Lago di Nemi e lago di Castel Gandolfo: due iniziative di difesa mentre il grido d’allarme finisce nell’indifferenza

Il due febbraio è stata organizzata una passeggiata di protesta in difesa dei laghi dei Castelli Romani con partenza con partenza dal moletto del Lago Albano alle ore 10. L’evento si protrarrà fino alle 13.

Ancora prima, sabato 27 gennaio, si terrà un presidio alla spiaggetta del lago di Nemi dalle ore 10 promosso dal Comitato per la protezione dei Boschi dei Colli Albani che di fatto contrasta la realizzazione di pedana panoramica in legno lunga 30 m, che secondo il Comitato “deturperà completamente la natura incontaminata del paesaggio e soprattutto distruggerà una porzione di habitat importante per piante, papere e oche, pesci”.

Loro come diversi altri cittadini vorrebbero che il sito fosse lasciato alla sua bellezza naturale: “A noi piacerebbe che l’area attirasse turisti che già vengono numerosi perché amano la natura così com’è: non vogliamo il turismo da consumo, quello che porta soldi. Questa spiaggetta è il nostro piccolo angolo di mondo, il nostro preferito. Quello che puliamo dall’immondizia ogni giorno, quello che preserviamo dal turismo estivo, quello dove abbiamo creato la nostra socialità tra amanti della natura. Quel posto meraviglioso e selvaggio che per noi è casa, più di casa: il nostro posto selvaggio di cui ci sentiamo un po’ i guardiani e le guardiane. E ora lo vediamo invaso da mezzi cingolati, reti e transenne. Un’opera che mira forse a rendere più fruibile e comoda questa spiaggetta al turismo balneare di massa, quello di un giorno e via, quello dei selfie a bordo lago. Con la stessa concezione economica che ha portato a tagliare un lecceto secolare su via del Perino, nel pieno del costone boschivo del vulcano per rendere la strada di nuovo strada, e non più sentiero. Si promuove così un turismo che più di ogni altra cosa danneggia il delicato ecosistema lacustre lasciando rifiuti, portando macchine, sciogliendo in acqua creme solari, nutrendo di scarti gli animali selvatici”.

La situazione dei laghi di Nemi e Castel Gandolfo rappresenta una grave preoccupazione ambientale, con il rischio imminente di ulteriori danni a causa dei prelievi continui di acqua e delle ipotesi e idee che circolano riguardo il pericolo di nuovi prelievi destinati ad alimentare l’inceneritore che il sindaco di Roma Gualtieri vuole piazzare e piazzerà a Santa Palomba, ai confini con Albano Laziale e con Ardea e gli altri Comuni più prossimi. Inoltre è in corso la costruzione di un impianto sportivo lineare in via Perino, quello contrastato dagli ambientalisti del Comitato. Per la sua realizzazione ci sono tutti i permessi di sorta, l’unica cosa che si può contestare è l’opportunità e la linea di indirizzo: può piacere o non può essere gradita ma dato che la governace locale è stata scelta dalla maggioranza dei residenti allora la risposta è presto servita.

I laghi di Nemi e Castel Gandolfo, gioielli dei Castelli Romani, sono esempi naturali e culturali di inestimabile valore che tutti dovrebbero preservare. Tuttavia, la costante diminuzione del livello dell’acqua e il tentativo di realizzare nuove costruzioni e attirare nuove attività, è un segnale allarmante che stride tra una indifferenza condivisa. Le pressioni antropiche, spesso non contrastate dalle istituzioni pubbliche, minacciano questi ecosistemi unici.

I prelievi continui di acqua, sia per scopi commerciali che domestici, stanno contribuendo al progressivo deterioramento della risorsa idrica e alla riduzione della biodiversità nei laghi. Le attività umane, spesso senza una gestione sostenibile delle risorse di acqua, stanno mettendo a rischio gli equilibri ecologici delicati di queste aree.

Invece di ridurre il prelievo idrico nel lago di Nemi si sta costruendo in un posto dove non esistono fogne o impianti di sollevamento ma esistono invece possibilità di mettere sù Bed & Breakfast e attività che andrebbero, senza fogne o impianti di depurazione, ad aggravare ancora di più una diagnosi di estinzione precoce. Intanto la strada che porta al lago di Nemi è ancora chiusa a causa di lavori per arginare il dissesto geologico che costano centinaia di migliaia di euro.

La proposta di nuovi prelievi per alimentare l’inceneritore di Albano rappresenta un ulteriore motivo di preoccupazione. Questa iniziativa potrebbe aggravare ulteriormente la situazione idrica dei laghi, compromettendo l’approvvigionamento idrico e aumentando la pressione su un ecosistema già vulnerabile.

È fondamentale che le autorità locali e nazionali adottino misure immediate per proteggere e preservare questi laghi. La revisione delle politiche di gestione delle risorse idriche, l’implementazione di tecnologie più sostenibili e la promozione di pratiche agricole e industriali responsabili sono passi essenziali per mitigare gli impatti negativi sulla salute dei laghi di Nemi e Castel Gandolfo.

Inoltre, coinvolgere la comunità locale e le organizzazioni ambientaliste è cruciale per sensibilizzare sull’importanza della conservazione di queste aree naturali. La partecipazione attiva della società civile può spingere verso un cambiamento positivo, incoraggiando comportamenti sostenibili e sollecitando le istituzioni a adottare politiche più efficaci per la salvaguardia dell’ambiente.

La situazione critica dei laghi di Nemi e Castel Gandolfo richiede un’azione urgente e coordinata per proteggere questi tesori naturali. Solo attraverso sforzi congiunti e un impegno deciso per la sostenibilità ambientale si potrà sperare in un futuro in cui questi laghi possano continuare a essere fonte di bellezza e biodiversità.