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Roma

L'EX ASSESSORE DI MARINO, DANIELE OZZIMO NELLO SCANDALO: CASE DA BUZZI IN CAMBIO DI "AIUTI"

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Tempo di lettura 3 minutiCoinvolto anche Guido Magrini "nella sua qualità di Direttore del Dipartimento Politiche Sociali della Regione Lazio"

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di Angelo Parca

Roma – Mafia Capitale – Le contestazioni mosse all'ex assessore capitolino alla Casa, Daniele Ozzimo, anche lui agli arresti, riguardano, come si legge nell'ordinanza del gip, Flavia Costantini, "condotte poste in essere all'interno del suo assessorato – in accordo con Marinelli, appartenente alla sua segreteria e Venditti, presidente della lega delle cooperative Lazio- finalizzate al rinnovo dei servizi per l'emergenza alloggiativa a favore della Eriches, si legge nell'ordinanza, nonchè per l'adozione della memoria di Giunta Capitolina del 26.2.14, con cui si fornivano indirizzi amministrativi intesi alla non interruzione dei servizi di emergenza alloggiativa del 2014 ( memoria di giunta del febbraio 2014) e per la partecipazione, con la finalità di favorire i soggetti economici riconducibili a Buzzi, alla riunione di giunta in cui si adottava la delibera n. 150 del 22 maggio 2014". Il presidente della commissione capitolina alla Casa, Pierpaolo Pedetti, è invece accusato di «condotte poste in essere nelle qualità indicate, intese a costruire il consenso in sede di Assemblea capitolina al fine di consentire il rinnovo dei servizi per l'emergenza alloggiativa a favore della Eriches a valori sovradimensionati". Pedetti viene accusato in questa fase di avere favorito Buzzi anche nell'ambito della delibera sulla dismissione del patrimonio di Roma Capitale: "Chiedeva a Buzzi di acquistare un appartamento, intestato a una società a lui riconducibile, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio consistenti nel promuovere in sede di Assemblea Capitolina, anche mediante emendamenti, di commissioni e di Giunta deliberazioni intese a garantire consistenti sconti e legittimazioni all'acquisto alle Onlus, tra le quali rientravano le cooperative facenti capo a Buzzi, in sede di dismissione del patrimonio immobiliare del comune di Roma". A Ozzimo viene anche contestato di avere messo al "servizio di Buzzi la sua funzione" e di avere "posto in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio consistenti: nel partecipare alle delibere consiliari relative ai riconoscimenti del debito fuori bilancio dal 2012 e nel 2014 nella creazione del consenso politico e istituzionale necessario all'adozione delle delibere per il riconoscimento del debito fuori bilancio- prosegue l'ordinanza- nella proposizione di mozioni in seno al Consiglio comunale intese a facilitare la proroga delle convenzioni relative al verde pubblico per le cooperative riconducibili a Buzzi; nella partecipazione alla riunione di giunta del luglio 2014, proteggendo la posizione di Fiscon, il cui ruolo era posto in discussione dal sindaco; verso una costante erogazione di utilità a contenuto patrimoniale – comprendente anche l'assunzione di Tomasetti Tatiana nonchè, nel maggio 2013, l'erogazione di 20.000 euro, formalmente qualificati come contributo elettorale- da parte di Buzzi che agiva in accordo con Carminati"

Magrini in concorso con Buzzi, Ozzimo e Pedetti, "per il compimento di atti contrari ai doveri del loro ufficio", c'è anche, secondo il gip Costantini, Guido Magrini "nella sua qualità di Direttore del Dipartimento Politiche Sociali della Regione Lazio". In particolare nel suo caso l'atto contestato è «l'adozione della determinazione n. G05811 con cui veniva destinata a Roma Capitale la somma di Euro 7.182.003,00 per la realizzazione di interventi per il contrasto del disagio abitativo, in violazione dei doveri d'imparzialità della pubblica amministrazione, con riguardo alla tempistica". La contropartita ottenuta da Buzzi «che agiva in accordo con Carminati, Caldarelli, Di Ninno, Nacamulli, Chiaravalle, Bolla, Coltellacci e Garrone nonchè in accordo con Venditti, presidente della Lega delle cooperative Lazio" consisteva in "utilità a contenuto economico, consistenti nell'acquisto di 14 appartamenti al prezzo di 3.262.000 euro, dei quali erano erogati 120.000 euro come anticipo e parte del valore residuo (901.000 euro)» in favore «della Società cooperativa deposito locomotive Roma San Lorenzo, con il rappresentante della quale, Dei Giudici, erano legati da rapporti di amicizia e da vincoli di appartenenza politica"