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di Matteo La Stella
Dopo le campagne, vittoriose o meno, del segretario leghista Matteo Salvini in giro per l'Italia, la banderuola del Carroccio torna a Pontida, ultimo baluardo del feudo leghista nella bergamasca, vegliato dalla spada del patriarca Alberto da Giussano. Il “prato sacro”, dove nel 1167 i lombardi giurarono per la loro Lega, dove Bossi cantava le politiche autonomiste padane del dopo tangentopoli, apre oggi le sue porte al seguito italiano del Matteo antagonista, alla sua seconda Pontida da segretario, che oggi più che mai la fa da protagonista.
“La Lega non cambia?" “La Lega non cambia”, questo il tormentone del novizio Matteo Salvini, a cui si accodano i: “Non diventeremo mai un partito nazionale” dei mostri sacri, Umberto Bossi e Roberto Calderoli. Le parole però, se le porta via il vento, e così, alle bandiere con la croce di San Giorgio e il Leone di San Marco, si aggiungono bandiere pugliesi, abruzzesi e di “Noi con Salvini”, movimento con cui la Lega si è presentata al centro sud. E così, nei vari interventi la Padania si sostituisce all' Italia, eccezzion fatta per le graffianti parole del nostalgico Umberto Bossi che, lacrimuccia sulla guancia, vede la sua creatura ormai cresciuta, autosufficiente e pronta a spiccare il volo per qualcun altro, anche se come un “padre”, la vorrebbe ancora piccola e secessionista. Infatti, anche oggi ha ricordato urlando “Padania”, in attesa del “libera” che non tutti i militanti hanno accolto. Oltretutto, il pilastro lombardo ha risposto alla stoccata lanciata sabato dal gioiellino di casa Lega, che alla domanda sulle differenze tra la lega di Bossi e quella attuale aveva risposto :”I voti, che in politica contano”.”La Lega non ha bisogno di allearsi”, ruggisce il fondatore della Lega Nord. Un'eventuale alleanza è possibile solo con chi “è ragionevole” e “con chi capisce che il Nord non può essere schiavo dello Stato italiano, che non è mai uscito dallo Stato fascista”. “I voti non sono niente, anche in democrazia, se non sono finalizzati a cambiare il Paese. Per fare alleanze con noi ci vogliono i voti, non chiediamo voti per i voti ma per fare le riforme. Spero che la Lega sia ancora cosi”chiude il senatur.
Salvini, in barba alla Padania e alle parole del suo antico predecessore, viaggia a bordo di un'altra barca, punta alla nazione e rincara la dose esortando i sostenitori con un “liberare l'Italia e le Italie”.
La ruspa contro tutti. La Lega non rottama, rade al suolo. La bandiere di Alberto da Giussano sventolano sullo sfondo di una ruspa posta di fianco al palco, simbolo della Lega che è. Il nuovo emblema “salviniano” compare sulle t-shirt, coniate in onore dello scandalo posto in essere dopo l'evocazione di Salvini che con queste intende radere al suolo i campi rom. “Ruspe in azione”, dallo slogan sulla maglietta, indossata anche dalla figlia di 2 anni del leader leghista, alle parole dello stesso tuonate nei confronti del presidente del Consiglio:” La ruspa fa giustizia di tanti errori: la ruspa la uso per Renzi, non per qualcun altro”, assicura, e' un “simbolo di lavoro”.
Dal Papa a Renzi, non risparmia nessuno. "Mi fa piacere" che, nel corso della sua visita in Piemonte, "abbia trovato il tempo di incontrare dei rom: sono sicuro che avra' incontrato anche torinesi sfrattati ed esodati", dice provocatoriamente. "Non mi permetterei di attaccare mai il Papa", prosegue, autodefinendosi "ultimo dei buoni cristiani"; però, "rispetto chiama rispetto: e' giusto che il Pontefice chiami aiuto per tutto il mondo, ma altrettanto giusto che chi è pagato dai cittadini italiani pensi prima ai cittadini italiani. Uomo si' ma fesso no, cristiano si ma autolesionista no”. Bambini e mamme chiamati intorno al palco insieme a lui, Salvini insiste piu' volte sull'esempio di “normalità” che vuole dare con la sua Lega. "Qui non c'è rabbia, né rancore: siamo qui per costruire la speranza e il futuro dei nostri figli. La paura la lasciamo a Renzi e alle sue damigelle” sostiene. “La scelta della Lega e' una scelta di normalità – sottolinea, citando anche San Francesco -. Noi non proponiamo cose irrealizzabili e non compriamo i voti con 80 euro”.
Programma “new age” alla Salvini. Per chiudere il leader riparte con il suo programma, sparando tutte le cartucce, anche quelle che non ha. Parla di asili nido alla francese, gratuiti fino ai due anni, parla di Europa, che definisce:”Unione sovietica criminale, che vuole ammazzare le nostre identità e le diversità”, ma anche di servizio civile per i giovani, di flet tax al più 15% e della battaglia filorussa, contro le sanzioni dirette a Mosca. Frizzante, continua sui diritti civili e le unioni, avallando il riconoscimento di alcuni diritti per tutti, ma il:”matrimonio si fa tra un uomo e una donna e i bimbi vengono adottati dalla mamma e dal papa”.”E se dalle parti del Pd si dice che questo e' un concetto medievale- chiude sull'argomento Salvini- io dico “Viva il Medioevo”, piuttosto che la barbarie che qualcuno a Bruxelles ci vuole imporre”. Salvini dice anche di sognare un'altra Pontida, una “Pontida del sud” su cui dice:”stiamo lavorando”.
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