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6 anni faon
di Marco Mattei
Ho letto un post che recita come segue:
“SAPEVATE CHE….- L’italia occupa lo 0,5% della Terra, e ci vive lo 0,83% dell’umanità.- Le condizioni bio climatiche sono uniche al mondo e ciò permette alla penisola di essere la PRIMA nazione al mondo per biodiversità: 7.000 differenti vegetali, segue il Brasile con 3.000; 58.000 specie di animali, segue la Cina con 20.000; 1.800 vitigni spontanei da uva, segue la Francia con 200; 997 tipi di mele, in tutto il mondo ne esistono 1.227;140 tipi di grano, seguono gli USA con 6; – L’Italia possiede il 70% del patrimonio artistico e umano, il rimanente 30% è sparso in tutto il resto del PIANETA. SE SOLO NE FOSSIMO PIÙ ORGOGLIOSI E CONSAPEVOLI….”
Ovviamente non l’ho scritto io e neanche l’ho postato ma leggendolo mi sono determinato a scrivere e me ne scuso con chi avrà l’ardire di seguirmi fino in fondo, perché questo post, che ho poc’anzi riportato, mi ha reso orgoglioso della mia Italia ma al tempo stesso ha generato in me un’inquietudine legata ad una antica abitudine, la necessità di citare le fonti di ciò che si afferma.
Qualcuno potrà pensare che ho un approccio da disfattista ma vi assicuro che non è così.
Avendo una formazione medica per me è sempre stato più importante avere fonti affidabili che notizie legate a numeri esaltanti. Nella mia breve ricerca ho trovato dati e fonti (attendibili) che non hanno confermato nessuno dei numeri citati nel post.
Questo mi ha generato una grande delusione e una grande tristezza per il fatto di non poter poggiare su tali notizie il mio orgoglio Italico. Ma poi si è risvegliata in me un’antica convinzione che mi accompagna dai tempi del liceo. L’Italia è un paese meraviglioso, un paese con una storia che ci rende orgogliosi.
Discendiamo da uomini che hanno fatto la storia della filosofia, dell’arte del diritto, della scienza e che hanno contribuito con il loro ingegno e il loro coraggio a scrivere intere pagine dell’avventura umana.
Non ci sono abilità che non abbiano visto nostri connazionali eccellere, l’impero Romano, dal quale discende l’intero mondo occidentale, ha esteso i propri confini ben oltre ogni possibile concezione umana.
La Curia Romana ha esercitato una funzione di supplenza, nel buio medioevale (talvolta essendone proprio la causa), del potere temporale concedendo patenti di “italianità” a re e Imperatori.
L’Inghilterra per affrancarsi dal potere della Curia Romana ha dovuto affermare il potere spirituale in capo al proprio re, di fatto affermando ulteriormente la forza, negli anni bui, della Città di Roma e di una Curia che ha tratto la propria forza (non sempre orientata al bene) dalla collocazione geografica e dall’humus mistico della Città Eterna.
Il Rinascimento ha ulteriormente affermato che una nazione travagliata, frazionata e divisa in sette stati ha potuto competere e prevalere nel risveglio dell’umanità sotto il profilo artistico, culturale e filosofico.
Il ruolo dell’Italia negli ultimi secoli e spesso la sua stessa esistenza, come stato e popolo che condivide origine e storia comuni, è stato quasi sempre messo in dubbio anche da molti italiani.
Alla parola Patria per troppo tempo è stata imposto l’oblio. Eppure, come afferma lo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi, l’Imperatore Augusto è il Pater Patriae da oltre 2000 anni.
All’Imperatore romano si deve la forma unitaria che l’Italia assunse nel primo periodo imperiale, con la costituzione delle regioni che corrispondono grosso modo all’Italia odierna, (sotto Diocleziano si completò con l’inclusione della parte insulare). È lui che ha costruito l’Italia.
‘Iuravit in mea verba tota Italia sponte sua’ scrive nelle sue Res Gestae. Questo, a parere mio, è l’atto di nascita del nostro Paese.
La lungimiranza di Augusto si riflette anche nella comunicazione politica del tempo. Essa si manifesta nell’aver affidato a Virgilio l’incarico di scrivere un poema in cui vengono citati tutti i luoghi più importanti della penisola, l’Eneide prima descrizione mitologica delle origini dell’Italia.
Tutto questo rende inutile dover cercare numeri che non esistono per magnificare con la matematica questioni che sono nel nostro DNA, l’Italia è grande non perché il proprio patrimonio culturale è il 70% di quello mondiale (cosa probabilmente non vera e comunque indimostrabile) non lo è per una biodiversità certamente elevata ma non ai livelli descritti, l’Italia è grande perché ha contribuito in modo determinante all’affermarsi della civiltà occidentale.
L’Italia è stata la culla e la levatrice dei valori e del sapere del nostro mondo attuale. Sono certo che quanto affermato non potrà essere condiviso da tutti ma spero che rappresenti un momento di riflessione su un argomento spesso lasciato in un angolo buio della nostra memoria. L’’Italia è più di una nazione, è una civiltà.
Tra le fonti voglio solo rimandare al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO (la cosa più vicina ad una enumerazione del patrimonio culturale dei paesi del mondo) dove l’Italia è quasi certamente prima ma non con le percentuali descritte. Dal sito ufficiale dell’UNESCO
Per la biodiversità basta recarsi sul sito del dell’UNEP-WCMC per scoprire che anche qui i numeri sono un pochino eccessivi.L’Italia non rientra nemmeno nella lista stilata dal Centro di monitoraggio per la Conservazione della Natura (UNEP-WCMC), un’agenzia delle Nazioni Unite, dei 17 “Paesi megadiversi”, Paesi contenenti cioè la maggioranza delle specie viventi e pertanto considerati come i più ricchi di biodiversità del pianeta.
Infine voglio citare Demostene che metteva tutti noi in guardia già nel 323 a.c. “Niente è più facile che illudersi. Poiché l’uomo crede vero ciò che egli stesso desidera”.
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