Connect with us

Redazione Lazio

LAZIO RIFIUTI: FERMARE IL MALAFFARE SI PUO' E SI DEVE

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 5 minuti La partita non è semplice; il malaffare è pronto a riprendersi le redini di quello che con l’attuale impostazione del vigente Piano Regionale Rifiuti rimane il grande business dei rifiuti.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

di Ferdinando BonessioPresidente Verdi Lazio

Come superare il “metodo Cerroni” e le infiltrazioni criminali nella gestione dei rifiuti nel Lazio. Un vero tsunami quello che, partendo dalla Procura di Roma, si è abbattuto sul sistema politico-imprenditoriale che per circa 40 anni ha gestito lo “smaltimento dei rifiuti” nella capitale e nell’intera Regione Lazio. Chiunque si appresti a ragionare su quanto è accaduto, non può non riconoscere ampio merito ai Comitati di Albano che nel 2009 si rivolsero agli inquirenti della Procura di Velletri presentando un circostanziato esposto-denuncia contro le “disinvolte” procedure tecnico-amministrative seguite dalle Amministrazioni per autorizzare quello sarebbe dovuto diventare il grande inceneritore di rifiuti dei Castelli. Ciò che lentamente emergeva dalle indagini avviate dalla Procura veliterna, che come riferiscono gli inquirenti è risultata per fortuna essere autonoma dal controllo operato attraverso il “metodo Cerroni”, apparve ai Pubblici Ministeri di così ampia rilevanza con il coinvolgimento di numerose Istituzioni aventi sede nella capitale, da rendere necessario il trasferimento degli atti alla Procura di Roma. Ripetuti sono stati i tentativi di sabotare le indagini dei P.M., ma deve far riflettere che “qualcuno” è addirittura arrivato a “far sparire” il fascicolo con la richiesta di arresto per gli indagati dalla sede degli uffici di piazzale Clodio. È chiaro che, ad un certo punto delle indagini, nessuno si è più potuto “voltare dall’altra parte” come era accaduto più volte in passato quando si tendeva a derubricare l’insieme di quei reati come necessari per una non meglio definita “pubblica emergenza”.

Da non sottovalutare che, con il trasferimento a Roma delle indagini, la Procura ha potuto riscontrare l’attendibilità e la veridicità dei tanti esposti presentati dal Comitato Malagrotta prima e, successivamente, dagli altri Comitati sorti a difesa del proprio territorio. Ora ci si trova davanti a un bivio.

Da una parte vi è il rischio di consentire al “malaffare” di risorgere dalle proprie ceneri e ricostituirsi come soggetto pronto a rientrare nel grande affare dei rifiuti continuando una criminale speculazione economica e un reiterato attacco all’ambiente ed alla salute dei cittadini. Dall’altra vi è la clamorosa opportunità di cambiare veramente registro, di intraprendere la via di un modello sostenibile nella “gestione dei rifiuti” di Roma e del Lazio realmente lecito, trasparente e partecipato.

Di fronte a questo bivio ci siamo tutti: i cittadini, i comitati, le associazioni, le forze politiche e le istituzioni a livello comunale, provinciale e regionale. I primi, i cittadini e le rappresentanze territoriali, dovranno compiere un grande sforzo di coesione comprendendo che esiste ormai un’unica “vertenza rifiuti Lazio” dalla quale si esce vincitori tutti insieme o si perde tutti, trascinando nel disastro anche le prossime generazioni e le comunità locali. I secondi, forze politiche ed Istituzioni, debbono iniziare realmente a mettersi, senza alcun ulteriore ritardo, dalla parte della difesa dei “beni comuni” che in questo caso sono rappresentati dalla irrinunciabile salvaguardia dell’ambiente e dalla tutela della salute dei cittadini.

La partita non è semplice; il malaffare è pronto a riprendersi le redini di quello che con l’attuale impostazione del vigente Piano Regionale Rifiuti rimane il grande business dei rifiuti. Il metodo è ormai chiaro e ripetutamente denunciato dai Comitati: si tiene basso o comunque lento e complicato il crescere della raccolta differenziata porta a porta, si sceglie di puntare su impianti a ad “alto costo economico” e ad “alto impatto ambientale” come i TMB e gli inceneritori (molti di proprietà privata), si cerca una mega-discarica, ipocritamente chiamata “di servizio”, si sostiene il tutto con gli enormi “incentivi statali” a fondo perduto di cui beneficia chi in Italia (unico Paese in Europa) produce corrente elettrica dalla combustione dei rifiuti.

Da aggiungere che questo quadro sembrerebbe essere ulteriormente confermato dalla nuova scelta delle Amministrazioni laziali di puntare sugli impianti di “Biodigestione”. Questi altro non sono che centrali elettriche a biogas anch’esse sostenute dal sistema degli incentivi statali che veicolano enormi flussi di denaro.

Poco importerà alla collettività se a riprendere l’attuazione di questo scellerato piano sarà nuovamente un risorto Cerroni od un altro imprenditore romano senza scrupoli che, dalle pagine di un noto quotidiano di sua proprietà, attualmente inveisce contro tutto e tutti pronto a scendere in campo per la sostituzione.

Quello a cui si deve puntare senza se e senza ma, cittadini e istituzioni insieme, è un vero cambio di passo sulla gestione dei rifiuti che tolga definitivamente di mezzo l’attuale metodo di “smaltimento” ad insostenibile impatto ambientale e con esso l’interesse del “malaffare” per quello che è un sistema drogato dagli enormi proventi economici generati dalla proprietà privata degli impianti e dall’accaparramento degli incentivi pubblici. Bisogna ricordare che il Governo, attraverso il GSE, era pronto sostenere la realizzazione dell’inceneritore di Albano con quasi 400 milioni di Euro. Un’immensa massa di denaro pronta ad accendere gli interessi di affaristi, imprenditori senza scrupoli e classe politica.

Ora, visto che anche dalla proposta del nuovo piano regionale rifiuti è stata cancellata la necessità di realizzare l’inceneritore dei Castelli, tutti dovremmo chiedere che lo Stato riversi quei finanziamenti già accantonati per realizzare un’impiantistica del tutto nuova. Si tratterebbe di una serie di impianti a medio-basso costo, con un impatto ambientale senza dubbio inferiore e ad alto livello occupazionale che renderebbero il Lazio autosufficiente nella lavorazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata. La stessa AMA dovrebbe rilanciare il proprio “piano industriale” puntando a diventare leader nella raccolta differenziata di qualità e titolare di impianti per la lavorazione freddo dei materiali riciclati da riciclare. È solo da un rifiuto differenziato di qualità, raccolto con il coinvolgimento attivo di tutta la popolazione, che si troverebbero le risorse economiche adeguate a sostenere industrialmente un sistema che veramente considera il rifiuto come una risorsa da recuperare e non come uno scarto da conferire in discarica od un combustibile da trasformare in energia. Le Amministrazioni pubbliche dovrebbero rivalutare nella gestione virtuosa dei rifiuti il ruolo strategico che potrebbero avere le piccole e medie imprese del Lazio nonché il settore delle cooperative avendo come obiettivo quello di contribuire a rilanciare l’occupazione ed a spazzare via qualsiasi nuova forma di monopolio nel settore.

Mai più mega-discariche private, altrettanto dannose e quasi impossibili da bonificare, ma l’adozione da parte della Regione di un progetto di gestione rifiuti che vada verso la strategia Rifiuti Zero in 6 mosse concrete:

1) Riduzione della produzione di rifiuti;

2) Riuso di tutti i beni ed i materiali recuperabili;

3) Raccolta differenziata spinta porta a porta domiciliare o condominiale contestuale ed obbligatoria per tutti i comuni del Lazio;

4) Realizzazione di impianti a freddo per la lavorazione finalizzati al massimo recupero dei materiali e della frazione organica (compostaggio aerobico) provenienti dalla Raccolta differenziata;

5) Sostegno alla creazione di una rete di centri dedicati al riciclo dei materiali recuperati.

6) Individuazione, attraverso la partecipazione e la responsabilizzazione delle comunità locali di aree dove collocare piccole “discariche residuali”.

È inoltre necessario inserire come elemento importantissimo nella strategia da perseguire la disincentivazione di tutte le forme di incenerimento dei rifiuti (CDR e CSS), attualmente utilizzabili anche negli altiforni dei cementifici e delle centrali termoelettriche. Tale scelta va presa anche in considerazione del fatto che l’intera Europa sta ormai abbandonando progressivamente questa pratica (la UE nelle nuove linee strategiche ambientali ha approvato il divieto dal 2020 di incenerire qualsiasi rifiuto riciclabile).

Solo partendo dalla condivisione di una proposta così articolata che parta dalle scelte strategiche sopra indicate, sicuramente da approfondire e migliorare, si può pensare per il Lazio ad una gestione dei rifiuti organizzata nell’interesse diffuso dei cittadini, definitivamente sottratta ai signor Cerroni di turno o ai loro pronti e rapaci eredi.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti