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Roma

Lago di Bracciano, stop concessione Acea: diffidata l’Autorità Idraulica regionale

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Tempo di lettura 4 minuti"Superato il limite consentito ad Acea per 36 centimetri"

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BRACCIANO (RM) – Di seguito la nota congiunta dei Sindaci dei Comuni che si affacciano sul Lago di Bracciano, del Presidente del Parco Regionale di Bracciano e Martignano e del Presidente del Consorzio del Lago che ieri hanno inviato all’Autorità Idraulica l’intimazione e la diffida ad adempiere entro e non oltre il termine di 5 giorni dal ricevimento della stessa, per emettere in via d’urgenza l’ordinanza di interruzione delle captazioni, utile a ristabilire le compatibili oscillazioni dei livelli, avvertendo che, decorso inutilmente tale termine, i sottoscritti agiranno in tutte le ulteriori sedi ritenute opportune per far accertare ed emergere in capo ai responsabili, le gravissime responsabilità, inadempienze e i danni irreversibili causati all’equilibrio ecosistemico.

 

Ecco la nota congiunta:

"Dopo gli innumerevoli incontri e attività istituzionali intrapresi insieme alle massime autorità amministrative e governative già dal mese di marzo, nonostante la massima fiducia che stiamo riponendo nell’iniziativa della Regione Lazio attraverso l’operosità concreta dell’Assessore competente in materia Fabio Refrigeri e dell’impegno del Presidente Zingaretti, che già ci hanno riconvocati per aggiornamenti, abbiamo deciso di intraprendere una ulteriore iniziativa ufficiale inviando l’intimazione e la diffida per l’immediata sospensione delle captazioni da parte di ACEA dal nostro lago. L’ennesima iniziativa per scongiurare quello che, già a nostro avviso, è un disastro ambientale e che sta producendo una vera e propria morte lenta del lago con i suoi riflessi negativi sul sistema socio economico e archeologico che lo circonda, è per noi un ulteriore atto dovuto.


Premesso che, come tutti sanno con domanda del 26 settembre 1984, il Comune di Roma chiese all’allora Ministero dei Lavori Pubblici, per la propria azienda comunale oggi ACEA SpA la concessione di derivare dal lago acqua per usi idropotabili per la città di Roma; a fronte di tale richiesta il Ministero del Lavori Pubblici incaricò l’Ufficio Speciale del Genio Civile che scrisse ed invio’ una relazione istruttoria con la quale, tra l’altro: veniva indicato il sistema di posa delle tubazioni di captazione, indicate in m 1500 dalla riva e a 50 metri di profondità, ma soprattutto veniva espressamente affermato e previsto che nel manufatto delle condotte di captazione avrebbero dovuto essere istallate delle saracinesche di apertura e chiusura ed un sifone idraulico che serviva a provvedere a disinnescare automaticamente le condotte non appena il livello dell’acqua del lago scenda sotto la quota minima di metri 161,90 sul livello del mare.
Successivamente con DM del 16 giugno 1990 n.1170 il Ministero del Lavori Pubblici concesse all’azienda Comunale Elettricità Acque – ACEA di derivare dal lago di Bracciano per usi potabili, moduli medi 11 (1.100 al litri al secondo), con un valore massimo, in casi eccezionali, di moduli 50 (ovvero 5.000 litri al secondo), assicurandosi in tali casi, il mantenimento delle escursioni del livello del Lago nell’ambito di quelle naturali, subordinandola all'osservanza delle condizioni contenute nel disciplinare del 16.06.1989 nr. 12234, che faceva proprie tutte le prescrizioni indicate nei vari atti endoprocedimentali dell'autorizzazione.
In considerazione anche del fatto che, con protocollo di intesa sottoscritto nel 2015, denominato SMALL, la Regione Lazio, i tre Comuni del Lago, l’Ente Parco, il Consorzio del Lago, Città Metropolitana, Acea e Hydra Ricerche concordarono le attività comuni finalizzate a monitorare e regolare la quota dei livelli minimi e massimi del lago di Bracciano. In particolare venne assicurata l’attuazione del protocollo da un Comitato di indirizzo e controllo. Venne inoltre designata l’Autorità Idraulica, deputata ad esercitare compiti di Polizia idraulica e di pronto intervento su spiagge lacuali, superfici e pertinenze dei laghi. All’art. 7, ultimo comma, di detto documento venne stabilita e condivisa la quota di riferimento dello sfioro del Lago nel fiume Arrone, in metri 163,04, detta appunto zero idrometrico per il lago di Bracciano.


Con pochi semplici calcoli matematici elaborando i dati, in virtù della lettura eseguibile presso le stadie idrometriche, collocate sui piloni dei pontili, si può rileva ad oggi, una misura negativa di –1,50 metri dallo zero idrometrico. Difatti sottraendo dallo zero idrometrico ovvero da 163,04 metri, il livello minimo raggiungibile concesso per le captazioni prescritto, come abbiamo detto, in 161,90 metri sul livello del mare, si ottiene la misura di -1,14 metri. Sottraendo, inoltre, dalla misura negativa rilevata di -1,50 metri , la misura negativa di -1,14 metri, si ottiene come risultato – 36 cm che costituisce il valore eccedente in negativo della misura consentita. ACEA ha, pertanto, superato il limite ad essa consentito per 36 centimetri.

Va sottolineato che a fronte di tali gravissime violazioni si è verificato tra l’altro un ritiro del lago eccessivo di 10/15 metri, tale da interessare la fascia cosiddetta vitale, ovvero la zona nella quale si riproduce flora e fauna in mutuo equilibrio; l’ossigeno disciolto misurato alla profondità di un metro ed alla temperatura di 26°centigrati è risultato avere un valore strumentale di 2 milligrammi al litro invece che 5 milligrammi al litro. E’ evidente che con la sinergia del riscaldamento dell’acqua questa condizione di ridotta presenza di ossigeno potrà portare ad una moria di pesci. E che tali ulteriori fatti potrebbero configurare anche gravi violazioni delle disposizioni contenute nel nuovo testo unico dell'ambiente disciplinato dal D. Lgs 3 aprile 2006 nr. 152 e sue successive integrazioni e modificazioni. Abbiamo così valutato le violazioni di ACEA alle disposizioni contenute nella concessione e alle norme di legge in materia ambientale e richiamato il ruolo di vigilanza in capo all'autorità idraulica.
Ieri dunque abbiamo inviato all’Autorità Idraulica l’intimazione e la diffida ad adempiere entro e non oltre il termine di 5 giorni dal ricevimento della stessa, per emettere in via d’urgenza l’ordinanza di interruzione delle captazioni, utile a ristabilire le compatibili oscillazioni dei livelli, avvertendo che, decorso inutilmente tale termine, i sottoscritti agiranno in tutte le ulteriori sedi ritenute opportune per far accertare ed emergere in capo ai responsabili, le gravissime responsabilità, inadempienze e i danni irreversibili causati all’equilibrio ecosistemico."