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Roma

LANUVIO, STRAGE DI BRINDISI: ALFREDO GALASSO PARLA AGLI STUDENTI DELLA "MARIANNA DIONIGI"

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Tempo di lettura 2 minuti Galasso: “non è vero che la mafia non uccide i bambini. E chi scrive queste cose o non lo sa o non lo vuol dire.”

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Angelo Parca

Oggi 21 maggio all’Istituto comprensivo di Lanuvio “Marianna Dionigi” si è voluto ricordare le due ragazze morte nella strage di Brindisi. Sono intervenute all’evento diverse autorità. A fare gli onori di casa la preside dell’Istituto Laura La Manna che ha introdotto le personalità di alta caratura intervenute. Presente anche il neo sindaco di Lanuvio Luigi Galieti. Non è mancato l’ausilio delle forze dell’ordine, dalla polizia municipale di Lanuvio al comandante della stazione dei Carabinieri di Lanuvio.  L’osservatore laziale riporta ai lettori l’intervento dell’avvocato e professore universitario Alfredo Galasso.  “Rispetto quello che è accaduto a Brindisi non è vero che la mafia non uccide i bambini. E chi scrive queste cose o non lo sa o non lo vuol dire. Proprio a Corleone nel 1948 un pastorello di 9 anni vide Luciano Liggio, giovane mafioso dell’epoca, uccidere il sindacalista Placido Rizzotto, che difendeva il diritto alla libertà dei contadini, il diritto di vivere, il diritto di lavorare. Liggio riferì di essere stato visto dal pastorello al capo mafia dell’epoca che si chiamava Michele Navarra ed era un medico. Navarra fece ricoverare con una scusa il pastorello nell’ospedale dove lavorava e con una siringa avvelenata lo uccise” Questo un estratto del discorso di Alfredo Galasso agli studenti di Lanuvio.

Nota su Alfredo Galasso
L'Avv. Prof. Alfredo Galasso (Ordine degli Avvocati di Palermo), è professore di Diritto civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Palermo, dove insegna anche Diritto bancario e Legislazione antimafia. Dal 2001 è Direttore della Scuola di specializzazione per le professioni legali. Ha insegnato Diritto del lavoro presso l'Università di Catania e Diritto civile presso l'Università di Perugia. Per alcuni anni è stato anche Docente stabile presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. E' socio della Società italiana degli Studiosi del Diritto Civile (SISDIC). Ha fatto parte del Consiglio Superiore della Magistratura; è stato parlamentare regionale e nazionale. Nell'esercizio della professione forense, ha assistito numerose famiglie delle vittime di mafia, dal cd. maxiprocesso degli anni '80, ininterrottamente fino a oggi. Si occupa abitualmente di controversie in tema di adempimento e risoluzione contrattuale e dei conseguenti aspetti risarcitori, di questioni societarie, anche in sede arbitrale, nel ruolo di arbitro o di difensore di una delle parti in contesa.