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Governo e toghe in rotta di collisione, tra accuse di politicizzazione e difese d’indipendenza
Lo scontro tra governo e magistratura ha raggiunto una nuova fase di tensione, questa volta innescato da una mail inviata da Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione e figura di spicco di Magistratura democratica, alla quale la premier Giorgia Meloni ha risposto pubblicamente sui suoi profili social.
La mail, pubblicata da Il Tempo, contiene una riflessione su Meloni e il suo ruolo politico. Secondo quanto riportato dal quotidiano, Patarnello avrebbe scritto: “Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche, e questo la rende molto più forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”. La frase finale, “Dobbiamo porre rimedio”, è stata particolarmente sottolineata dai critici come un tentativo di politicizzare il ruolo della magistratura.
La reazione del governo
Non ha tardato la risposta della premier Meloni, che ha rilanciato il passaggio della mail in un post su Facebook, definendo la sua posizione come un attacco diretto alla sua azione politica e al programma di riforme del suo governo. Per la leader di Fratelli d’Italia, questo sarebbe un chiaro segnale di una parte della magistratura “politicizzata”, accusata di voler ostacolare l’operato dell’esecutivo.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha espresso preoccupazione per il contenuto della mail, sottolineando la possibile “invasione del campo politico” da parte di alcuni settori della magistratura. Foti ha dichiarato che la mail confermerebbe la propensione di una parte della magistratura ad agire non solo come interprete della legge, ma come attore politico. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha rincarato la dose, annunciando un’interrogazione urgente per chiedere un’ispezione ministeriale sul comportamento di Patarnello, definendo le sue affermazioni come “politicamente molto gravi”.
La replica della magistratura
L’Associazione nazionale magistrati (Anm) ha risposto alle critiche con una dichiarazione ufficiale, definendo “maliziose” le interpretazioni date al contenuto della mail di Patarnello. Secondo l’Anm, la mail non aveva l’intenzione di attaccare il governo, ma di evidenziare le divisioni interne alla magistratura stessa e di difendere le prerogative istituzionali. “I magistrati italiani intendono soltanto onorare il mandato costituzionale di effettiva garanzia dei diritti delle persone”, ha dichiarato l’associazione, difendendo il ruolo della magistratura come indipendente e imparziale.
Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha definito “inaccettabili” le dichiarazioni contenute nella mail, respingendo però l’idea di un conflitto generalizzato tra governo e magistratura. Tajani ha piuttosto inquadrato la situazione come una questione legata a una specifica corrente di magistrati, Magistratura democratica, accusata di portare avanti una linea di opposizione politica già attuata in passato contro Silvio Berlusconi.
Una frattura che si allarga
Questo episodio rappresenta un ulteriore capitolo di un rapporto sempre più difficile tra governo e magistratura, che si è accentuato dopo la recente sentenza del Tribunale di Roma sulla questione dei migranti in Albania. La decisione del tribunale di non convalidare il trattenimento dei migranti ha scatenato la reazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha definito la sentenza “abnorme”. La tensione è alta, e il dibattito sembra destinato a proseguire mentre il governo prepara un decreto per blindare i rimpatri verso Paesi sicuri, un punto cruciale della sua politica migratoria.
Mentre la magistratura difende la propria indipendenza, il governo continua a denunciare interferenze politiche, rafforzando la narrativa di una magistratura che cerca di ostacolare la volontà politica espressa dagli elettori. In questo clima di crescente polarizzazione, il dialogo tra i due poteri dello Stato sembra sempre più difficile, e il rischio di un’escalation è concreto.
Con il decreto in arrivo e le tensioni tra le parti in aumento, il conflitto tra esecutivo e magistratura potrebbe segnare una nuova stagione di scontri istituzionali, con ripercussioni significative sul quadro politico e sull’equilibrio dei poteri in Italia.
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