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Roma

LANUVIO, MONTEBOVI: NESSUN ACCORDO RAGGIUNTO TRA LAVORATORI E IMPRESA. E' SCIOPERO AD OLTRANZA

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Tempo di lettura 2 minutiI lavoratori continueranno a scioperare anche nella settimana che va dal 10 dicembre al 16 dicembre compreso, con presidio permanente davanti i cancelli.

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Chiara Rai

Lanuvio (RM) – Continuerà ad oltranza lo sciopero dei lavoratori della Montebovi che ormai non hanno più alcuna speranza di scongiurare i licenziamenti in atto il cui effetto sarà attivo il prossimo 6 di gennaio. Giovedì in aula consiliare del Comune di Lanuvio è stato firmato da lavoratori e impresa il “non accordo raggiunto”.

I lavoratori continueranno a scioperare anche nella settimana che va dal 10 dicembre al 16 dicembre  compreso, con presidio permanente davanti i cancelli. Accanto a loro ci saranno le sigle sindacali: Gianfranco Moranti della Flai Cgil, Stefano Passamonti Fai Cisl, Massimo Persiani Uila Uil. E l’assessore regionale Zezza aprirà con tutta probabilità un tavolo. Praticamente, data l’irremovibilità della ex Montebovi, si finirà in Tribunale. Ieri pomeriggio i circa 90 lavoratori della Montebovi hanno sfilato nelle vie del centro lanuvino per protestare contro le decisioni prese dalla nuova gestione aziendale che ha avviato la procedura di licenziamento per 21 dipendenti, su un totale di circa 90, e al contempo avrebbe proceduto all’affitto di rapporti di lavoro da una società all’altra, in particolare alla "Dolciaria srl". Per Gianni Leonetti, Cgil dei Castelli la nuova proprietà della ex Montebovi avrebbe, in poco tempo, perpetrato in una serie di “abusi” rispetto alle normative di legge e contrattuali. Partendo dalle modalità di avvio delle procedure di affitto di ramo d'azienda e di mobilità, che determinerebbero la cessazione stessa dell'attività. E proseguendo con il ricorso alle “ferie forzate” in misura eccedente a quelle maturate dai lavoratori che continuano a non essere retribuiti."Le Organizzazioni sindacali – dice Leonetti – hanno messo in campo iniziative legali per contrastare gli inesistenti motivi disciplinari, di tre lavoratori, fra cui un delegato Cgil delle Rsu".

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