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Viterbo

LAZIO, IGP PATATA ALTO VITERBESE, TERMINATO ITER NAZIONALE

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Tempo di lettura 2 minutiMazzocchi: "una produzione di oltre 40 mila tonnellate all’anno per un valore che supera gli 11 milioni di euro"

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Angelo Parca

Sta per partire la certificazione Igp della patata dell’Alto Viterbese: dopo l’approvazione all’unanimità del disciplinare di produzione avvenuta oggi durante una riunione alla presenza di due funzionari del Mipaaf, si è chiuso l’iter nazionale del nuovo marchio. Ora il disciplinare sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, anche se dovrà partire per Bruxelles in attesa dell’approvazione da parte dell’Europa, trascorsi i trenta giorni destinati a ricevere eventuali osservazioni, i nostri produttori potranno iniziare ad avvalersi del marchio in ambito nazionale. “Stiamo parlando di una produzione di oltre 40 mila tonnellate all’anno”, ha spiegato il presidente dell’Arsial, Erder Mazzocchi, “che riguarda circa 300 aziende sparse in nove comuni del viterbese, per un valore che supera gli 11 milioni di euro. La grande soddisfazione dimostrata oggi dai produttori, dai sindaci e dai rappresentanti delle associazioni di categoria”, ha aggiunto, “ci rende orgogliosi dell’egregio lavoro svolto dai nostri collaboratori, che hanno fornito l’assistenza tecnica per la stesura dell’intero dossier tecnico-scientifico-storico necessario alla presentazione della richiesta di riconoscimento al Mipaaf e alla Commissione europea”. 

“L’iter nazionale per il riconoscimento della IGP è terminato”. È quanto dichiarato dal Presidente della Commissione regionale agricoltura, Francesco Battistoni, intervenuto stamattina alla riunione di pubblico accertamento per esaminare, in presenza di funzionari del MiPAAF ed alla luce del parere favorevole della Regione Lazio, la proposta di disciplinare di produzione del prodotto "Patata dell’Alto Viterbese" IGP. “Il marchio di ‘Indicazione geografica Protetta’ per un prodotto tipico del nostro territorio è un punto di forza per lo sviluppo enogastronomico viterbese – ha affermato Battistoni – e può diventare l’elemento traino per le molte altre produzioni agricole locali”. L’incontro, tenutosi presso il Teatro ‘Boni’ di Acquapendente, ha riscosso grande successo, con la partecipazione di molti agricoltori e soci del CO.P.A.VIT, il consorzio che raggruppa tutte le cooperative già attive nel territorio. “Si tratta di una realtà economica importante – ha proseguito il Presidente di Commissione – il cui areale di produzione  coinvolge ben nove comuni della Tuscia  (Acquapendente, Bolsena, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Onano, S. Lorenzo Nuovo, Valentano e Proceno) e il cui valore di produzione supera gli 11 milioni di euro”. Nell’areale di produzione della I.G.P. “Patata dell’Alto Viterbese”, la patata rappresenta il comparto agroalimentare più importante della zona, con una superficie media complessiva investita annualmente di circa 1.000 ettari, per un numero di aziende agricole coinvolte pari a 300 e con livelli medi annui produttivi di oltre 40.000 tonnellate. “I benefici attesi – sottolinea Battistoni – riguarderanno il settore agricolo ma anche quello commerciale e turistico, con particolare riferimento alla ristorazione con prodotti tipici. Per questo – ricorda – occorre ringraziare il presidente del CO.P.A.VIT, Egidio Canuzzi per aver creduto in questo progetto e la grande professionalità messa in campo da Arsial, in particolare nella persona di Giovanni Pica, che attraverso il progetto “Agricoltura Qualità” ha garantito l’assistenza tecnica nella stesura di tutta la documentazione necessaria per la presentazione della richiesta di riconoscimento al MiPAAF e alla commissione UE. Sono queste – ha concluso Battistoni – le buone pratiche per la crescita del settore”.