Lecco, crolla cavalcavia: un morto e diversi feriti
Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3minutiPolizia Stradale: "Il crollo è avvenuto in concomitanza al passaggio, che poi sia stata la causa piuttosto che no queste sono valutazioni e accertamenti che verranno fatte"
Lecco – Tragedia nel lecchese. E' crollato un cavalcavia sulla strada statale 36 ad Annone Brianza del lago di Como e dello Spluga’, tratto di cui Anas aveva chiesto la chiusura. Secondo quanto ci ha riferito la Polizia Stradale di Lecco “E’ crollato a seguito del passaggio di un carico eccezionale sul cavalcavia però per quanto riguarda tutte le varie dinamiche particolari precise siamo ancora in fase di accertamento” noi abbiamo chiesto se il crollo è avvenuto per il passaggio di un di un carico eccezionale e ci è stato riferito che “il crollo è avvenuto in concomitanza al passaggio di un mezzo pesante sul ponte, che poi sia stata la causa piuttosto che no queste sono valutazioni e accertamenti che verranno fatti”. Una persona è deceduta e quattro sono rimaste ferite, tre dei quali bambini e sono stati trasportati con codice giallo all’ospedale di Lecco, l’autista del tir invece ha riportato un trauma cranico ed è stato trasferito con codice giallo. Una vicenda che ha scosso l’Italia e ha portato il pensiero degli italiani sul problema sicurezza. Il camion era in transito e sarebbe letteralmente precipitato nella carreggiata sottostante, schiacciando due auto in transito. Claudio Bertini invece non ce l’ha fatta e risulta essere l’unica vittima dell’incidente. Un perimetro stradale sventrato e ripiegato su se stesso come fosse una pressa che schiaccia scatole in metallo a quattro ruote che transitano indisturbate e una circolazione bloccata in entrambi i sensi di marcia. Intanto l’Anas, attraverso un comunicato riferisce: “il cantoniere Anas addetto alla sorveglianza del tratto della strada statale 36al km 41,900, sul quale alle ore 17.20 è ceduto il cavalcavia n. 17 della strada provinciale SP49, già attorno alle ore 14.00, avendo constatato il distacco di alcuni calcinacci dal manufatto, ha disposto immediatamente la loro rimozione e la parzializzazione della SS36 in corrispondenza del cavalcavia. Subito dopo il cantoniere, in presenza della Polizia Stradale, ha contattato gli addetti alla mobilità della Provincia di Lecco, responsabile della viabilità sul cavalcavia, e li ha ripetutamente sollecitati alla immediata chiusura della strada provinciale SP49 nel tratto comprendente il cavalcavia. Gli addetti della Provincia hanno richiesto un’ordinanza formale da parte di Anas che implicava l’ispezione visiva e diretta da parte del capocentro Anas, il quale si è attivato subito, ma proprio mentre giungeva sul posto il cavalcavia è crollato”, successivamente Anas informa attraverso un ulteriore comunicato “Anas, con i propri operai e con ditte specializzate, sta provvedendo assieme alla Polizia stradale e ai Vigili del Fuoco, al taglio delle travi della campata e sta partecipando alle operazioni di soccorso.È inoltre stato confermato che il Tir che è precipitato dal cavalcavia della strada provinciale SP49 era un trasporto eccezionale di notevole ingombro e peso, autorizzato dalla Provincia di Lecco. Non risulta ancora verificato il peso effettivo del mezzo. Il cavalcavia era stato realizzato tra gli anni Sessanta e Settanta dalla Provincia di Como”. La Procura della Repubblica di Lecco ha aperto un’inchiesta sul crollo e presto sarà acquisita la documentazione e saranno ascoltati i testimoni. L’associazione Codacons commenta quanto accaduto: “Una tragedia inaccettabile che, se confermate le indiscrezioni emerse in queste ore, potrebbe addirittura essere frutto della malaburocrazia tra enti stradali. Vogliamo capire perché la statale 36 non sia stata chiusa in quel tratto con effetto immediato dopo i primi cedimenti, e chiediamo alla Procura di accertare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, allo scopo di verificare i fatti alla luce della possibile fattispecie di Attentato alla sicurezza dei trasporti. L’art. 432 del codice penale, infatti, afferma che «Chiunque pone in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti per terra, per acqua o per aria, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Se dal fatto deriva un disastro, la pena è della reclusione da tre a dieci anni”.