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Cronaca

LENNO, GASPARE PUPELLA DA 28 ANNI COMANDANTE DELLA STAZIONE DEI CARABINIERI VA IN CONGEDO

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Tempo di lettura 2 minuti I Carabinieri in servizio ed in congedo della Compagnia di Menaggio hanno salutato festosamente lo storico Luogotenente

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Redazione

Lenno (CO) – Sabato 29 marzo 2014, presso la sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Lenno,  i Carabinieri in servizio ed in congedo della Compagnia di Menaggio hanno salutato festosamente il Luogotenente Gaspare PUPELLA,  che, dopo 41 anni di servizio effettivo, lunedì 31 marzo verrà collocato in congedo.
Il sottufficiale reggeva da ben 28 anni il Comando della Stazione di Lenno, ed era una vera e propria istituzione del luogo, conosciuto e benvoluto da autorità e popolazione. Nato 58 anni fa' a Palermo, il Luogotenente PUPELLA si è arruolato nell'Arma all'età di 17 anni – come si poteva in base alle normative di quell'epoca – e, dopo l'addestramento, ha trascorso i primi quattro anni di carriera in qualità di Carabiniere presso la Stazione di Porta Venezia nel centro di Milano.


Dopo aver frequentato la Scuola Sottufficiali dell’Arma nel biennio 1976/78, veniva assegnato quale sottufficiale in sottordine alla Stazione di Lainate (Mi) ove permaneva fino al 1986. E’ giunto a comandare la Stazione Carabinieri di Lenno il 31 ottobre 1986, ed è rimasto fino ad oggi nel paesino lacustre della Tremezzina.
Sposato con la signora Giusy e padre di due figli, Marcella e Massimiliano – quest’ultimo ha seguito le orme del padre divenendo a sua volta Maresciallo dell’ Arma –  il Luogotenente PUPELLA ha saputo, nel corso degli anni, ritagliarsi una collocazione ben precisa nella comunità della Tremezzina, diventando poco a poco la mente storica della zona, una vera miniera di informazioni sulle vicende che hanno avuto luogo nell’ultimo trentennio sulle sponde del lago di Como.

I cittadini si rivolgevano a lui nella consapevolezza di interloquire con una persona dalla spiccata umanità, oltre che dalla conoscenza profonda della realtà locale. E’ doveroso menzionare il fatto che il Luogotenente PUPELLA ha ricevuto in gioventù ben due encomi solenni del Comando Generale dell’Arma per aver sventato una rapina a Lainate nel 1983 ed aver sostenuto un conflitto a fuoco con dei rapinatori in fuga nel 1984 a Limbiate. Anche a Lenno, naturalmente, non si contano gli episodi in cui è intervenuto personalmente per riportare alla legalità situazioni che stavano degenerando, rimediando anche, in un’occasione, una coltellata al braccio sinistro da parte di una persona in preda a turbe psichiche. Il Comandante e tutto il personale della Compagnia Carabinieri di Menaggio, oltre ai commilitoni della locale sezione dell’ Associazione Nazionale Carabinieri, hanno augurato al loro anziano collega un futuro sereno, nella certezza di potere ancora contare sul suo validissimo apporto di esperienza dalle fila dell'Arma in congedo.
 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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