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LATINA – Questa mattina il vescovo Mariano Crociata si è recato al cimitero di Latina, accompagnato anche dal parroco della Cattedrale, don Francesco Pampinella. Ad attenderlo il sindaco di Latina Damiano Coletta. Si è trattata di un’apertura speciale per consentire, davanti la grande croce all’ingresso, una preghiera e una benedizione per i defunti in quello che la Chiesa italiana ha scelto come Venerdì della Misericordia. Successivamente, dopo uno scambio di notizie con il Sindaco sulla situazione locale e il ringraziamento per la sua presenza, il vescovo Crociata si è recato da solo nella cappella del cimitero per un altro momento di preghiera.
Al termine, il vescovo Crociata ha commentato:
«Due pensieri hanno accompagnato la visita al cimitero di Latina per la
preghiera per i defunti. Il primo pensiero è stato per quanti hanno perduto la
vita, anziani e giovani, sanitari e pazienti. Avvertiamo tutti in questo momento
la pena per una minaccia che incombe particolarmente in alcuni territori e in
alcuni ambienti, gli ospedali prima, ma poi anche le case. Il secondo pensiero
faceva eco al gesto di tutti i confratelli. C’è una unità che i vescovi
esprimiamo e alimentiamo con il gesto di oggi: unità tra di noi e unità delle
nostre Chiese; unità che si esprime nella preghiera insistente per i defunti,
per i malati, per gli operatori sanitari, per i volontari; ma anche unità di
fede e di amore, attivo su molti fronti della nostra penisola in queste
settimane. La misericordia di Dio copre come un manto le sofferenze e le fatiche
di tutti per alleviarle e preparare una risurrezione spirituale e materiale,
personale e sociale».
Il momento di preghiera al cimitero è stato un
segno di suffragio e consolazione scelto dalla Conferenza episcopale italiana
per affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia di
Covid-19, nonché di esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a
quanti sono nel pianto e nel dolore reso ancor più grave dalle condizioni
attuali. Infatti, per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi
defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più
cari, né quello assicurato dai sacramenti.
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