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Editoriali

Le Ong e… “A livella” di Totò: figli e figliastri degli aiuti umanitari

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Di Ong, organizzazioni non governative, se ne conoscono di diversi tipi. Alcune hanno lo status di “ente benefico”, altre si registrano per l’esenzione fiscale reclamando scopi sociali. Fra le tante formazioni si trovano altre costituite per interessi politici o religiosi. Questo in sintesi è quanto si apprende da una veloce ricerca sul motore di ricerca Google.

Diceva Antonio de Curtis, in arte Totò: “…Muorto si’tu e muorto so’ pur’io”

“La Livella”, un gioiello di arte poetica, scritta nel 1964 dal grande Totò, nel suo duplice aspetto letterale e allegorico, parla alle coscienze e racchiude tanta saggezza che, ahinoi, oggi raramente si può reperire nei tanti scritti in circolazione. Certo non dei pensieri racchiusi nei versi di de Curtis, che si vuole parlare, bensì dell’unica certezza, finora mai smentita e cioè, per dirla con l’autore: “Muorto si’tu e muorto so’ pur’io”. La livella che pareggia tutte le ingiustizie. Qualcuno potrebbe domandarsi, per quale morboso piacere si è deciso di trattare questo argomento? Nessun piacere e nessuna morbosità, è solamente una triste constatazione di quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi.

Solidarietà a tutti, aiuti umanitari e figli e figliastri

Un essere umano in pericolo di morte per annegamento, un altro che rischia di essere sopraffatto, chi è in pericolo essere lapidato, chi rischia di essere bruciato vivo, merita sempre l’aiuto umanitario. Per inverso ne consegue che l’atto umanitario non può essere circoscritto solamente a casi particolari, selezionati, mentre si scarta quanto non si è comodo oppure di proprio gradimento o convenienza.

Stride a volte l’ipocrisia di certi aiuti umanitari

‘A livella di Totò richiama le coscienze alle loro responsabilità, puntando il dito, allegoricamente parlando, verso: “ …..’n ‘ata tomba piccerella,/ abbandunata,senza manco un fiore;/pe’ segno,sulamente ‘na crucella./ E ncoppa ‘a croce appena se liggeva: “Esposito Gennaro – netturbino”:/guardannola,/ stu muorto senza manco nu lumino”. Umanamente parlando, al netturbino spetta lo stesso trattamento umanitario di quello riservato a: “Il nobile marchese, signore di Rovigo e di Belluno, che dorme in pace” avendo “ ‘O stemma cu ‘a curona ‘ncoppa a tutto…/ …sotto ‘na croce fatta ‘e lampadine;/tre mazze ‘e rose cu ‘na lista ‘e lutto:/cannele,cannelotte e sei lumine”.

Dalla poesia di Totò alla prosaica e sgradevole realtà quotidiana

Uscendo fuori dalla poesia di Totò per immergerci nella prosa quotidiana , il tutto si traduce in fatti che girano intorno all’uomo, spaziando da nord a sud e da est a ovest. Il bambino pakistano Iqbal Masih, venduto a 4 anni al proprietario di una fabbrica di tappeti, ridotto in schiavitù per ben 6 lunghi anni, scappando tentò di denunciare la sua triste avventura ma intercettato dalla rete mafiosa che cura il reclutamento di bambini -schiavi fu ucciso. Il tutto è successo nel maggio 2017. Iqbal Masih non è morto annegato sulla spiaggia di Bodrum in Turchia come lo sventurato Aylan Kurdi di cui tanto parlò la stampa e tanto giustamente si indignò l’opinione pubblica nel 2015. Iqbal scomparve come era vissuto, sconosciuto ed ignorato dai tanti buonisti benpensanti.
L’India,paese emergente con un’ economia che cresce a ritmi altissimi, ancora presenta sacche di forti squilibri, in particolare in riferimento ai diritti delle minoranze e spesso la tolleranza di alcuni trattamenti disumani passa inosservata. Le testimonianze di donne e bambini maltrattati e stuprati non vengono presi sul serio e ci si rifiuta di accettare che siano realmente sottoposti a trattamenti ormai ritenuti disumani.

Alcune Ong americane si limitano a denunciare questi fatti e a fornire statistiche

L’Europa fa altrettanto, ne prende atto ed a Strasburgo, nel lontano 25 ottobre 2012 firmò la Convenzione contro la tortura, contro i trattamenti crudeli, disumani o degradanti. Quante missioni di salvataggio di queste donne sono state effettuate dalle associazioni umanitarie fino ad oggi, a prescindere naturalmente, dalle statistiche, proclami e convenzioni? In India pare non si riesca a fare arrivare la grande stampa. Degli abusi nei campi di detenzione libici, testate nazionali e non solo ne hanno fatto interi reportage. Hanno commosso mezza Italia i racconti di decine di donne somale ed eritree stuprate da poliziotti e milizie libiche, di donne e bambini picchiati, seviziati, lasciati morire di fame, di stenti e di malattie . La grande stampa e le reti tv fanno veramente un encomiabile lavoro. Quello che non si comprende è perché non si trovano gli stessi reportage per raccontare quello che succede nella lontana India , Pakistan e altri paesi del medio oriente.

Fatti e misfatti che non fanno notizia

Nel 2011 il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), pubblicò uno studio di Massimo Introvigne di fatti raccapriccianti che sembra non indignino alcuno . Secondo questo rapporto ogni anno i cristiani uccisi nel mondo per la loro fede sono 105.000, uno ogni cinque minuti. A parte un’ironia becera e fuori luogo, in Italia non risulta che la notizia abbia tormentato il sonno dei buonisti e delle associazioni umanitarie. Dal 2011 la situazione si aggrava sempre più e le minoranze, senza alcuna distinzione di appartenenza religiosa, vengono soventemente discriminate, maltrattate e perseguitate.

La Livella di Antonio de Curtis, maestra di vita

Leggendo gli ultimi versi di Totò viene lo sconforto al solo pensare:“Questa è la vita! /chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!” Peggio del buonismo peloso c’è l’ipocrisia. Il solo fare per apparire è peggio del nulla fare. La falsità affoga più anime che le onde del mediterraneo…. Muorto si’tu e muorto so’ pur’io e non importa dove e se in India, in Egitto, in Siria, in Iraq, in Nigeria o ad Irpinia.

Emanuel Galea

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