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Ambiente

Legge di bilancio, 5 miliardi per l’ambiente

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Una legge di bilancio che cuba almeno 5 miliardi di euro in norme per l’ambiente, ma la stima è per difetto. Una legge che proroga tutti gli incentivi per la riqualificazione energetica, la rigenerazione urbana e del patrimonio edilizio, per la mobilità sostenibile, per il verde urbano. Ma non solo.
“Con questa legge di Stabilità – spiega il ministro per l’Ambiente Sergio Costa – vogliamo cambiare il paradigma della politica economica del Paese rafforzando quelle scelte ecosostenibili che qui sono un tassello importantissimo, che sarà ulteriormente e decisamente rafforzato con il Recovery plan di derivazione europea”.

Una delle novità è aver introdotto una serie di norme per agevolazioni nelle Zea, le zone economiche ambientali, che corrispondono ai parchi nazionali e quindi ai comuni in essi compresi, al fine di potenziare il sistema nazionale delle aree protette. La ratio è prevedere compensazioni per quei territori che, insistendo all’interno dei parchi, ed essendo quindi sottoposti a vincoli e a limitazioni, possano godere di benefici volti alla transizione ecologica, a tutela degli ecosistemi in essi custoditi: incentivi per il vuoto a rendere, le compostiere di comunità, sentieristiche, l’incremento del fondo per il potenziamento delle aree protette, sono tutte misure che da un lato tutelano e incentivano a vivere, lavorare e investire nei parchi, dall’altro spingono verso una sempre maggiore tutela dell’ambiente. È il percorso delineato già dal decreto legge “clima” del 2019, quando le Zea nacquero ufficialmente.
Vediamo nello specifico le misure green introdotte dalla legge di Stabilità in arrivo alla Camera per la conversione.

RINNOVATI I BONUS GREEN

detrazioni per la sistemazione delle aree verdi, impianti di irrigazione, realizzazione pozzi, coperture verdi, giardini pensili; si incrementa di 100 milioni il fondo per il bonus mobilità per il 2021: servirà a rimborsare gli aventi diritto del 2020 (per acquisti effettuati e certificati dal 4 maggio al 2 novembre). La parte residuale del fondo andrà a incrementare il fondo mobilità e quindi sarà impiegato per tutte le iniziative per la mobilità sostenibile; proroga delle detrazioni per spese di riqualificazione energetica, impianti di co-generazione, recupero del patrimonio edilizio, acquisto di mobili e grandi elettrodomestici e proroga per il cosiddetto “bonus facciate”.

MISURE PER LE ZEA

– Per la prima volta il fondo per il sistema nazionale delle aree protette viene incrementato,  invece che ridotto, di 11 milioni: 6 per i parchi nazionali, 3 per le aree marine protette, 2 milioni per i caschi verdi (dal 2023) che diventano così strutturali.
La grande novità è che questi fondi decorrono a partire dal 2021, diventando pertanto permanenti.
– Incentivi per il vuoto a rendere degli imballaggi nelle Zea: complessivi 10 milioni di euro. Sono considerati gli imballaggi contenenti liquidi a fini alimentari, primari e riutilizzabili, con sede operativa nella Zea. Ai venditori che riconoscano un abbuono del 25% del prezzo dell’imballaggio alla resa viene riconosciuto un credito di imposta del valore doppio all’abbuono, quindi 50% del prezzo dell’imballaggio, per un massimo di 10mila euro ciascuno e nei limiti del fondo.
– Tariffa puntuale dei rifiuti: incentivi ai comuni che ricomprendono al loro interno le Zea per la misurazione puntuale dei rifiuti conferiti al servizio pubblico con un fondo di 5 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022.
– Incentivi per acquisti di compostiere di comunità: 10 milioni complessivi per due anni (2021 e 2022).

FONDO PER INVESTIMENTI DEGLI ENTI TERRITORIALI

Circa 4,3 miliardi fino al 2033 al fondo per:

•       Messa in sicurezza degli edifici e del territorio

•       Viabilità e messa in sicurezza del trasporto pubblico per sostituzione del parco mezzi, tra i più vecchi e inquinanti d’Europa

•       Riconversione energetica verso fonti rinnovabili

•       Bonifiche ambientali e rigenerazione urbana

IMPRESE GREEN

Finanza sostenibile: nasce la piattaforma per la certificazione ambientale per la finanza sostenibile a cui ciascun soggetto, pubblico o privato, può acceder volontariamente. Finanziata con 500 mila euro a decorrere dal 2021.
Conversione green delle PMI: Istituito fondo da 280 milioni di euro fino al 2026 per finanziare conversioni green delle Piccole e medie imprese per investimenti volti alla transizione tecnologica e alla sostenibilità ecologica e ambientale dei processi produttivi.

PARTECIPAZIONE E GIOVANI

Educazione ambientale: Per gli anni 2021  e 2022 fondo da 8 milioni per progetti pilota di educazione ambientale nei territori di prossimità di aree protette (parchi naturali, riserve MAB, siti naturalistici Unesco). Inoltre per le scuole nei Sin previsto fondo da 6 milioni di euro per progetti di educazione ambientale: si interviene cosi sull’articolo della legge Clima #iosonoambiente semplificandone il regolamento e le procedure(infatti i fondi di quell’articolo non sono stati spesi perché il decreto attuativo non è mai stato realizzato, vista la complessità).
Associazioni ambientaliste:
Il 50% degli utili percepiti da enti no profit che abbiano tra le proprie finalità la protezione ambientale non concorrerà a formare reddito imponibile. Una norma importante che aiuterà le associazioni di cittadine e cittadini con finalità di tutela ambientale.

TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Tutela del mare: aumentiamo la tutela e la vigilanza del mare autorizzando la spesa di 3 milioni a decorrere dal 2022 per il Corpo delle Capitanerie di Porto.
Carta geologica: 10 milioni di euro complessivi per il completamento della carta geologica.
Dissesto idrogeologico: (norme tabellari, risorse Mattm): rifinanziamento del fondo per misure di contrasto al dissesto idrogeologico per aiutare i comuni nella progettazione con 200 milioni.
Discariche: il commissario unico per le discariche abusive viene ulteriormente rafforzato, aumentando il limite massimo per le spese di funzionamento della struttura dallo 0,5% al 2%.
Acqua: fondo da un milione di euro per la promozione della consapevolezza della risorsa idrica (500 mila euro l’anno 2021 e 2022) e installazione dei contabilizzatori dei consumi idrici.
Aria: finanziamento del fondo qualità dell’aria: 260 milioni.
Valutazioni ambientali: si autorizza una spesa di 3 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022 affinché la Commissione Via Vas e quella IPCC possano avvalersi di Ispra al fine di accelerare le procedure di valutazione ambientale.

Animali: nasce il centro di accoglienza per animali confiscati presso il CUFAA, con un finanziamento previsto di tre milioni di euro l’anno a decorrere dal 2021.

Muretti a secco (norme tabellari, fondi Mattm): finanziati con un fondo da 40 mln di euro gli interventi per la riqualificazione, mantenimento dei muretti a secco, patrimonio Unesco.

Il ministro Costa apre gli Stati generali del verde urbano – Il 23 dalle 9 la diretta streaming. “Verde pubblico fondamentale in questo periodo sanitario”

Con un intervento introduttivo del ministro dell’Ambiente Sergio Costa si apriranno lunedì 23 novembre alle ore 9 in diretta streaming (https://www.facebook.com/ISPRAmbiente) gli Stati generali del verde urbano, giunti quest’anno alla sesta edizione. Un appuntamento annuale per fare il punto sul capitale naturale delle nostre città, anche alla luce della legge clima voluta dal ministro e del decreto attuativo dell’ottobre scorso, che assegna 30 milioni di euro alla riforestazione urbana, derivanti dai proventi delle aste sulle quote di emissioni ETS.

“E’ fondamentale il verde pubblico per le nostre città – osserva il ministro Costa -, tanto più in questo periodo sanitario che ci ha portato a stare di più all’aria aperta. Gli Stati generali del verde urbano saranno un’occasione preziosa per riflettere su quanto è stato fatto, come la legge clima approvata a fine 2019 e il decreto attuativo di quest’anno, ma anche su quanto si può ancora fare per i polmoni verdi delle città metropolitane italiane, come per esempio nell’ambito del Recovery Fund e delle linee di azione dedicate alla forestazione urbana. Lavorando insieme con gli enti locali, con i quali – non mi stancherò di ripetere – è necessario fare squadra”.

Quattro le sessioni degli Stati generali, tutte nella stessa giornata: “Forestazione urbana con i proventi delle aste della CO2”; “Forestazione urbana e Recovery Fund”; “Il rinnovo delle alberate in città: una buona pratica in linea con gli obiettivi delle foreste urbane”; “Il ruolo delle Fondazioni e l’apporto della finanza privata”. Anche quest’anno interverranno esperti del settore, scienziati, economisti, giuristi e politici, come Giovanni Maria Flick, già ministro della Giustizia e presidente della Corte Costituzionale, che dialogherà, subito dopo l’intervento del ministro Costa, con Massimiliano Atelli, presidente del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del ministero dell’Ambiente. O ancora come Stefano Laporta, presidente dell’Ispra, Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, Carlo Zaghi, direttore generale del ministero dell’Ambiente (Direzione generale per il patrimonio naturalistico) e Alessandra Stefani, direttore generale del ministero delle Politiche agricole e forestali.

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Ambiente

Roma e provincia, inquinamento da polveri sottili: un quadro ancora complesso ma incoraggiante

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L’inquinamento da polveri sottili, rappresentato principalmente dalle particelle PM10 e PM2.5, è un problema ambientale significativo per molte aree urbane, tra cui Roma e la sua provincia. Dal 2000 ad oggi, i livelli di inquinamento hanno subito variazioni dovute a diversi fattori, tra cui politiche ambientali, cambiamenti climatici e modifiche nei comportamenti sociali ed economici.

Anni 2000-2010: problemi persistenti e primi interventi

Nei primi anni del 2000, Roma ha affrontato livelli elevati di inquinamento da polveri sottili. Le principali fonti di PM10 e PM2.5 erano il traffico veicolare, l’industria, i riscaldamenti domestici e le attività commerciali. La città ha spesso superato i limiti giornalieri e annuali di PM10 stabiliti dall’Unione Europea, con conseguenti rischi per la salute pubblica.

Le misure iniziali per affrontare il problema includevano:

  • Limitazioni del traffico: L’introduzione di targhe alterne e blocchi del traffico nei giorni di maggiore inquinamento.
  • Promozione del trasporto pubblico: Incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici per ridurre il numero di veicoli privati in circolazione.
  • Regolamentazione dei riscaldamenti: Interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre l’uso di combustibili inquinanti.

2010-2020: miglioramenti e nuove sfide

Nel decennio successivo, Roma ha continuato a sviluppare e implementare politiche ambientali più efficaci. Tra le principali iniziative:

  • Zone a Traffico Limitato (ZTL): L’estensione delle ZTL ha ridotto significativamente il traffico veicolare nel centro storico e in altre aree critiche.
  • Mezzi pubblici ecologici: L’introduzione di autobus elettrici e ibridi ha contribuito a ridurre le emissioni.
  • Piste ciclabili e mobilità sostenibile: La creazione di nuove piste ciclabili e l’incentivazione dell’uso delle biciclette hanno favorito una mobilità più sostenibile.

Queste misure hanno portato a una graduale riduzione dei livelli di PM10 e PM2.5, anche se i problemi non sono stati del tutto eliminati. Durante i mesi invernali, l’inquinamento da riscaldamenti domestici ha continuato a rappresentare una sfida.

Dal 2020 ad oggi: effetti della pandemia e strategie future

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sull’inquinamento atmosferico. Durante i periodi di lockdown, la riduzione drastica del traffico ha portato a un calo temporaneo dei livelli di PM10 e PM2.5. Questo ha dimostrato quanto il traffico veicolare incida sull’inquinamento urbano.

Nel post-pandemia, le strategie per migliorare la qualità dell’aria si sono intensificate, con un focus su:

  • Transizione energetica: Maggiore investimento in energie rinnovabili e promozione dell’efficienza energetica.
  • Smart Mobility: Sviluppo di infrastrutture per veicoli elettrici e soluzioni di mobilità intelligente.
  • Verde urbano: Incremento delle aree verdi e piantumazione di alberi per assorbire le polveri sottili.

L’inquinamento nella provincia di Roma

Anche i comuni della provincia di Roma, inclusi i Castelli Romani, hanno risentito dell’inquinamento da polveri sottili, sebbene in misura diversa rispetto alla capitale. Le principali fonti di inquinamento in queste aree sono il traffico locale, i riscaldamenti domestici e alcune attività industriali e agricole.

Anni 2000-2010: aumento della popolazione e inquinamento

L’espansione urbanistica e l’aumento della popolazione nei comuni della provincia hanno portato a un incremento del traffico e delle emissioni inquinanti. In alcune aree, l’inquinamento ha raggiunto livelli preoccupanti, soprattutto durante i mesi invernali.

2010-2020: interventi locali

Molti comuni della provincia hanno iniziato a implementare politiche ambientali per contrastare l’inquinamento. Tra queste:

  • Miglioramento del trasporto pubblico: Potenziamento delle linee di autobus e creazione di collegamenti più efficienti con Roma.
  • Efficienza energetica: Promozione di soluzioni energetiche sostenibili per i riscaldamenti domestici.
  • Progetti verdi: Creazione di parchi e aree verdi per migliorare la qualità dell’aria.

Dal 2020 ad oggi: focus sulla sostenibilità

Negli ultimi anni, l’attenzione all’ambiente è aumentata ulteriormente. I comuni della provincia di Roma hanno iniziato a collaborare più strettamente con la capitale per implementare strategie integrate di gestione della qualità dell’aria. L’obiettivo è ridurre le emissioni inquinanti attraverso soluzioni sostenibili e innovazioni tecnologiche.

L’andamento dell’inquinamento da polveri sottili a Roma e nella sua provincia dal 2000 ad oggi riflette un quadro complesso ma incoraggiante. Sebbene siano stati fatti progressi significativi grazie a politiche mirate e a una maggiore consapevolezza pubblica, rimangono sfide importanti. La collaborazione continua tra le istituzioni, i cittadini e le imprese sarà cruciale per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e garantire un ambiente più sano per tutti.

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Ambiente

Il top dei Comuni turistici di mare e di lago del 2024: la classifica

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Acque cristalline, bellezze paesaggistiche, attenzione alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità. Sono le località italiane dove sventolano le Cinque Vele di Legambiente e Touring Club Italiano: 21 comuni turistici marini e 12 località lacustri premiati a Roma in occasione della presentazione della guida Il Mare più bello 2024, curata dall’associazione ambientalista e dal Touring Club Italiano. La guida raccoglie informazioni turistiche e caratteristiche ambientali dei comuni a Cinque Vele, compreso l’impegno nella tutela delle tartarughe Caretta caretta.

A guidare la top five del 2024 è Pollica, Acciaroli e Pioppi, (Sa) il comune cilentano inserito all’interno del comprensorio del Cilento Antico, in Campania. Al secondo posto il comune di Nardò, in provincia di Lecce nel comprensorio pugliese dell’Alto Salento Ionico, seguito da Baunei, in provincia di Nuoro sulla costa orientale sarda. Quarto posto per la località Domus De Maria sul Litorale di Chia, sempre in Sardegna, e quinto posto per Castiglione della Pescaia, nel comprensorio della Maremma Toscana.

A livello regionale la Sardegna è di gran lunga la regione con più comuni premiati con le Cinque Vele: accanto a Baunei (Nu) e a Domus de Maria (Sud Sardegna) figurano, infatti, anche i comuni di Cabras (Or), Santa Teresa di Gallura (Ss), San Teodoro (Ss) Posada (Nu), Bosa (Or). A seguire la Toscana che, oltre a Castiglion della Pescaia (Gr), piazza i comuni di Capraia Isola (Li), Isola del Giglio (Gr), Capalbio (Gr) e Marina di Grosseto (Gr). Quindi la Campania con una pattuglia di comuni tutti in provincia di Salerno: alla prima classificata si affiancano i comuni di San Giovanni a Piro (Sa), Castellabate (Sa) e San Mauro Cilento (Sa). Tre comuni a Cinque Vele per la Puglia con Nardò (Le), Vieste (Fg) e Gallipoli (Le) e una bandiera anche per la Liguria, con i tre comuni delle Cinque Terre (Riomaggiore, Vernazza a Monterosso al Mare in provincia della Spezia) e la Basilicata con Maratea (Pz).

I comuni amici delle tartarughe

Novità di quest’anno, presente anche all’interno della guida il Mare più bello, sono anche i 33 comuni amici delle tartarughe marine segnalati con l’apposito simbolo ‘la tartaruga’ e dove sventolano le vele di Legambiente e Touring Club Italiano. Da Maratea alle isole Tremiti, da San Teodoro a Gaeta passando per Silvi, Caorle e Castiglione della Pescaia, solo per citarne alcuni. Si tratta di quelle amministrazioni che, attraverso un apposito protocollo d’intesa, si sono impegnate a adottare una serie di misure per rendere le spiagge accoglienti anche per le tartarughe che depongono le uova oltre che per i bagnanti. Ad oggi in totale sono 74 i comuni in tutta Italia (guida al momento la classifica la Campania con 22 comuni) che hanno firmato il protocollo, di questi 33 sono quelle in cui sventolano anche le vele di Legambiente e Touring Club Italiano.

L’iniziativa ‘comuni amici delle tartarughe’ rientra nel progetto Life Turtlenest che mira a tutelare gli habitat di nidificazione della Caretta caretta aumentando le probabilità di successo riproduttivo e tenendo conto di clima e antropizzazione. Nato grazie al sostegno del programma Life dell’Unione Europea, il progetto è coordinato da Legambiente e riunisce 13 partner di 3 diversi Paesi (Italia, Spagna e Francia). In prima linea insieme ai comuni amici delle tartarughe anche le aree protette (34 quelle che ad oggi hanno firmato il protocollo), entrambi premiati oggi a Roma.

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Dighe in Italia, partito il Dam Day: Un evento per promuovere la conoscenza e l’importanza di queste opere idrauliche

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Dal 24 maggio al 1° giugno 2024 si terrà la prima edizione del “Dam Day – Dighe in Italia”, un’iniziativa organizzata dal Comitato Nazionale Italiano per le Grandi Dighe (ITCOLD). L’evento è volto a promuovere una maggiore consapevolezza sul ruolo cruciale delle dighe nel panorama ambientale, economico, energetico e di sicurezza del paese.

L’Obiettivo del Dam Day

L’evento mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle dighe attraverso una serie di iniziative che si terranno in tutto il territorio nazionale. Il Dam Day prevede un totale di 26 eventi, tra cui visite guidate, seminari, dibattiti e conferenze, concentrati in una settimana per garantire un impatto significativo e coordinato sul tema.

Il Ruolo di ITCOLD

ITCOLD, l’associazione culturale e scientifica che organizza l’evento, rappresenta oltre 300 delle circa 500 grandi dighe presenti in Italia. Il comitato si impegna a promuovere lo studio e la valorizzazione delle dighe, collaborando con operatori del settore, pubbliche amministrazioni, accademici e liberi professionisti. Inoltre, ITCOLD è membro della Commissione Internazionale per le Grandi Dighe (ICOLD-CIGB), istituita nel 1928.

Gli Eventi in Programma

Gli eventi del Dam Day sono pensati per coinvolgere un pubblico ampio e variegato, con particolare attenzione ai giovani studenti. Tra gli appuntamenti previsti vi sono:

  • Visite Guidate: Alla Diga di Mignano a Vernasca (PC), alla Diga di Occhito a Carlantino (FG) e alla Diga del Locone a Minervino Murge (BT).
  • Seminari: Come quello sulla “Gestione delle risorse agricole per l’agricoltura” a Bari e il seminario dedicato agli impianti idroelettrici a Tramonti di Sopra (PN).
  • Convegni e Workshop: Inclusi eventi tecnici come il workshop sulla caratterizzazione geotecnica presso il laboratorio ISMGEO a Seriate (BG).
  • Open Day e Conferenze: Tra cui l’Open Day “Dighe e cambiamento climatico: quali sinergie?” a Firenze e la conferenza stampa presso la Diga del Gabiet a Gressoney (AO)

Un’Iniziativa Europea

Il Dam Day non è solo un evento nazionale, ma si inserisce in una serie di iniziative analoghe organizzate in altre nazioni europee sotto l’egida di EURCOLD, il Club Europeo delle Dighe. Questo rafforza la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra i paesi europei in materia di gestione e valorizzazione delle dighe.

Il “Dam Day – Dighe in Italia” rappresenta un’importante occasione per avvicinare il pubblico alle tematiche legate alle dighe, evidenziandone il ruolo strategico nella gestione delle risorse idriche e nella produzione di energia rinnovabile. Partecipare agli eventi previsti sarà un’opportunità unica per conoscere da vicino queste grandi opere ingegneristiche e il loro impatto positivo sull’ambiente e sulla società.

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