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Redazione Lazio

LAZIO EMERGENZA ARSENICO, APPELLO AI COMUNI: SE ADERITE AL NUOVO RICORSO SONO POSSIBILI 1.500 EURO A FAMIGLIA

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Tempo di lettura 2 minutiCon questa “Class Action” si chiede il risarcimento di 1.500 euro, per ciascun aderente e la riduzione della tariffa idrica applicata dalle relative Ato che distribuiscono acqua “avvelenata”

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Possono aderire al ricorso i Comuni di Aprilia, Albano, Ardea, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Lariano, Velletri, Castel Gandolfo, Ciampino, Castelnuovo di Porto, Trevignano Romano, Tolfa, Bracciano, Sacrofano, Formello, Civitavecchia, Santa Marinella, Anzio, Nettuno, Campagnano di Roma, Magliano Romano, Mazzano Romano.

Tra questi, il Comune più critico e neppure elencato tra i possibili aderenti al ricorso è Anguillara Sabazia, non aderente Acea

Chiara Rai

C’è tempo fino al 31 agosto per aderire al nuovo ricorso collettivo Codacons per chiedere alle Ato (Ambito Territoriale Ottimale) dei diversi territori laziali il risarcimento del danno a favore del milione di utenti che bevono acqua con concentrazioni di arsenico superiore al limite di legge di 10 microgrammi per litro. L’ azione giudiziaria collettiva promossa dal Codacons è gratuita per tutti i propri iscritti. Con questa “Class Action” si chiede il risarcimento di 1.500 euro, calcolato in via equitativa, per ciascun aderente e la riduzione della tariffa idrica applicata dalle relative Ato che distribuiscono acqua “avvelenata”. Dell’hinterland possono aderire al ricorso i Comuni di Aprilia, Albano, Ardea, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Lariano, Velletri, Castel Gandolfo, Ciampino, Castelnuovo di Porto, Trevignano Romano, Tolfa, Bracciano, Sacrofano, Formello, Civitavecchia, Santa Marinella, Anzio, Nettuno, Campagnano di Roma, Magliano Romano, Mazzano Romano. Questa “class action” segue alla recente sentenza del TAR Lazio che condanna i ministeri della Salute e dell'Ambiente a risarcire gli utenti dell’acqua del Lazio con 100 euro a cittadino. La sentenza dice che fornire servizi difettosi o inquinati determina la responsabilità della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress e rischio di danno alla salute. Ne conviene che l’acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa: da qui la decisione di Codacons di agire contro le Ato che dovevano tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa. Inoltre, c’è il problema impellente per i 24 Comuni colpiti dall’arsenico di riportare i valori nei limiti di legge entro il 31 dicembre altrimenti si troveranno senz’acqua potabile con multe salate dell’Europa. Tra questi, il Comune più critico e neppure elencato tra i possibili aderenti al ricorso è Anguillara Sabazia, non aderente Acea: L’acquedotto di Colle Biadaro possiede arsenico pari a 24 mcg, mentre l’acquedotto di Ponton dell’Elce supera i 30 mcg. A proposito, si fa sempre più sentito l’appello dell’assessore all’ambiente di Anguillara Enrico Stronati: “Ci auguriamo che la Regione capisca la nostra emergenza e riconsideri la copertura finanziaria in sede di assestamento di bilancio del finanziamento di circa 450 mila euro promessi da oltre un anno dall'assessore Mattei. Con i fondi non solo potremmo realizzare subito uno dei due impianti necessari ma riusciremmo ad evitare la possibile sanzione che oscillerà tra 10 e i 15 milioni di euro che la Corte di Giustizia Europea potrebbe comminare alle amministrazioni locali”.