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12 anni agoon
Storace: Da oggi la pistola del distributore non andrà più nel serbatoio delle auto, ma sarà puntata direttamente ai portafogli degli automobilisti. Un furto con destrezza. E sappiamo chi è il ladro.
Redazione
Con provvedimento del 9 agosto dell'Agenzia delle Dogane si annuncia che dall'11 agosto e fino al 31 dicembre 2012 "le aliquote dell'accisa sulla benzina saliranno di 4,20 euro/'000 litri da 724,20 a 728,40 euro/'000 litri e quelle sul diesel dello stesso importo da 613,20 a 617,40 euro/'000 litri. Incrementi che si traducono in +0,42 centesimi al litro e, includendo anche l'Iva al 21%, in circa 0,51 centesimi al litro". L'incremento, dalla legge di Stabilità 2012, osserva QE, genererà maggiori entrate per le casse statali pari a 65 milioni di euro per rendere strutturale il bonus per i gestori carburanti e fare fronte alla riscossione agevolata delle imposte nelle zone terremotate dell'Abruzzo. Dall'inizio del 2011 le accise sulla benzina sono aumentate di 16,44 centesimi, mentre quelle sul diesel di 19,44 cent, a cui va ad aggiungersi l'effetto moltiplicatore dell'Iva. L'ultimo incremento, di 2,42 centesimi Iva compresa su entrambi i prodotti a favore del terremoto in Emilia, risale allo scorso giugno, quando tuttavia non si riversò sui prezzi al consumo anche approfittando della discesa delle quotazioni internazionali.
Francesco Storace leader de La Destra:
" Per non farci mancare niente, questo governo ha deciso di farci andare per traverso anche le vacanze estive. E lo fa in maniera subdola, come solo chi sa di stare dalla parte del torto è capace. Da oggi, week end centrale d’agosto, scatta un “imprevisto” aumento delle accise sulla benzina. Non contenti di prezzi al distributore che fanno imbarazzare, ponendoci come al solito tra i paesi con il costo più alto del carburante praticamente senza alcun incentivo all’uso di energie alternative, si è deciso di alzare le aliquote di 0,51 centesimi al litro. Portando la benzina a sfiorare 1,90 euro e il diesel a 1,80. Aumenti giustificati, e qui si concentra la presa in giro e sale l’indignazione, per generare “maggiori entrate per le casse statali pari a 65 milioni di euro” e “rendere strutturale il bonus per i gestori carburanti” e con lo scopo di “fare fronte alla riscossione agevolata delle imposte nelle zone terremotate dell’Abruzzo”. Insomma, spacciano gli aumenti come sostegno alle popolazioni terremotate. Vogliono intenerire il cuore della gente per arrivare al loro portafoglio. E’ una rapina fatta da mano abile e senza scrupoli. Quella di chi sa solo fare i conti con il pallottoliere dei soldi altrui, e se ne frega di quanti per un anno hanno messo qualche centinaia di euro da parte con il sudore della fronte per guadagnarsi una settimana scarsa di spensieratezza. Quei soldi risparmiati andranno in fumo con una riga striminzita data alle agenzie di stampa il giorno prima degli aumenti. E’ una vergogna. Ci avevano già provato alcuni mesi fa ad aumentare ancora i carburanti, nel segno di una politica miope che colpisce sempre e solo il cittadino medio. Poi il dietrofront. Magari volevano pure l’applauso. Ora ci riprovano, affondano il colpo e portano a casa il risultato con un blitz indegno. Non se ne può più del governo degli inganni, del governo delle tasse. Perché non intervengono sui costi della politica, quelli veri, per risparmiare risorse “strutturali” da destinare alle esigenze reali della nazione? I cittadini dell’Abruzzo e la loro tragedia non meritano di essere strumentalizzati per l’incapacità di questo esecutivo di intervenire lì dove gli italiani vogliono che si intervenga. Dimezzino stipendi, tolgano diarie e privilegi: così si recuperano risorse. Non aumentando all’inverosimile i prezzi, bloccando la crescita di un paese e il suo sviluppo. Da oggi la pistola del distributore non andrà più nel serbatoio delle auto, ma sarà puntata direttamente ai portafogli degli automobilisti. Un furto con destrezza. E sappiamo chi è il ladro. "
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