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di Adriano Palozzi – consigliere regionale di Forza Italia
Si allunga impietosamente la lista dei dirigenti esterni voluta dal presidente Zingaretti. Dopo aver gentilmente donato consulenze a una ventina di funzionari provenienti da altri enti, il presidente della Regione, come un novello Babbo Natale, è pronto a dare ulteriori e ricchi incarichi. I bandi di concorso sono freschi freschi e graveranno come al solito sulle tasche dei contribuenti per quasi un milione di euro. Alla faccia della dignità del nostro efficiente personale, il governatore ha così deciso di ricercare le nuove figure professionali, utilizzando il collaudato sistema che, sebbene permesso dalla normativa, lascia tanti, troppi dubbi legati ad opportunità e buonsenso: la procedura non prevede, infatti, alcuna prova selettiva, né una comparazione formale fra i soggetti candidati e piuttosto una designazione motivata soltanto dal direttore regionale responsabile. Purtroppo nulla di nuovo sotto il sole della Colombo. Nell’ultimo mese ben tre le figure ricercate dall’esecutivo di centrosinistra. La prima con provvedimento del 14 novembre per l'affidamento dell'incarico di dirigente dell'Area "Ragioneria ed Entrate" della Direzione regionale "Programmazione economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio"; la seconda, con atto del 25 novembre, per l'affidamento dell'incarico di dirigente dell'Ufficio "Servizio geologico e sismico regionale" dell'Area "Difesa del suolo e mitigazione rischio idrogeologico" della Direzione regionale "Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative"; e la terza, con atto di organizzazione del 4 dicembre, per l’affidamento dell’incarico di dirigente dell’Area “Tributi, Finanza e Federalismo” della Direzione regionale “Programmazione economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio”. Tutti e tre i dirigenti avranno un contratto triennale con stipendi annuali che sfiorano i 100mila euro. Numeri eloquenti che fanno arrabbiare i nostri poveri cittadini, costretti a convivere con una sanità malata, un bilancio regionale deficitario, una pressione fiscale elevatissima e una inefficienza amministrativa, quella zingarettiana, senza eguali nella storia della Regione.
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