quella che conosciamo tutti, fatta di intrallazzi, combine sottobanco, voti di scambio, ripetuti ricorsi alla fiducia in Parlamento – pratica criticatissima quando era al governo Berlusconi, ma consuetudinaria con Renzi, senza il minimo fiato contrario – , riforme costituzionali non sincere, referendum popolari ignorati o pilotati, sprechi di denaro pubblico, eccetera eccetera, meglio un comportamento che se ne discosti. Oppure vogliamo continuare a tener bordone ai corrotti, ai lobbisti, a tutti coloro che della politica italiana e dei suoi introiti hanno fatto una mangiatoia? Intanto a Catania, alla Festa nazionale dell’Unità, il viceministro Faraone – quello che l'altro giorno in TV difendeva il jobs act, noto fallimento del governo Renzi, contro Landini che  rilevava che tra l’altro l'eliminazione dell'art. 18 ha tolto garanzie ai lavoratori – è stato accolto al grido di ‘vergogna’. 'Buonascuola addio', titola sempre ‘Il Fatto’. E pensare che Faraone, pur occupandosi di scuola, non ha mai terminato gli studi. Ma si sa, anche il Ministro della Salute Lorenzin ha ‘soltanto’ la maturità classica, eppure comanda tutto l’apparato sanitario nazionale, senza avere, per esempio, una laurea in medicina. Intanto il quotidiano ‘Libero’ titola con un sondaggio di Mannheimer che da’ ragione al cuore populista degli Italiani: no migranti, soldi agli Italiani invece che a quelli che arrivano con i barconi, fallimento del jobs act, no all’Islam che secondo la maggioranza dei nostri non ha nessuna voglia di integrarsi, ma di far integrare noi ai loro precetti.
 
Dal 'Giornale' apprendiamo ciò che sospettavamo, cioè che verosimilmente le tante donne che arrivano con i barconi – pare violentate dagli scafisti – sono incinte per un disegno preordinato di islamizzazione dell’italia, sfruttando il famigerato disegno della Boldrini, lo ‘Ius Soli’, per cui diventerebbero automaticamente cittadini italiani tutti i neonati partoriti sulla nave o sulla banchina del porto. Intanto il tanto temuto disastro economico del Regno Unito non c’è stato: anzi, dopo la dichiarazione della Brexit, ancora prima che essa sia messa in atto,  il PIL dell’UK è cresciuto dello 0,6%, contro lo 0,3% della media dell'UE e appena lo 0,1% dell’Italia, neanche l’inflazione.
 
Un altro titolo su 'Libero' riporta una dichiarazione dell’UBS, Union Banque Suisse: ‘Un vaffa all’UE e siamo decollati’. Sintomatico. Falso che uscire dall’UE e dall’euro sarebbe impossibile e provocherebbe un disastro, anzi, sembra che sia la panacea per rimediare a tutti i problemi economici e finanziari della nazione e soprattutto dei suoi cittadini, come illustri e non foraggiati economisti si sgolano a dichiarare da anni. Il papa, da parte sua, parla di ecologia, dichiarando che bisogna salvaguardare la natura, e i giornali – carta e TV – danno grande risalto a queste dichiarazioni più che ovvie, che, se fatte da un privato cittadino, non susciterebbero che un’alzata di spalle, soprattutto da parte di quelli che dicono che gli ecologisti sono un pericolo per il progresso della nazione perchè impediscono le grandi opere. Peccato che prima di lui, qualche secolo fa, un altro personaggio l’abbia già detto, un po’ diversamente, ma il linguaggio cambia con il tempo. "Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche." La frase è di Toro Seduto, il grande capo indiano dei Sioux Hunkpapa, morto a cinquantanove anni nel 1890. Eppure quando si riferiva all'inquinamento e all'ultimo pesce non sapeva delle trivellazioni in Mediterraneo. Quando parlava dell'ultimo albero non conosceva la truffa della Xilella  – è dimostrato dai fatti che si può ovviare ai suoi guasti senza abbattere gli alberi, o almeno non tutti i 500.000 comandati dall'UE – ideata probabilmente per far passare il gasdotto TAP dalla Tunisia, da Kipoi a S.Foca, attraversando l'oasi incontaminata di Melendugno, zona umida e protetta, più tutti gli uliveti ricchi di alberi plurisecolari, per cui non occorrerebbe alcuna autorizzazione all'abbattimento. Nè sapeva dell'importazione dalla Tunisia di milioni di tonnellate di olio vecchio passato per extravergine di oliva, venduto sottocosto nella grande distribuzione (ordinanza europea), con il crollo della nostra produzione, principalmente quella pugliese. Le multinazionali non sopportano i diritti dei piccoli, nè le lungaggini burocratiche che comporterebbero. Loro si rivolgono direttamente al Consiglio Europeo, tramite i loro 15.000 lobbisti che abitano stabilmente a Bruxelles, incaricati di indirizzare le scelte dei parlamentari. Quando parlava di banche, Sitting Bull non conosceva Monti, Prodi, Renzi, il MPS, il decreto 'salvabanche', la JP Morgan, la Bilderberg, Rockfeller e Rotschild. Davvero un grande profeta. Peccato non averlo ascoltato.