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Redazione
Lazio – Roma sull'orlo dell'emergenza rifiuti. Il Tar del Lazio ha bloccato il decreto del ministro dell'Ambiente Corrado Clini che imponeva il trattamento di una parte dei rifiuti della capitale negli impianti delle altre province del Lazio.
Quattro i siti di stoccaggio dove il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti romana, Goffredo Sottile, aveva previsto il trasferimento dei rifiuti di Roma, Fiumicino, Ciampino e Citta del Vaticano: Albano laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina). E a presentare il ricorso ricorso era stati congiuntamente il Comune di Albano, la Provincia di Frosinone e la società che gestisce l'impianto di trattamento meccanico e biologico (Tmb) di Colfelice, la Saf.
Appena due giorni fa, Clini aveva detto: “Sono preoccupato del ricorso al Tar che considero un atto gravissimo: se disgraziatamente il ricorso avesse successo, il risultato pratico sarebbe che la gestione dei rifiuti nella capitale va in emergenza”.
"Piena soddisfazione da parte dell'amministrazione di Colfelice e di tutti i sindaci della provincia di Frosinone", è stata espressa dal sindaco di Colfelice, Bernardo Donfrancesco. "Attendiamo il dispositivo – sottolinea all'Adnkronos- ma la notizia è estremamente positiva. Ci fa enorme piacere perché non è stato tenuto in considerazione l'aut-aut di Clini".
Soddisfatto anche il sindaco di Albano Nicola Marini. «Il nostro ricorso di sospensiva è stato accolto – afferma soddisfatto il sindaco Nicola Marini a pochi minuti dalla decisione del Tribunale Amministrativo Regionale di sospendere il Decreto Clini -. Le nostre ragioni, la forte volontà dell’amministrazione di opporsi a decisioni calate dall’alto, il sostegno degli altri sindaci, dei cittadini e delle associazioni del territorio, hanno avuto la meglio sulle logiche emergenziali e sulla politica di prevaricazione portata avanti dagli organi di Governo solo per risolvere i problemi della Città di Roma». «La nostra fiducia nell’imparzialità e nella capacità di valutazione del Tar – continua Marini – è stata ben riposta, nonostante le chiare e pesanti ingerenze da parte del Ministro Clini lette sui giornali. Le nostre motivazioni e le nostre ragioni non potevano non essere prese in considerazione. Ringrazio i nostri legali per l’eccellente lavoro svolto, lavoro che hanno voluto condividere con i loro colleghi della Provincia di Frosinone e della Saf per fare in modo che anche il loro ricorso fosse accolto». «La forza della ragione e del diritto ha vinto – continua Marini -. Non è sostenibile che i problemi di Roma Capitale vengano scaricati sui territori della Provincia e della Regione Lazio, quando l’amministrazione romana ha avuto cinque anni di tempo per definire una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti. Noi continueremo a difendere il nostro territorio e ad opporci in ogni modo lecito anche alla rinnovata ipotesi di costruzione dell’inceneritore a Roncigliano. A rafforzare questa volontà, proprio in questi giorni abbiamo approvato in Consiglio comunale l’avvio della raccolta differenziata porta a porta».
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