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Legge elettorale, ecco come funziona

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A distanza di circa 4 mesi dalle prossime elezioni nazionali è importante conoscere il metodo attraverso cui il popolo farà valere la sua sovranità eleggendo i propri rappresentanti, ossia la nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis. La fiducia passata al Senato il 26 ottobre 2017 con 214 voti a favore (PD, Ap, Fi, Lega Nord, Ala scelta civica e verdiniani) e 61 sfavorevoli (Movimento 5 stelle e Mdp), prevede un sistema elettorale misto con il 36% dei seggi ripartiti con formula maggioritaria e 64% proporzionale.

 

Per quanto spetta al sistema maggioritario lo scontro elettivo verrà deciso in collegi uninominali, mentre per il proporzionale si deciderà attraverso collegi plurinominali formati da una lista bloccata composta da un minimo di due ad un massimo di quattro nomi. Inoltre è prevista una soglia di sbarramento del 3% a livello nazionale e del 10% per le coalizioni. L’elettore potrà votare unicamente per la lista corrispondente al collegio uninominale votato (no voto disgiunto). Questo sistema elettorale varrà sia per la Camera dei deputati che per il Senato della Repubblica.

Eletto il candidato nel collegio uninominale che avrà ottenuto il maggior numero di voti, nell’ambito dei collegi plurinominali la ripartizione dei seggi avverrà con metodo proporzionale tra le coalizioni e le liste che abbiano superato la soglia di sbarramento. Per le coalizioni non vengono computati i voti delle liste che non abbiano superato l’1%.

 

Voto all’estero

Secondo l’articolo 5 è prevista la possibilità di votare quegli elettori italiani che possono candidarsi in una sola ripartizione della circoscrizione estero.

 

La rappresentanza di genere

La rappresentanza di genere è garantita dal Rosatellum bis. Nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60%.

 

Negli ultimi mesi si è discusso animatamente dell’importanza da attribuire alla legge elettorale. Il 23 novembre è intervenuto all’università LUISS il padre della nuova legge, Ettore Rosato (PD), evidenziandone il processo di formazione e il ruolo dei pentastellati. Per il primo, il capo gruppo del PD alla Camera ha ricordato come il Rosatellum sia il frutto di un compromesso tra le parti politiche. Infatti all’inizio dell’iter decisionale della nuova riforma elettorale la prima scelta ricadeva sul sistema tipico dettato dal Mattarellum (75% maggioritario e 25% proporzionale) che avrebbe potuto garantire, secondo Rosato, una governabilità. Questa proposta ha avuto scarso successo all’interno del Parlamento a causa della struttura del sistema politico attuale caratterizzata da un eccessivo particolarismo ideologico che produce effetti nefasti sulla stabilità. In seguito il compromesso politico riguardante la ripartizione dei seggi nella formula maggioritaria o proporzionale ha condotto alla scelta dell’attuale riforma.

É evidente l’importanza da attribuire alle coalizioni, senza cui non sarebbe possibile il raggiungimento di una maggioranza e, quindi, di una stabilità. Per questo motivo il Movimento 5 Stelle, lontano dalla visione tradizionale della politica, si trova in una situazione di svantaggio non potendo e non volendo accordarsi con altri partiti. A tal proposito Ettore Rosato afferma: “attraverso questa legge elettorale si creerà un sistema politico con una coalizione di centro-sinistra ed una coalizione di centro-destra. Cosa farà il M5S? In tutto questo non c’è proseguo, o penserà anche lui di costruire una coalizione oppure si considererà dal punto di vista sistematico inutile come proposta di governo, può darsi che cambierà il suo atteggiamento.”

 

Gianpaolo Plini

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