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Redazione Lazio

LAZIO "PISANOPOLI": FASTI E BAGORDI NELLA REGGIA DELLA DIVA RENATA

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Tempo di lettura 6 minuti In via della Pisana sta accadendo un fenomeno paragonabile a quello che fa impazzire la maionese.

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Intanto la proposta del radicale Rossodivita per l’anagrafe pubblica degli eletti è stata bocciata.

Esaminando i bilanci online del partito di Bersani, il Pd non ne esce certamente illeso. “Abbiamo sbagliato a non dire no a quei soldi” è quanto ha rilasciato alla stampa Esterino Montino, capogruppo Pd alla Regione Lazio, volendo minimizzare il fatto di avere intascato anche loro senza battere ciglio, oltre agli stipendi, emolumenti, rimborsi e prebende varie, altri 140mila euro per ogni consigliere.

 

Emanuel Galea

Al Consiglio Regionale straordinario di ieri, lunedì 17/09/2012, è andato in scena il piagnisteo della governatrice Polverini. Tumori da estirpare, minaccia di dimissioni, accuse e rimbrotti. “Ho bloccato questa mattina i fondi dei partiti”. Questo vuol dire che prima li aveva approvati e pertanto anche lei era a conoscenza di quanto avveniva nei gruppi. Poi, rivolgendosi ai gruppi consiliari li ha accusati di fare finta di accorgersene solamente adesso. Tutti  sapevano ma nessuno parlava. Anche la Regione è diventata un altro “porto nella nebbia”.  Intanto la proposta del radicale Rossodivita per l’anagrafe pubblica degli eletti è stata bocciata. Nel corso della manovra di bilancio 2011-2013 della Regione Lazio, la Presidente Polverini ha pronunciato una bellissima frase che, ripetuta oggi, in presenza dello tsunami che sta sommergendo la Pisana, suona più come una presa in giro che altro. Discorrendo sulle procedure dei tagli da fare al bilancio, raccomandava di procedere con “consapevolezza che la politica deve saper scegliere, e che le sue scelte cambiano la vita delle persone.” Ciò dimostra che le scelte da lei stessa  deliberate, pur convinta che avrebbero cambiato, in peggio, la vita delle persone, le ha portate avanti lo stesso, a dispetto di tutto e di tutti.
In via della Pisana sta accadendo un fenomeno paragonabile a quello che fa impazzire la maionese. La partitocrazia s’illude che la gente ancora sia affezionata alle ideologie, ai colori ed alle bandiere. Sfida l’elettorato e cerca di richiamare adunanze in piazza con la speranza di risvegliare il “fu entusiasmo” degli anni trascorsi. Luca Ricolfi lo ha scritto sulla Stampa il 3 settembre: ”Nell’elettorato italiano sta accadendo quel che accadde vent’anni fa con lo sbriciolamento della Prima Repubblica, quando “diminuì drasticamente la quota di italiani che ragionavano in termini di destra e sinistra e aumentò la quota di quanti ragionavano in termini di vecchio e nuovo”.
L’apparato è sgretolato. E’ diventato zavorra e come dimostra la cronaca, è pieno di marciume. La gente reclama trasparenza, onestà intellettuale, moralità civica. Purtroppo sono merci che non si reperiscono sulla piazza della politica nostrana.
Secondo Christine Lagarde del Fmi, il problema è lo Stato mentre per Obama, lo Stato non lo è,  perché lo Stato siamo noi e noi semmai, siamo le vittime. Personalmente condivido quanto dice Obama. Da noi il problema sono i partiti, che hanno superato ogni limite di decenza e tollerabilità sociale. Ad aggravare la situazione generale lo Stato si trova stritolato tra le Regioni e le Province. Tanto i primi quanto i secondi reggono su amministrazioni allegre ed il caso Fiorito non è che l’ennesima dimostrazione, qualora ci fosse ancora bisogno di dimostrarlo.
Il caso Fiorito riempie le prime pagine di tutti i giornali ed esaminando i bilanci online del partito di Bersani, il Pd non ne esce certamente illeso. “Abbiamo sbagliato a non dire no a quei soldi” è quanto ha rilasciato alla stampa Esterino Montino, capogruppo Pd alla Regione Lazio, volendo minimizzare il fatto di avere intascato anche loro senza battere ciglio, oltre agli stipendi, emolumenti, rimborsi e prebende varie, altri 140mila euro per ogni consigliere.
Sta venendo fuori qualcosa come un fiume che rompe gli argini.. L’ex capogruppo Pdl Franco Fiorito, dal 2010 ad oggi avrebbe speso quasi 6 milioni di euro, cifra segnalata alla Guardia di Finanza dalla Banca d’Italia.  Ci riporta il Fatto Quotidiano: “8 mila euro democratici sono stati spesi per “magnà” in un ristorante di Rocca di Papa (iniziativa politica s’intende), è inevitabile che le colossali ruberie dei partiti spianino la strada a quella’’antipolitca” che fa tanto inorridire le anime belle della sinistra”.

Tutti i partiti si difendono e tutti ripetono la frase fatta: i consiglieri non sono tutti ladri. Fra loro ci sono tante persone oneste, tante persone per bene che fanno il loro dovere.
Questa è la tesi della loro difesa. Ma queste anime belle, oneste, che lavorano, che fanno il loro dovere dove stavano quando si riempivano “bonifici senza specifica di 1 milione e 426 mila euro?” Dove stavano quando si firmavano “assegni senza beneficiari di 846 mila euro”? Su quale banco facevano la pennichella quando per fatture, contributi assicurazioni e bolli auto è stato speso un milione e 272 mila euro; per non parlare poi di altri 188 mila euro registrati sotto la voce “ricaricabili”, ossia i soldi che andavano su una decina di carte di credito prepagate? ” Invece, come riportano dettagliatamente i media, quale sonno beato facevano quando si pagava 11 mila euro per una bolletta Telecom e 618mila euro per collaboratori e consulenze”?
Si è sempre pensato che i consiglieri fossero persone di media intelligenza messi in quel posto per amministrare e controllare. Mai alcuno che abbia pensato che alla Regione ci fossero delle persone cosi distratte e disinteressate riguardo cio’ che gli succedeva accanto.
I due consiglieri Radicali, unici in quella reggia della diva Renata, si sono dimostrati degni di rappresentare gli interessi del cittadino. Chi vota contro un bilancio, sapendo che ci sono delle cose che non vanno e poi sta zitto, non può certamente dire di avere fatto il proprio dovere.

Alla reggia della diva Renata alla Regione Lazio scorre un fiume di euro. Per il prossimo triennio sono stati impegnati 400milioni di euro per la realizzazione di Opere Pubbliche già programmate.
Chi controlla, mentre i consiglieri onesti, perbene, dormono sonni beati?

Vorrei concludere riportando un esempio semplice semplice per dimostrare come funzionano le cose
Parliamo della messa in sicurezza di Via Anguillarese.
L’agenzia ANSA del 3 agosto 2011 che riporto tale quale, raccontava: ”Dalla provincia di Roma arriva un contributo per la Via Anguillarese. La Giunta provinciale ha, infatti, approvato oggi una delibera che stanzia 350mila euro per la messa in sicurezza di quest’arteria. Lo comunicano in una nota il consigliere provinciale e capogruppo del partito Democratico Emiliano Minnucci e il consigliere del Pd presidente della commissione provinciale sviluppo Paolo Bianchini. Ora – proseguono – grazie alla sensibilità  del presidente Nicola Zingaretti e dell’assessore Antonio Rosati, il comune potrà procedere alla realizzazione di rotatorie e marciapiedi utili a garantire la sicurezza e a migliorare la viabilità e il decoro urbano".
Secondo il consigliere comunale Stefano Paolessi, capogruppo Pdl ad Anguillara, l’opera è stata finanziata per 550mila euro dalla Regione Lazio, 350mila euro dalla Provincia di Roma e i restanti 200mila euro con le alienazioni fatte dal Comune.

L’opera è iniziata a fine febbraio ed è stata interrotta a metà luglio 2012. Pressappoco, solamente il 50% dell’opera è stato realizzato.  Alla Regione che ha finanziato euro 550mila e la Provincia euro 350mila non importa niente che la messa in sicurezza da loro finanziata non è stata eseguita? Non c’e’ nessuno che controlla se quei finanziamenti sono effettivamente e regolarmente stati utilizzati?
Domanda ingenua! In questo “mare magnum” dell’azienda Italia chi vuoi che s’interessi di quest’angolo sperduto della penisola.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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