LAGO BOLSENA: RITROVAMENTO ALTRO AEREO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Redazione

Bolsena (VT) – Si comunica che il giorno 29 c.m. è stato rinvenuto nelle acque del lago di Bolsena, un aereo della seconda guerra mondiale.

Ancora una volta l’ass. Scuola sub del lago di Bolsena, dopo il successo ottenuto con il progetto: “Search and Recovery Boeing B-17 Flying Fortress crashed into lake Bolsena”, che ha portato al ritrovamento dei resti dell’aereo, al recupero della Torretta giroscopica inferiore e alla realizzazione presso il Museo Territoriale  della nuova ” Sezione Testimonianze e Relitti dal lago di Bolsena”, ha continuato a indagare su altri aerei e relitti dispersi all’interno del  bacino lacuale.

Seguendo i racconti di alcuni testimoni oculari e le informazioni ricevute dai Vigili del Fuoco Sommozzatori, la nostra Associazione è venuta a conoscenza della presunta presenza di un aereo in prossimità dell’isola Martana.

Abbiamo dunque cominciato a scandagliare una zona molto ampia e ancora una volta è risultato vitale per la localizzazione, il supporto dato da un pescatore  professionale  Biagio Puri di Bolsena che con la segnalazione di impigliamento di lenze ed ami atti alla pesca delle anguille, ci ha permesso di circoscrivere l’area di ricerca. Successivamente per mezzo di una telecamera subacquea e di un sistema video di superficie si è provveduto ad una prima ispezione visiva.

Tale prospezione necessitava però un’analisi più approfondita perciò il 29 c.m.  è iniziata una lunga giornata di lavoro in acqua, con il ritrovo presso il porto di Bolsena dove erano presenti come supporto alle nostre ricerche il Sindaco Ing. Paolo Equitani e l’assessore al turismo Andrea di Sorte.

Lo staff  subacqueo e di assistenza  è stato organizzato nei minimi dettagli con la partecipazione dell’Argentariodivers con Simone Nicolini e tre suoi istruttori, Alessandro Rancely subacqueo esperto in immersioni profonde, la Protezione civile di Bolsena, Massimiliano Bellacima vice Presidente della Scuola sub del lago di Bolsena.

Dopo un briefing, raggiunto il  punto di immersione, per essere sicuri abbiamo calato di nuovo la telecamera subacquea e successivamente pedagnato il relitto  da indagare.  L’aereo presumibilmente della seconda guerra mondiale, è adagiato su un fondale limoso a 117,5 metri di profondità. Lo stesso si trova con la parte anteriore conficcata nel sedimento e con la parte posteriore verso l’alto con un elevazione di circa sette metri. La parte superiore risulta fortemente danneggiata probabilmente da un’esplosione. Scendendo in mezzo a grovigli di cavi si intravedono due sedili appaiati, collocando la tipologia di velivolo tipo biposto o caccia.

Nella parte centrale è visibile una cloche con il manico rosso. Le ali completamente intatte , sono arrotondate sugli angoli e presentano degli emblemi ancora da capire e una croce Balcanica bianca con bordi neri. Questo importante particolare fa pensare che si tratti di un aereo di nazionalità tedesca.

L’ispezione visiva da noi eseguita ha fatto rilevare che non sono presenti resti umani e residui bellici.

Questa straordinaria immersione è stata resa possibile grazie alla sinergia del Centro Ricerche della SSB, per il ritrovamento ,del Comune di Bolsena della Protezione Civile ,che ci ha messo a disposizione il suo capiente gommone.

L’Argentariodivers di Simone Nicolini con tre istruttori che hanno svolto il compito di assistenza subacquea e di superficie, ha fornito tutti i gas necessari contenuti in più di venticinque bombole con miscele respiratorie per l’immersione e di emergenza come Trimix ,Nitrox e Ossigeno.

L’Xdive ci ha permesso di illuminare in profondità con la nuova serie di lampade subacquee a led per l’esplorazione e le videoriprese.

La Santi per le robustissime mute stagne i sottomuta e i riscaldatori elettrici. L’immersione è stata molto impegnativa e prevedeva tre subacquei profondisti, tre di assistenza in acqua da 40 mt in su, venti bombole di emergenza collocate su una stazione decompressiva, cinque persone di assistenza di superficie.

Data la notevole profondità, raggiunta sono stati utilizzati dei moderni sistemi di respirazione i Rebreather (sistemi che riciclano il gas espirato ed allungano notevolmente l’autonomia). In profondità sono state utilizzate miscele con alto tenore di elio per tenere lontano la pericolosa narcosi da azoto ed essere operativi a più di cento metri, al buio e con una temperatura dell’acqua di sette gradi.

Sono stati  necessari 197minuti di decompressione prima di uscire dall’acqua, per un tempo di fondo di soli tredici minuti.

Il ritrovamento è stato tempestivamente segnalato alla Stazione dei Carabinieri, ai quali probabilmente verrà chiesta la partecipazione ,per ulteriori ricerche ,del supporto del  nucleo Sommozzatori, parteciperanno anche in un operazione congiunta i Vigili del Fuoco Sommozzatori di  Viterbo

L’intento della nostra associazione, tramite i nostri  storici Vittorio Gradoli  e Mario di Sorte ,è quello di arrivare alla difficile identificazione di questo aereo e non per ultimo capire chi era il suo equipaggio, svolgendo così come è avvenuto per l’aereo Boeing B-17 o Fortezza Volante, un’opera umanitaria per i caduti in guerra durante il secondo conflitto mondiale