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Esteri

Libia: liberati i due ostaggi italiani

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Tempo di lettura 3 minutiDanilo Calonego, Bruno Cacace e il canadese Frank Boccia hanno fatto rientro in Italia con un volo dedicato nelle prime ore della mattinata.

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di Paolino Canzoneri

 

La Farnesina conferma l'avvenuta liberazione dei due tecnici italiani e del cittadino canadese rapiti in Libia lo scorso 19 Settembre. Danilo Calonego, Bruno Cacace e il canadese Frank Boccia hanno fatto rientro in Italia con un volo dedicato nelle prime ore della mattinata. I due tecnici della società piemontese Con. I. Cos di Mondovi furono rapiti quando erano in servizio all'aeroporto della cittadina libica di Ghat a sud della Libia fra le 7 e le 8 del 19 settembre da uomini mascherati a bordo di un fuoristrada nelle vicinanze della cava di El-Gnoun. Con i due connazionali vi erano un italo-canadese e il conducente dell'auto algerino che li stava portando come ogni mattina alla sede della loro azienda in località Bir Tahala ad una decina di chilometri a nord della città algerina di Ghat. Bruno Cacace di 56 anni residente a Borgo San Dalmazzo nella provincia di Cuneo, Danilo Calonego di 68 anni della provincia di Belluno e Frank Boccia di un'altra azienda che aveva solo chiesto un passaggio, il sequestro era avvenuto durante il loro percorso abituale che dall'aeroporto della città li avrebbe condotti all'azienda di uffici e lavori di manuntenzione Con.I.Cos di Mondovì.

 

Il rapimento Il veicolo degli italiani aveva incontrato un fuoristrada fermo al bordo della strada apparentemente in panne con alcuni individui che al passaggio lento della vettura hanno immediatamente tirato fuori le armi intimando al conducente di fermarsi e procedendo repentinamente al rapimento per poi dileguarsi in fretta. L'italo canadese Boccia è stato poi abbandonato al ciglio della strada legato in una zona desertica. La Farnesina da subito si era attivata per una veloce liberazione degli italiani per scongiurare il pericoloso rischio che i due italiani potessero diventare oggetto di scambio per milizie islamiste altrettanto pericolose. Urgeva quindi una una soluzione tempestiva e il sindaco di Ghat Komani Mohamed Saleh aveva mobilitato le forze di polizia mentre il ministero degli Esteri aveva confermato che si sta lavorando a pieno ritmo senza sosta con il massimo riserbo. La zona è sotto il controllo del governo di Tripoli guidato da Fayez Al-Sarraj ma perennemente contesa fra diverse tribù vicine in una area decisamente incontrolllabile. Le tribù prevalenti sono quelle dei Tuareg che si schierarono nel 2011 contro Gheddafi durante la rivoluzione e appoggiano Al-Sarraj ma le forze filo Haftar non intendono cedere e in una area estesa quasi quanto la Francia fanno sentire la loro presenza come una minaccia sempre presente. A rendere il tutto ancora più complesso la zona di montagne attorno alla città di Ghat è praticamente diventato un covo di gruppi islamici e di rifugi nascosti e minacciosi. Una netta prevalenza di milizie fra le quali spicca per pericolosità Al-Qaeda che dopo la caduta di Gheddafi ha condotto scorribande sempre più cruente e, come se non bastasse, la nascita di sottomilizie e nuovi flussi di combattenti hanno reso quella zona veramente caotica tale da rendere quasi impossibile un'azione diplomatica e politica per cercare di ordinare e garantire un assetto stabile. L'azienda degli italiani Con.I.Cos con sede a Mondovì nella provincia di Cuneo già da diversi anni era attiva in alcune città algerine e libiche come Bengasi, Tripoli e Ghat. Era stata fondata nel lontano 1977 da Giorgio Vinai e da Celeste Bongiovanni. "Non abbiamo subito violenze" hanno detto gli ex-ostaggi e alla conferma della liberazione dei connazionali da parte dell'Ansa sono seguiti commenti festosi dei parenti in angosciante attesa da mesi.

 

Gioia immensa nelle parole della sorella di Danilo Calonego: "Finalmente è un buon giorno. So che mio fratello è libero e sono felice. Non l'ho ancora sentito. Aspettiamo tutti il suo ritorno. Sono contenta, veramente contenta. E' da quel 19 settembre che non avevamo piu' notizie di Danilo. Non so quando tornerà a casa ma l'aspettiamo".  Il sindaco di Borgo San Dalmazzo Gian Paolo Beretta non è da meno: " Sono felice per questa bella notizia che ci dà sollievo dopo tanti giorni di apprensione. Ero sempre in contatto con la famiglia. Volevamo organizzare un momento di riflessione, adesso organizzeremo una festa per il suo ritorno a casa". La situazione è stata veramente difficile e l'ottimismo sembrava quasi azzardoso. L'area libica è divenuta terra di caos e la situazione sembra cambiata repentinamente negli ultimi anni. Sembra si sia persa la percezione reale di pericolo a seguito della caduta di Gheddafi che ha gettato il paese e le nazioni vicine in un caos difficile da compredendere pure dai libici. Il timore e la preoccupazione si spinge anche alla presenza vicino Ghat di importanti giacimenti di gas come il gasdotto Greenstream di gestione dell'ENI che arriva ad alimentare Gela in Sicilia attraversando tutto il Mediterraneo e rende oltremodo l'aeroporto di Ghat come un punto strategico di enorme importanza. I lavori di manutenzione devono gioco forza essere affidati a nostri tecnici ma dopo il sequestro dei quattro tecnici italiani della Bonatti di cui due uccisi avvenuto nel luglio dell'anno scorso, alle aziende italiane è stato formalmente consigliato di preferire la mano d'opera locale ma evidentemente non è sempre possibile. Danilo Calonego e Bruno Cacace al loro rientro verrano ascoltati dai magistrati della procura di Roma e in particolar modo dal PM Sergio Colaiocco che si era occupato dellla faccenda sin dal rapimento del 19 Settembre aprendo l'inchiesta per sequestro di persona con finalità di terrorismo.

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