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LAGO BRACCIANO. ACQUA ALTA IRREVERSIBILE, SE TORNA INDIETRO C'E' LA "MONNEZZA"

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Tempo di lettura 3 minuti Non si può colpevolizzare l'Acea se il fiume Arrone non può defluire le acque per l'incuria che gli è stata riservata finora

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LEGGI ANCHE: TREVIGNANO: MALTEMPO DISTRUGGE PASSEGGIATA E ATTIVITA' PRODUTTIVE

 

di Silvio Rossi

Anguillara / Bracciano / Trevignano (RM) – Le recenti piogge hanno messo a dura prova le infrastrutture realizzate sulle sponde del lago di Bracciano, in tutti e tre i comuni che si affacciano direttamente sullo specchio. Piazza del Molo ad Anguillara, così come la passeggiata di Trevignano, hanno subito danni per colpa del vento, e del livello molto alto delle acque, che con un colpo di vento più forte della norma, raggiungono il livello stradale.

Dopo alcuni anni in cui il livello idrometrico del lago era costantemente alcune decine di centimetri sotto lo zero, tanto da far preoccupare le autorità preposte per un rischio di conservazione del lago, in quanto i prelievi realizzati da ACEA non erano compatibili con la quantità d’acqua che veniva a rifornire il bacino, ci troviamo in questi giorni in una condizione di “sovrabbondanza”, un aumento rispetto allo zero idrometrico dell’ordine di circa un metro e mezzo (fissato a 161,74 metri s.l.m.), una misura che mette a rischio l’esistenza delle strutture ricettive, che si trovano la spiaggia sommersa.

Alcuni anni fa l’Ente Parco ha installato delle aste idrometriche, per permettere un rapido controllo della situazione anche da parte della popolazione, con lo “zero” fissato a 163,04 metri s.l.m., pari al colmo delle chiuse che alimentano l’emissario naturale, il fiume Arrone.

Attualmente il lago è quindi circa venti centimetri oltre la quota considerata “non superabile”. I sindaci del territorio, preoccupati di tale condizione, invocano ACEA, per una soluzione rapida del problema. Soluzione che però non appare semplice, l'alveo dell'Arrone, si è molto alzato per incuria e sporcizia e questo, di fatto, impedisce alle acque di andarsene, di defluire.

Sarebbe inutile ora aprire le chiuse, che in pratica sono sommerse dal lago ma soprattutto dall'Arrone. Per ripristinare il naturale deflusso, si deve scavare per ripristinare l’alveo fino alla mola vecchia, dove si sta costruendo la porta del parco. Un intervento semplice che dovrebbe liberare ma soprattutto riformare l'alveo, scoprire e ripulire le paratie, ora sommerse, che solo a quel punto potrebbero svolgere il loro lavoro.

Nel resto del percorso, l’Arrone viene normalmente pulito, a cura di Arsial (precedentemente dall’Ersal). Forse nel tratto compreso nel territorio di Anguillara Sabazia, l’ente incaricato non ha ricevuto, negli anni passati, le dovute segnalazioni per intervenire, per cui oggi non basta “aprire un rubinetto” per stabilizzare il livello delle acque.

"Lo scorso anno gli effetti dell'innalzamento repentino del livello del lago lo si era potuto percepire in modo particolare solo sul versante sud ovvero ad Anguillara (dove in genere è la tramontana a creare insidie). – Commenta l'assessore all'Ambiente del Comune di Anguillara Enrico Stronati – Quest'anno, – prosegue – con un livello delle acque ancor maggiore rispetto allo scorso anno e complice il vento di libeccio che ha soffiato nei giorni scorsi, anche Trevignano paga un prezzo carissimo. L'ARDIS deve lasciare che le acque defluiscano liberamente dal lago! Il repentino innalzamento del livello delle acque crea danni al patrimonio comunale, mette in ginocchio una delle fonti di sostentamento del territorio (le attività ricettive) già messe a dura prova dalla crisi economica ed infine, non meno importante, crea enormi danni all'eco-sistema lago. Si ripristini il deflusso naturale delle acque e si smetta di modificare artificialmente il livello del lago. Tutto quanto qui riportato è anche contenuto nella lettera che il Sindaco di Amguillara Sabazia Avv. Francesco Pizzorno ha inviato oggi all'ARDIS, Acea Ato2, Regione Lazio, a Sindaci dei Comuni lacustri, al Commissario del Parco Naturale Bracciano-Martignano ed al Presidente del Consorzio di Navigazione. – – Stronati conclude – Occorre una azione forte e congiunta che assicuri che una cosa del genere non si ripeta più in futuro".

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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