Le istituzioni educative: perché si parla di crisi?

Tutte le istituzioni educative (famiglia, scuola, servizi alla persona), oggi, stanno decadendo di fronte alla necessità di fare dei nostri ragazzi delle persone responsabili e determinate. Quello che nella società odierna sta venendo meno è il concetto di autorevolezza: dire NO quando è necessario.
I ragazzi mancano di passioni e non sanno nemmeno come e dove cercarle. Dinanzi a tali aspetti la generazione odierna dichiara che le uniche passioni sono fumare, bere alcolici, chattare con gli amici e “sballarsi” durante la notte.
Queste affermazioni molto frequenti hanno da sempre colpito l’essenza di noi adulti che, ripensando alla nostra epoca, dove i ragazzi/e avevano altre passioni come lo sport, la lettura, rimangono estraniati da quanto oggi accade.
A distanza di una ventina d’anni dai ragazzi di oggi, molti colleghi si sentono di dire che il cambiamento generazionale è avvenuto non solo nei giovani, ma anche nei genitori e nell’intera società.
Un clima quello attuale molto volubile e superficiale nei confronti di valori e passioni che si sono offuscate dallo scarso se non nullo potenziale delle nuove generazioni. Il potenziale dei giovani d’oggi è assopito, nascosto; sarebbe necessario “tirarlo fuori” e farlo germogliare.
I giovani necessitano di figure di sostegno che sappiano “scavare” in loro le parti significative per il loro sviluppo psicosociale ed emotivo. I primi, a muoversi in tal senso, dovrebbero essere le figure genitoriali e a seguire tutte le altre agenzie educative tra cui, educatori, insegnanti, amici, docenti etc …
Bisognerebbe costruire, come affermava lo studioso Bruner, una sorta di impalcatura che sorregga l’educazione e la formazione dei nostri ragazzi: il nostro domani.
Un domani che non è visto in modo roseo date le circostanze e i ruoli che molti “esperti” dell’educazione stanno adottando: scarsa autorevolezza, pochi progetti educativi volti alla comprensione dei giovani, mediocrità nel discernere ciò che è bene da ciò che è male e poca attenzione ai bisogni fisici, ma anche psicologici dei nostri ragazzi.
Una società dell’educazione abbastanza carente di idee per supportare le novità del mondo d’oggi: la globalizzazione, l’inclusione, il benessere psico-fisico di ciascun soggetto, la scarsa emancipazione culturale e l’apparenza come primo obiettivo da raggiungere.
Sarebbe opportuno un cambio di marcia per “costruire” una società migliore che dovrebbe ospitare bambini e giovani che diventeranno gli uomini e le donne del futuro.