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Roma

LANUVIO, DENUNCIA GLI SPACCIATORI E POI SI BUTTA SOTTO UN TRENO: ARRESTATE 4 PERSONE

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Tempo di lettura < 1 minutoL’attività, inizialmente coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri e successivamente trasferita presso la D.D.A della Capitale

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Red. Cronaca
Lanuvio (RM) – Dopo una articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale Ordinario di Roma, personale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Lazio, coordinata dal Vice Questore Agg.to dr. Marco Napoli, ha dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di altrettanti cittadini italiani, ritenuti responsabili di spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina.

Le investigazioni, della durata di circa un anno, hanno preso spunto dal suicidio di un giovane italiano, investito da un convoglio ferroviario in transito nella stazione ferroviaria di Lanuvio ad aprile 2013
; il ragazzo prima di compiere il gesto estremo inviava ai propri genitori un SMS in cui denunciava gli spacciatori che gli avrebbero fornito sostanza stupefacente.

L’attività, inizialmente coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri e successivamente trasferita presso la D.D.A della Capitale, ha consentito di individuare fornitori e rivenditori al dettaglio dello stupefacente che operavano, prevalentemente, nel quartiere Tuscolano e nella zona dei Castelli.

Nel corso della lunga ed articolata attività di indagine sono stati effettuati numerosi servizi di appostamento e pedinamento dei soggetti coinvolti, con il supporto di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Stamattina, mercoledì 27 aprile 2016,  la conclusione con 4 arresti e perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile antidroga.

L’operazione, oltre a far emergere una consolidata attività di vendita dello stupefacente, ha consentito nel tempo di effettuare altri quattro arresti ed ha portato al sequestro di oltre 20 kg di cocaina, una pistola con relativo munizionamento ed alla confisca di una somma di denaro in contanti pari a circa quattrocentomila euro, frutto dell’attività illegale.