LAVORO: PER 1 STUDENTE SU 4 IL FUTURO E' NELL' ITALIAN FOOD

Redazione

In Italia vedono una prospettiva di lavoro futuro nell’agricoltura e nel cibo quasi uno studente su quattro con ben il 23 per cento degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali che ha scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione della giornata inaugurale di Fieragricola di Verona che ospita nello stand della Coldiretti, nel padiglione 2, uno spazio dedicato alle idee geniali proposte dalle nuove generazioni in agricoltura, dal vino di giuggiole dell’Odissea agli agrocosmetici alle stelle alpine, dai mobili rivestiti da fibra di fico d’India alle mozzarelle con latte di capra, dal ragu’ di trota al latte a lunga conservazione 100 per 100 italiano.

Nell’anno scolastico 2013/2014 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie 262.716 giovani e tra questi ben il 23 per cento ha optato per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che complessivamente hanno registrato 60.017 nuovi iscritti. Una tendenza che si sta accentuando negli ultimi anni nelle scuole superiori che è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita piu’ alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento.

Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo l’indagine, il 79 per cento degli Italiani sostiene che in futuro in Italia ci sarà un numero minore di fabbriche. Per questo – continua la Coldiretti – l’88 per cento degli italiani afferma che il sistema di formazione nazionale andrebbe riqualificato anche con un corso specializzato all’Università sulla valorizzazione del Made in Italy.

“I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per far tornare a crescere l’Italia”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”.

I VINCITORI DELL’OSCAR GREEN COLDIRETTI PRESENTI IN FIERAGRICOLA

Il vino di giuggiole – Viene direttamente dall’Odissea l’idea della marchigiana Martina Buccolini di produrre un vino di giuggiole, sulla scorta di quello assaggiato da Ulisse nell’isola dei lotofagi. Un vino che necessita di ben tre anni per essere realizzato ma in questo modo, il vecchio detto di sentirsi in un "brodo di giuggiole" prende forma e diventa realtà, si chiama 'giuggiolone' e insieme alle conserve inimitabili dell'azienda macina premi e riconoscimenti in Italia e nel mondo. Oggi Martina, con la sua azienda, lavora al recupero della biodiversità, riportando in vita antiche ricette e frutti scomparsi. Ne sono un esempio le confetture, i sott’olio e le salse vendute in tutto il mondo, di cui l’ultimo esempio è un condimento preparato riscoprendo le erbe di campo.

I cosmetici alla stella alpina – Aveva intrapreso una carriera professionale, ma il richiamo della stella alpina l'ha trattenuta nelle meravigliose montagne del Trentino. Così Moira ha mollato tutto ed è ritornata alla natura. Oggi, grazie alla sua straordinaria capacità di analisi del mercato, una spiccata visione futura e soprattutto la grande abilità con le nuove tecnologie riesce a far arrivare i suoi cosmetici realizzati con le erbe tipiche del territorio, dalla stella alpina all’arnica fino al genepy, in ogni angolo del Bel Paese attraverso la pratica dell'E-shop. La sua azienda ha inoltre sposato la multifunzionalità, oltre ai cosmetici offre ai suoi clienti prodotti e trasformati a chilometro zero, fattoria didattica e visite guidate per un'esperienza indimenticabile sulle vette incantate del magico mondo del Trentino.

Gli agrimobili di fico d’india – Erano destinate alla discarica e rappresentavano un problema da risolvere per molti agricoltori le foglie di fico d'india da smaltire. Ma quella fibra resistente ha acceso una lampadina nella testa del pugliese Marcello Rossetti che ha creato la prima linea di agrimobili, ossia complementi d’arredo interamente rivestiti dalla fibra di questo particolare frutto che viene estratta dalle pale ancora verdi. Grazie alla cura nella lavorazione ed i trattamenti effettuati che garantiscono una assoluta resistenza nel tempo ciascun mobile risulta autentico ed inimitabile perchè le venature della fibra creano disegni e colori sempre unici. Nell'incantato centro storico di Lecce il punto vendita 'Sikalindi' è la gioia di turisti, curiosi e clienti provenienti da ogni parte del mondo.

La mozzarella di pecora per intolleranti – I suggestivi pascoli sardi non sono soltanto pagine di storia o capitoli di meravigliosi romanzi. Ma sono l'aroma di prelibatezze incredibili. E’ nata così la prima mozzarella a base di latte di pecora. Una sorpresa per i golosi, ma soprattutto una grande occasione per quanti vivono il problema dell'intolleranza al latte vaccino. Insomma i prodotti dell'azienda Pab'é is téllasa di Maria Atzeni hanno raggiunto un incredibile successo tra i più esigenti ristoratori del territorio, ma anche tra le più esigenti casalinghe dei mercati di campagna amica. E se la filiera ovina di Sardegna, in questa realtà chiude perfettamente il cerchio, il primato della prima mozzarella di pecora è la semplice conferma di aver fatto la scelta giusta.

Il ragù di trota – Scendono dalle vette più alte del Piemonte e finiscono nelle vasche dell'azienda agricola San Biagio di Delia Revelli. Sono le acque pure di sorgente dentro cui è allevata un'ampia varietà di pesci d'acqua dolce. Prima fra tutte la trota, sempre più ambita non soltanto in ambito nazionale. A pochissimi passi dalle vasche il prodotto è trasformato e confezionato. Ecco allora che nascono i filetti di trota affumicata, al moscato, grigliati, il paté di trota, il ragù di trota, il tonno di trota, le guance di trota e tanti altri. Come inizio del percorso di vendita diretta Delia Revelli ha partecipato ai mercati di Campagna Amica fino a diventare socio fondatore della cooperativa che gestisce la Bottega di Campagna Amica di Fossano..

Il latte Uht 100% italiano – Il primo latte Uht è pronto a sfidare il fresco. Buono, a lunga conservazione e di qualità. “Scrivano in etichetta dove prendono il latte i nostri concorrenti e siamo pronti a sfidarli sugli scaffali”: questa la scommessa lanciata da Brescia alla concorrenza internazionale da Enrico Bettoni e Pietro Pierani. Dalle stalle al supermercato l'Uht 'Voi' è il fiore all'occhiello del territorio. Una competizione leale basata sulla verità dell'origine, sulla qualità dei processi e sull'eccellenza del prodotto. Così si rinnova l'agricoltura e in azienda si fa spazio la nuova generazione che avanza.