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Editoriali

L'ITALIA UMANA E IMPRENDITORIALE COLPITA A DACCA, UN ABOMINIO SENZA FINE

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Tempo di lettura 3 minuti La matassa appare troppo ingarbugliata, lo si percepisce anche dai visi incupiti e sguardi persi di una Italia che si sveglia fragile e vulnerabile

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di Paolino Canzoneri

Eppure questa volta sembra diverso. L'ennesima strage per mano delle solite cellule isolate jihidaiste dell'isis ancora una volta scopre un mondo impreparato a poche ore dall'assalto all'aeroporto di Istanbul, nel Bangla Desh precisamente nella città di Dacca all'Hotel Artisan Bakey in un quartiere prevalentemente diplomatico e ritenuto sicuro; un nuovo assalto ha mietuto 29 vittime fra cui 10 italiani, dicasi dieci perchè una vittima era incinta, colti di sopresa mentre stavano cenando tranquillamente. Si sente nell'aria un forte disagio, una sensazione d'essere colpiti in prima persona senza nessuno scrupolo; sono stati trucidati civili che rappresentavano l'ingegno imprenditoriale italiano per ragioni cosi lontane dalle nostre comprensioni anche religiose vissute da noi in un modo totalmente diverso. La matassa appare troppo ingarbugliata, lo si percepisce anche dai visi incupiti e sguardi persi di una Italia che si sveglia fragile e vulnerabile costretta suo malgrado a sforzarsi per l'ennesima volta a inghiottire l'ennesimo boccone amaro nella disperata necessità umana di andare avanti. Le certezze sono poche e questi gruppi organizzati di musulmani jihdaisti colpiscono in modo sparso e improvviso contro gli stati "infedeli" fra cui Francia e Regno Unito che con intensi borbandamenti nelle loro postazioni strategiche in alcune zone della Siria, sembra che ne stiano provocando una evidente arretramento del Califfato nella sua corsa all'espansione territoriale. I punti di forza di queste scellerate e medievali forze omicide trovano vantaggi impressionanti dalla scarsa cooperazione delle varie intelligence dei paesi europei e non solo, la mancanza di seria cooperazione scambio e condivisione di informazioni vitali riducono l'efficenza dei risultati nonostante molti focolai e molti giovani pronti all'azione sono scoperti e tratti in arresto prima di compiere le loro azioni di sangue. Eppure pochi mesi fa una notizia eclatante aveva fatto il giro del mondo poichè giornali e televisioni parlavano dell'incredibile ritrovamento di un database con centinaia e centinaia di nomi di iscritti all'organizzazione, luoghi di addestramento jihdaista e caratteristiche varie con indirizzi di ogni tipo; notizia che lasciava sperare in una palese inversione di tendenza con arresti che invece non si sono decuplicati come ci si poteva e doveva aspettare. La notizia, sparita dai giornali e dai telegiornali, sembra essersi rivelata una notizia falsa, poichè nessuna conferma è emersa. Ulteriore aggravante l'assoluta mancanza di una gerarchia nella religione musulmana, l'assenza di un esponente autoritario che rappresenti come per il Santo Padre nella religione cattolica, una voce assoluta che prenda le distanze da atti cosi terribili con scomuniche plateali cosi come risulta intollerabile la mancanza di piazze traboccanti di fedeli islamici contrari alle interpretazioni sanguinarie jihdaiste che dovrebbero mostrare e manifestare fortemente il loro dissenso e sdegno per il fraintendimento dei fondamenti della loro religione e che proprio per questa inaccettabile silente omertà dai contorni sempre più simili ad un pericolosa e vergognosa complicità che non farà altro che fomentare ancora di più l'indifferenza e diffidenza verso altre culture orientali. Le ragioni storiche del loro odio verso l'occidente reo di aver sterminato centinaia e centinaia di musulmani durante le crociate dall'anno 1000 per quasi trecento anni finalizzate più nel saccheggiamento che nella reale indottrinamento religioso non può rappresentare una ragione valida per un tracotante odio tramandato per tutti i secoli fino ad oggi. A perderci sarà sempre l'essere umano cosi debole nelle fragilità della propria mente facilmente manipolabile, capace di soprendente genialità nelle scoperte scentifiche ma anche ingegnoso e infame in trame diaboliche d'assoluto abominio. Ad Adele, Marco, Claudia, Nadia, Vincenzo, Maria, Christian, Claudio, Simona e la sua creatura in grembo, ognuno da una regione diversa d'Italia cosi come a tutte le vittime fino ad oggi resta per noi un debito nei loro confronti, un dovere assoluto di riuscire a concretizzare soluzioni efficaci lontane da frasi di rito impregnate di retorica arrogante e presuntuosa. Serve una decisa e fitta collaborazione fra le forze di intelligence degli stati, lo scambio e la condivisione di informazioni e la riduzione sempre più aspra di rapporti commerciali nonchè l'azzeramento di qualsiasi fornitura di armi potrà decretare un arresto importante del fenomeno senza che l'aggressione militare resti la classica affrettata risposta guidata più dalla rabbia che da una coscente e razionale soluzione ad un dramma apparentemente senza fine.

Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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