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Roma

Le mille sfaccettature di un comportamento criminale

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Tempo di lettura 2 minuti Studiare criminologia a Roma, come in altre grandi città che stanno espandendo le loro ricerche nel settore

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Redazione
Una società si distingue dal codice di leggi che ne regolano il comportamento. Una fetta di questa società, per ragioni diverse, si oppone a questo codice infrangendolo e rientrando in una tipologia che la stessa società condanna e punisce secondo logiche e maniere diverse. Molte realtà tribali si limitavano a cacciare fuori dalla comunità il reo, altre ne facevano oggetto di sacrificio, la nostra, razionale, democratica e pluralista invece ha cercato sin dall'ottocento di considerare il crimine come un fenomeno integrato nella società e il criminale un malato.

I primi tentativi di codificare il crimine appartengono agli studi di Cesare Beccaria col suo 'Dei delitti e delle pene'. Nel secolo diciannovesimo è il proliferare delle scienze dell'anima a cercare risposte e soluzioni con risultati non sempre esaltanti. Sì perché Psicologia e Psichiatria, e conseguentemente la Psicoanalisi, partono dal concetto che la tendenza criminale sia un male individuale e come tale curabile. Solo ultimamente studi post-marxisti hanno introdotto il concetto del male sociale dovuto a una deriva di carattere sia morale che sociologico.

È Claudio Mencacci, fra tanti, ad azzardare delle teorie sul dilagare della logica dell'appartenenza dei cosiddetti Jihadisti dell'ultim'ora, di carattere e origine occidentale. Il Presidente della Società Italiana di Psichiatria li considera quasi privi di personalità ed in cerca di qualcosa che sostituisca un mondo che cambia e nel quale non si riconoscono, ha parlato di un terrorismo generato dal disfacimento dei valori tradizionali e orientato all'appiattimento nichilista, sulla linea esaltante dell'emulazione, che trasforma chi sacrifica la propria vita, con un gesto eclatante, in un eroe da rotocalco.

L'esplodere della violenza senza apparente ragione ha fatto della Scienza del Crimine una risorsa dove impiegare specializzati ed energie. Studiare criminologia a Roma, come in altre grandi città che stanno espandendo le loro ricerche nel settore, vuol dire scegliere di frequentare il master come quello dell’Unicusano in 'Crime scene investigation'; infatti, per diventare criminologi oggi occorre, oltre alla laurea, un master di specializzazione, che comprenda un tirocinio formativo presso una struttura che agisca sul campo, con particolare attenzione allo sviluppo della mente analitica.

Infatti per quanto simili siano i risultati, le ragioni di un comportamento criminale possono essere diverse, come diverse sono le teorie. I primi studi dell’era moderna risalgono al XX secolo, nei quali si attribuivano le cause di un comportamento criminale a fattori di tipo biologici, neurofisiologici e genetici. Queste teorie sono state successivamente messe in discussione dagli psicanalisti che ponevano al centro della discussione aspetti quali il temperamento della persona, il carattere e la personalità. Mentre altri esperti sociologi sostenevano che l’ambiente sociale avesse un impatto di gran lunga maggiore nello sviluppo di comportamenti deviati e criminosi. Tra le varie scuole di pensiero famosa è la “teoria della disorganizzazione sociale” di Chicago, secondo la quale un comportamento criminale si verifica quando le persone non ritengono adatte determinate norme e leggi che regolano la loro società e decidono di sovvertirle. Per citarne altre esiste anche la “teoria dei conflitti culturali” di Sellin, la “teoria delle opportunità differenziali” di Cloward e Ohlin e molte altre.

La molteplicità delle possibili cause che portano a un comportamento deviato e, purtroppo, la costante presenza di comportamenti di questo tipo ha portato la scienza criminale a diventare una specializzazione molto richiesta in tutti i settori della giustizia ordinaria.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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