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Editoriali

le stragi famigliari ci colpiscono

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Tempo di lettura 3 minuti

di Andrea Barbi

Prima che le televisioni mandino in onda fiumi di discussioni, spesso demagogiche, scontate e anche ipocrite riguardo la tragedia accaduta nella profonda provincia ferrarese, paragonando gli omicidi di Langorino con quelli commessi a Novi Ligure dai fidanzatini Erika e Omar o con quelli commessi 10 anni prima da Pietro Maso aiutato da tre suoi amici nel veronese. Prima che chiunque si improvvisi sociologo, antropologo o filosofo, ergendosi al livello di chi può permettersi di giudicare fatti dai quali pensa di essere completamente immune, perchè ricondotti alla pazzia di un singolo individuo o all'educazione che ha ricevuto in un contesto famigliare e sociale malsano e squilibrato; è doveroso ricordare una persona che nessuno ha ancora preso in considerazione, se non di sfuggita, Alessandro Vincelli. Alessandro è il fratello 25enne di Riccardo, il ragazzino 16enne che martedì nel primo pomeriggio ha avvertito prima i vicini di casa, poi i carabinieri fingendo di aver trovato i cadaveri dei propri genitori. Lui e il suo migliore amico, di un anno più grande, hanno tentato di depistare le indagini degli inquirenti, ma tutta la dinamica del crimine e i racconti del giovani non hanno convinto, fin dall'inizio, gli investigatori. Dopo 10 ore di interrogatori serrati presso la caserma dei carabinieri di Comacchio lui e il suo complice hanno confessato l'orribile dinamica dei fatti. Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni sono stati uccisi nel sonno a colpi di ascia, nella notte tra lunedì e martedì, proprio dal loro figlio aiutato dal suo compagno di avventure. La coppia di ristoratori aveva anche un altro figlio che studia cinema a Torino. Questo ragazzo appassionato di film d'azione e di manga ora non ha più i genitori per colpa del fratellino con il quale è cresciuto. La sua famiglia è stata completamente distrutta in quella notte di follia sulla quale continuano ad emergere particolari sempre più agghiaccianti. Pare infatti che Riccardo Vincelli avesse programmato l'omicidio da giorni e per convincere l'amico ad aiutarlo gli aveva promesso dei soldi. L'arma del delitto è stata gettata in un piccolo canale non lontano dal piccolo centro abitato di un'altra frazione (Caprile) a pochi km di distanza dal luogo del crimine. Il movente economico è stato escluso dal procuratore di Ferrara durante una prima conferenza stampa. Da indiscrezioni pare che la causa di una tale ferocia omicida sia da ricercarsi nei contrasti che l'adolescente aveva con i propri genitori e in particolare con la madre a causa dello scarso rendimento scolastico del 16enne e in generale del suo stile di vita poco regolare. Sicuramente altri particolari raccapriccianti emergeranno nelle prossime ore e non faranno altro che alimentare quel senso di incredulità e orrore che coglie tutta l'opinione pubblica in questi casi. Vicende come queste non si possono liquidare con facilità tirando in ballo raptus omicidi, malattie mentali o altro, perché siamo di fronte a persone lucide, nel pieno delle proprie facoltà mentali che premeditano le loro azioni. E' proprio questo che spaventa, terrorizza anche più della violenza stessa; i genitori di ragazzi adolescenti in particolare. La normalità quotidiana che diventa cronaca nera nazionale, una villetta in provincia che diviene una casa degli orrori. I contesti ordinari all'interno dei quali vengono partorite queste stragi pazzesche e inconcepibili turbano tutti perché tutti vi si possono immedesimare. Per questo motivo ogni particolare della tragedia diventa importante, si cerca di recepire più informazioni possibili sulla storia di quella famiglia distrutta e sulle personalità dei singoli componenti dai media, in modo quasi ossessivo, con la speranza di trovare una qualche anomalia. Quel qualcosa che ci possa tranquillizzare e convincerci di essere diversi, di vivere in una realtà in cui queste atrocità non accadono. La verità è che, così come non esistono motivi tanto gravi che possano giustificare, o almeno servire a comprendere razionalmente, questi gesti assurdi; non ci sono nemmeno motivi per pensare di esserne immuni. 

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