Redazione Lazio
LAZIO, COTRAL: INTERVISTA AD AMALIA COLACECI ASSESSORE PROVINCIALE ALLE POLITICHE DELLA MOBILITÀ E TRASPORTI
Tempo di lettura 6 minutiPolitica, carenze strutturali, stipendi dirigenti e cda dell'azienda di trasporto pubblico regionale
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13 anni faon
Colaceci: “Sono convinta che molto del pesante clima che sta montando nella azienda in questo ultimo periodo sia dovuto al tentativo di dimostrare che la scelta dell'in house e' stata fallimentare e dunque l'azienda va sostanzialmente privatizzata.”
Chiara Rai
Amalia Colaceci, assessore alle Politiche della Mobilità e Trasporti alla Provincia di Roma ha rilasciato un'intervista a L'osservatore laziale. Una chiacchierata sull’azienda di trasporto pubblico regionale Cotral ormai sull’orlo del collasso.
Che ruolo ha la politica in Cotral e secondo lei è giusto che la politica abbia un ruolo all’interno dell’azienda? Sappiamo che il gioco del gettone delle poltrone meglio conosciute come “cambiali elettorali” hanno inquinato più di qualche seggio Atac
In Cotral la politica decide le nomine del management e attraverso questi controlla le scelte aziendali, da quelle che piu' le sarebbero proprie , come il modello di governance o il piano industriale a quelle su cui non dovrebbe entrare e cioe' quelle di gestione. Mi lasci precisare , pero', che io non sono contraria a che la politica eserciti il suo ruolo nelle aziende (tanto sarebbe inevitabile e utopico pensare il contrario), purche' a questo ruolo corrisponda una precisa responsabilita'… chi sbaglia paga, se il management non produce risultati ne deve rispondere anche chi li ha nominati.
Lei è uscita di scena, la Provincia ha preso posizione rispetto l’azienda di trasporti. Si è trattato di politica, di convenienza o che altro?
La Provincia di Roma ha sempre svolto all'interno della azienda il suo ruolo con responsabilita' e puntualita'. Abbiamo fatto la nostra parte ricapitalizzando quando e' stato necessario e facendo in modo che non mancasse mai il nostro contributo. Lo scorso inverno siamo stati costretti ad uscire dalla azienda da una situazione che era divenuta insostenibile, sia per il quadro normativo che impedisce questo tipo di partecipazioni, sia per le scelte di governance della Regione Lazio che avrebbero reso la nostra presenza residuale ed inutile. Questa scelta io la ho personalmente sofferta ma la difendo e proprio qui c’è un esempio del confine che la politca deve avere, nel senso che per ragioni politiche non sarebbe stato giusto fare una scelta non in linea con gli interessi della istituzione che in questo momento rappresento. Peraltro continuo a seguire le vicende aziendali, a svolgere comunque il mio ruolo come mi viene richiesto dai cittadini che quotidianamente scrivono per lamentare la grave condizione di inefficienza del servizio.
Ci sono indubbiamente delle carenze strutturali e abbiamo di fronte un’azienda colabrodo che da una parte la si vorrebbe affossare e abbandonare verso la metamorfosi privatistica piuttosto che valorizzare il concetto di trasporto pubblico. Conosce le carenze strutturali di Cotral?
Lei ha colto nel segno poiché sono convinta che molto del pesante clima che sta montando nella azienda in questo ultimo periodo sia dovuto al tentativo di dimostrare che la scelta dell'in house e' stata fallimentare e dunque l'azienda va sostanzialmente privatizzata. Il tema c'è, non riguarda solo la Cotral e purtroppo non lo si sta affrontando nel modo giusto. Io resto convinta che si dovrebbe partire dalla organizzazione che vogliamo dare al trasporto pubblico nel Lazio, si dovrebbe guardare ai modelli europei, ci si dovrebbe sedere intorno ad un tavolo e analizzare le conseguenze di ogni soluzione senza pregiudizi o smanie di gestione e personalmente partirei dalla proposta delle organizzazioni sindacali di Azienda Unica Regionale disposta, anche qui, a verificarne opportunità e limiti. Quanto alle carenze strutturali è da molto tempo che dico che la prima azione da farsi è la revisione del Piano di Rete. Il servizio spesso non è coerente con le nuove urbanizzazioni e non si integra con le altre modalità di trasporto pubblico. Poi non c'e investimento sui mezzi, non si sa dove comprare i biglietti, c'e moltissima evasione, non c'é sufficiente informatizzazione dell'intero sistema di controllo, troppe esternalizzazioni, e purtroppo molto altro.
Se si trovasse al volante Cotral cosa farebbe?
Per prima cosa cercherei di capire quale tipo di servizio oggi la Cotral dovrebbe svolgere…se solo di adduzione alla Capitale e ai nodi di scambio attraverso le consolari o no, per esempio, e da qui partirei per rifare il Piano di Rete come ho detto prima, poi cercherei di ricostruire un clima che dentro le nostre aziende e' stato completamente distrutto. Le faccio un esempio, mi hanno detto che l'amministratore delegato non ha mai incontrato i dirigenti della azienda tutti insieme.. ecco, mi domando, come è possibile? Davvero si crede che in un momento così delicato è con il metodo del "dividi ed impera" che si può gestire una azienda così complessa?
In Cotral bisogna tagliare, però quello che dicono tutti è anziché sforbiciare gli stipendi di dirigenti, cda e presidente hanno aumentato il biglietto a 1,50. Secondo lei poteva essere evitato e se sì quale manovra sarebbe stata più opportuna?
Guardi debbo essere onesta. In assoluto non sono contraria a prendere in considerazione l'aumento del biglietto, quello che proprio non mi trova d'accordo è che questo sia stato fatto senza che alcun segnale di miglioramento del servizio sia arrivato. Anzi il servizio è al collasso, la gestione aziendale pure, i conti mi dicono disastrosi… lei capisce che gli utenti sono avvelenati e allo stremo delle forze. Di fronte a questo quadro è intollerabile pensare che non vengano tagliati gli stipendi ai dirigenti, che il management abbia trovato il modo di stare entro un range che trovo ancora troppo altro … che vengano date consulenze, che si stia pensando di prendere nuovi dirigenti e via dicendo. Come si dice, tutto fa brodo, e l'esempio di rigore deve venire dall'alto.
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