LAZIO, CASO BIRINDELLI INDAGATA: IL RIESAME DICE NO AL DISSEQUESTRO DEI DOCUMENTI

A. De. M.

Rigettato il ricorso per il dissequestro delle carte acquisite negli uffici della Regione Lazio da parte del collegio dei giudici del Riesame di Viterbo . Il ricorso era stato presentato dall’avvocato dell’assessore regionale all’Agricoltura Angela Birindelli, inquisita per tentata estorsione e corruzione in concorso con il giornalista Paolo Gianlorenzo. L’udienza si è svolta lo scorso 26 luglio a porte chiuse nell’aula 5 del palazzo di giustizia di Viterbo. E dopo circa mezz’ora  di camera di consiglio, il collegio presieduto da Maurizio Pacioni (a latere Eugenio Turco e Franca Marinelli) ha sciolto le riserve e negato il dissequestro. La richiesta è arrivata circa una settimana dopo la nuova irruzione della polizia giudiziaria in Regione, dove furono sequestrati numerosi documenti su richiesta del PM di Viterbo Massimiliano Siddi. Il decreto di sequestro sarebbe stato indirizzato e consegnato a tre dipendenti di Regione e Arsial, finiti anche loro nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e altre ipotesi di reato. Con loro, il numero degli inquisiti sale a nove. L’indagine della Procura viterbese verte sulla presunta macchina del fango orchestrata dalla Birindelli e da Gianlorenzo. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era attaccare i nemici politici dell’assessora tramite il quotidiano L’Opinione, diretto dal giornalista fino a pochi mesi fa. Tra i bersagli degli tabella, il neocapogruppo regionale Pdl Francesco Battistoni e il presidente del Grosseto calcio Piero Camilli. Il sospetto del pm è che Angela Birindelli possa aver “comprato” la fedeltà di Gianlorenzo con una delibera da 18mila euro per pubblicizzare iniziative del suo assessorato sull’Opinione.  Tra le carte sequestrate dalla Procura ci sono inooltre documenti che riguardano i finanziamenti erogati dall’assessorato all’Agricoltura. Come i numerosi incentivi del Psr (Piano di sviluppo rurale) pari a cento milioni di fondi comunitari per migliorare la qualità dell’agricoltura laziale. Al vaglio degli inquirenti anche il Vinitaly Lazio il cui stand fu allestito nel 2011 dall’Arsial mentre quest’anno solo ed esclusivamente dalla Regione.

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