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Redazione Lazio

LAZIO SANITA', IL FALLIMENTO DEL DECRETO POLVERINI

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Tempo di lettura 5 minuti Il decreto 80 che doveva razionalizzare e potenziare il servizio ha messo la sanità del Lazio in ginocchio

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Chiara Rai

Il decreto 80 del 30 settembre 2010 tanto contestato fa acqua da tutte le parti. I casi di decesso, aggravio delle condizioni di salute, attese estenuanti ai pronto soccorso, mancanza di barelle e posti letto nei punti di prima emergenza, infarti mal gestiti e parti di fortuna, liste d’attesa per visite specialistiche, acuzie in tilt, manifestazioni e sit in con persone su tetti e gru in segno di protesta sono episodi all’ordine del giorno.

Il Lazio vale da solo oltre il 50 per cento del debito sanitario nazionale. Anche il 2011 si chiude con un disavanzo non coperto di 75 milioni,  come ha denunciato il segretario regionale della Cgil del Lazio. A conclusione il saldo negativo tra entrate e uscite nel 2011 sarà lo stesso di quello del 2010. Pertanto il disavanzo economico annuo in sanità è ormai “cristallizzato”: circa 1.400 milioni pari al 14% delle entrate, e che la Regione è obbligata a farvi fronte con l’aumento dell’addizionale IRPEF, dell’IRAP e con proprie risorse di bilancio.

Oltre a questo c’è da dire che la Regione si è avvantaggiata di maggiori entrate dal Fondo sanitario nazionale in ragione dell'aumento della popolazione. A Bracciano si lotta per tenere in vita l’ospedale, il Consiglio di Stato che ha sospeso la sentenza del Tar apre un margine di speranza affinché si possa evitare un declassamento che rischia di mietere altre vittime. I cittadini rischiano sulla propria pelle. Ai Castelli Romani, intanto che si attende il Nuovo Ospedale che arriverà a cifre stratosferiche, perché 500 milioni non basteranno per tagliare realmente il nastro, la sanità è in ginocchio e sono stati buttati altri soldi per agevolare le campagne elettorali. A Marino i lavori del pronto soccorso mai conclusi sono una fotografia di altri soldi impiegati per un punto di prima emergenza che avrebbe dovuto radere al suolo quello di Frascati, ma anche lì il Tar non ha permesso che il decreto 80 cancellasse la storia della sanità frascatana. E’ un vero flop in tutti i sensi. Non si è risparmiato e si sono fatti dei gravi danni. Le proposte del Commissario Polverini per la famigerata riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, si fondano sulla suddivisione “geografica” del territorio in 4 Macro Aree:

I° macroarea

Comune Roma – Asl RmA (Municipi I,II,III,IV dove sono stati tagliati 295 posti letto),

Provincia di Roma – Asl RmG (Monterotondo, Guidonia,Tivoli,Poli Subiaco, Palestrina, Colleferro dove dono stati tagliati 349 posti letto e chiusi 2 ospedali), Provincia Frosinone – Asl FR (taglio  di 302 posti letto e chiusi 8 ospedali), Roma (mun. III) Policli. Umberto I° (tagliati 105 posti letto)

II° Macroarea

Roma – Asl RmB (municipi. V,VII,VIII,X taglio di 5 posti letto)

Roma (municipio I) A.O. S Giovanni (taglio di 73 posti letto)

Roma – Asl RmC (municipi. VI,IX,XI,XII taglio di 270 posti letto)

Provincia di Roma-Asl RmH (Frascati, Albano, Ciampino,Velletri tagliati 446 posti letto e chiusi due ospedali)

Roma (municipio X) A.O. U. Tor Vergata (aumentati 46 posti letto)

Roma (VII) pol. Camp. Bio Medico (aumentati 20 posti letto)

Roma (XI) IRCCS Santa Lucia (tagliati 146 posti letto)

Roma (XII) I.F.O. (tagliati 53 posti letto)

III° Macroarea

Comune Roma – Asl RmD (municipi XIII,XV,XVI Comune di Fiumicino tagliati 372 posti letto)

Roma (XVI) A.O. S Camillo Forlanini (aumento di 25 posti letto)

Provincia di Roma-Asl RmH (Anzio e Pomezia, tagliati 113 posti letto)

Roma (XVI) IRCCS Spallanzani (tagliati 10 posti letto)

Roma (XVI) IRCCS S. Raffaele Pisana (tagliati 93 posti letto)

IV° Macroarea

Roma IDI (tagliati 93 posti letto)

Comune Roma – Asl RmE (XVII,XVIII,XIX,XX tagliati 595 posti letto)

Provincia di Viterbo – Asl VT tagliati 226 posti letto e chiusi 3 ospedali

Roma A.O. S. Filippo Neri (tagliati 42 posti letto)

Roma (XIX) policlinico Gemelli (tagliati 158 posti letto)

Roma (XX) A.O S. Andrea (aumentati 24 posti letto)

Provincia di Rieti – Asl RI (tagliati 82 posti letto e chiuso 1 ospedale)

Provincia di Roma – Asl RmF (Civitavecchia,Cervetri,Bracciano, Fiano tagliati 48 posti letto e chiuso 1 ospedale)


Da questo quadro si capisce chiaramente che ad essere penalizzate sono le province. E si fa avanti un modello di ospedale distrettuale che lascia il tempo che trova perché sono una sorta di vecchia guardia medica col vestitino nuovo di zecca.

Di seguito il bollettino degli ospedali che in queste ore, mentre si parla, vivono momenti difficili da raccontare e difficilmente raggiunti da un'assidua cronaca mediatica. 

Ho evitato di fare distinzioni tra le varie sfumature dell’ospedale distrettuale di II livello (ci sono i tipi A, B, C, ma la musica non cambia per gli acuti penalizzati e per tutte quelle specialistiche rase al suolo. 

Santissimo Gonfalone Monte Rotondo ospedale distrettuale di II livello e dista 27 km da Tivoli

Angelucci Subiaco ospedale distrettuale di II livello e dista 43 km da Tivoli

Santissimo Salvatore Palombara Sabina ospedale distrettuale di II livello

Giovanni Battista Zagarolo Poliambulatorio specialistico

Spolverini di Ariccia ospedale distrettuale di I livello

Cartoni di Rocca Priora Poliambulatorio specialistico 10 km da Albano

Padre Pio di Bracciano ospedale distrettuale di II livello a 51 km da Civitavecchia

Civile di Anagni ospedale distrettuale di II livello a 18 km da Colleferro

Pasquale del Prete Pontecorvo ospedale distrettuale di II livello a 44 km da Frosinone

Civile di Ceccano assistenziali e finalità sociali

Ferrari di Ceprano assistenziali e finalità sociali

Riabilitativo Ferentino assistenziali e finalità sociali

Santa Croce Arpino finalità sociali

Della Croce Atina finalità sociali

In memoria dei Caduti Isola Liri Hospice

Sezze ospedale distrettuale di II livello

Gaeta ospedale distrettuale di II livello (sono già chiusi gli acuti)

Minturno ospedale distrettuale di II livello (sono già chiusi gli acuti)

Regina Margherita (Roma) ospedale distrettuale di II livello

Paraplegici Ostia rimane riabilitazione per mielolesi

Acquapendente ospedale distrettuale di II livello

Monte Fiascone ospedale distrettuale di II livello

Ronciglione ospedale distrettuale di II livello

Marzio Marini Magliano (Rieti) ospedale distrettuale di II livello

Grifoni Amatrice ospedale distrettuale di II livello

E i nuovo ospedali? Secondo il PSR approvato con DC87/2009 la loro costruzione è bloccata, eppure nel caso del nuovo ospedale dei Castelli, pare che il cantiere proceda e anche la Regione ha confermato di recente la sua intenzione di prosecuzione.

Nuovo Ospedale dei Castelli ad Ariccia :La realizzazione del progetto è subordinata alle dinamiche di pianificazione in accordo con il Ministero della Salute

Nuovo Ospedale del Golfo a Formia: E’ stato tolto il riferimento alle modalità di finanziamento per la costruzione, chedovrà avvenire entro 5 anni.

Nuovo Ospedale della Valle del Tevere a Monterotondo: Non è più prevista la sua costruzione.

 

Il fatto grave è che non vengono quantizzati i risparmi conseguenti alle riconversioni e si continua a parlare di trasferire attività di acuti ma non si dice dove come giustamente ha affermato Giorgio Cerquetani, del dipartimento sanità CGIL Roma Lazio che ha raccolto questi e tanti altri dati. Tutte le specialità sono concentrate a Roma. Manca inoltre una valutazione delle emergenze. Si riducono le rianimazioni in periferia quando patologie emergenti come l’infarto trovano soluzione positiva se si interviene in pochi minuti, altrimenti aumentano del 60% le mortalità. L’ospedale di distretto deve essere correlato con ospedali di riferimento sufficientemente vicini. Ma neanche a parlarne. E’ essenziale calcolare la popolazione di riferimento indici ISTAT aggiornati e 1.01.2009 come fa il piano di riordino. Occorre realmente girarsi ad uno gli ospedali, parlare con i sindaci, ascoltare e valutare le reali necessità e vocazioni del territorio in base a superficie e popolazione e bacino d’utenza. Occorre sì tagliare, ma con criterio.
 

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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