L’affare Modigliani: il Prefetto Tagliente ne discute con Mondini e Loiodice

Sarà presentato alle ore 18.00 di venerdì 29 novembre alla libreria Feltrinelli. Gli Autori Claudio Loiodice e Dania Mondini ne discutono con il Prefetto Francesco Tagliente noto anche
per il suo rapporto antico con gli artisti e con l’Arte

L’affare Modigliani è stato scritto a quattro mani da Dania Mondini, giornalista e volto del TG1 del Mattino, e Claudio Loiodice, ex ispettore della Polizia di Stato e agente sotto copertura impegnato in operazioni
contro la criminalità organizzata, specializzato in riciclaggio e frodi internazionali.

Truffe, esposizioni con quadri falsi, prolifici falsari, fondazioni nate dal nulla. Guerre intestine che ruotano attorno a critici d’arte o presunti tali e malfattori che negli ultimi decenni hanno fatto la loro fortuna legando il proprio nome a quello di Amedeo Modigliani.

Mercanti disposti a tutto, il cui unico interesse è il profitto. Opere che in poco tempo acquisiscono un valore immenso, decuplicando le stime. Un business stimato in almeno 11 miliardi di euro, che probabilmente non sarà sfuggito alla criminalità organizzata e ai riciclatori internazionali.

Otto capitoli, altrettante scene del crimine che hanno portato gli Autori a visitare molte città italiane (Livorno, Roma, Genova, Palermo…), ma anche Londra, Ginevra, per raccogliere testimonianze preziose e documenti, molti dei quali inediti e rivelatori.
Questo e molto altro sarà al centro del dialogo degli Autori con il prefetto Francesco Tagliente in occasione della prossima presentazione del libro a Firenze, venerdì prossimo 29 novembre, libreria Feltrinelli Red, in
piazza della Repubblica.
Il dibattito degli Autori Claudio Loiodice e Dania Mondini con un Prefetto della Repubblica come Francesco Tagliente sui misteri e interessi illeciti all’ombra di Modigliani appare molto interessante.

Abbiamo voluto intervistare il prefetto Tagliente. Ecco cosa ci ha risposto.

Prefetto dove nasce il suo interesse per l’arte?
“Una delle ragioni del mio continuo interesse per l’arte è certamente da ricercare, a margine del mio percorso professionale, nella curiosità di cercare di capire la varietà dei linguaggi e la sua dialettica, nel
percorso di ricerca e di confronto. Quella curiosità che spinge l’uomo alla conoscenza, a prendersi cure, a non disinteressarsi del mondo circostante, a meravigliarsi di tutte le possibili manifestazioni. L’arte crea un
dialogo magico, fa parlare la natura delle cose, invia messaggi a tutti, permette all’uomo di esprimere la parte più profonda del proprio io ed è per questo che io, che amo il dialogo, amo l’arte”

Una passione per le opere pittoriche innata o acquisita lungo il percorso professionale?
“Una particolare passione per le opere pittoriche è stata alimentata da un’innata esigenza di arricchire il mio patrimonio culturale, cogliendo ogni possibile occasione per frequentare ambienti diversi dal mio
mondo professionale, per scoprire l’altra parte dell’uomo, quella più luminosa, dove, come dice William Blake, “l’immaginazione non è uno stato mentale: è l’essenza umana stessa”.

Come si può alimentare la passione con l’Arte?
“Dialogando con l’arte tramite gli artisti e riflettendo di fronte a un’opera. Nel mio caso, per anni, con frequenza quasi giornaliera, al mattino presto mi fermavo lungo il percorso casa-ufficio con gli artigiani del laboratorio del corniciaio e gallerista Onorato Mancini, in piazza Nicosia a Roma, incontrando artisti con i quali mi soffermavo a parlare, per capirne la sensibilità.”

Chi ha frequentato di artisti? Cosa le hanno lasciato i dialoghi con gli artisti? Che rapporto hanno gli artisti che ha conosciuto con le loro opere?
“Mi sono arricchito della conoscenza di Remo Branca, Renzo Vespignani, Sigfrido Oliva, Salvatore Provino e altri artisti come Sergio Lombardo.
Ripensando agli artisti che ho conosciuto, mi ricordo come si legassero profondamente alla loro arte, in un rapporto di adesione assoluta e di reciproco sostegno, e ciò mi fa pensare alla solitudine dell’artista di
fronte alla tela, che poi si trasforma in una creazione che ha un valore universale e che supera il tempo, rendendo l’opera fruibile per sempre.
Penso al rapporto quasi carnale che l’artista ha con la sua opera un rapporto che lo lega ad essa in maniera così totale, tanto che a volte, come mi ha raccontato una pittrice, non gli consente di separarsene.”

Oltre alla conoscenza degli artisti ha avuto modo di arricchirsi della conoscenza dell’arte?
“Questa domanda mi fa pensare al rapporto di uno scultore con la pietra, un sasso informe, forse un pezzo di trasformazioni primordiali, che attraverso le sue mani prende vita e diventa capace di parlare agli altri.
Frequentando galleristi e artisti mi sono avvicinato alla conoscenza all’arte della grafica, della incisione, della serigrafia, della litografia e della xilografia riuscendo a capirne e a riconoscerne la differenza, fino a
seguire la lavorazione delle lastre per incisione al torchio a casa del Maestro Renzo Vespignani.
Frequentando la casa del Maestro, animata dalla compagna Rossana Mataloni, ho trascorso ore piacevolissime ascoltando racconti e discutendo di arte”.

Maestro Renzo Vespignani è stato anche Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca. I suoi dipinti sono stati esposti in mezzo mondo. Cosa le ricordano le opere del Maestro?
“Di Renzo Vespignani ricordo intense opere che fotografano le periferia romana, dove le linee ferme del disegno e la deformazione della prospettiva degli edifici monocromi ben documentano l’alienazione dell’uomo moderno costretto a vivere in ambienti dove l’abuso edilizio rende l’atmosfera mostruosa. Ripensando alle sue opere, mi soffermo spesso a pensare come attraverso la bellezza dell’arte, l’uomo dia un senso alla realtà e alla propria esistenza, a come con l’arte trasmetta messaggi, quando non riesca a comunicare agli altri gli aspetti più profondi del proprio io”.

Lei è amico anche di Salvatore Provino. Un artista che fa vivere nella sua pittura una straordinaria dialettica tra le geometrie e la filosofia, tra il visibile e l’invisibile. Cosa le fa pensare la sua tecnica pittorica? “Di Salvatore Provino ammiro il lavoro sulla materia e penso che l’arte sia anche un mezzo per “far parlare la natura e le cose”, instaurare un dialogo magico, rappresentare il tutto attraverso la forza creativa dell’artista. Penso alle mani di Provino che stendono direttamente il colore, lo soprappongono, creando dalla materia altra materia. D’altra parte il vocabolo “arte” tra i suoi sinonimi indica “attività umana, lavoro, mestiere e, per estensione, abilità, ingegno, creatività, genio”. L’arte come lavoro fisico, quindi, come mestiere, come un’attività che usa le mani e modella, e riproduce la natura o la trasforma”.

Venerdì 29 prossimo, alla presentazione del libro “L’affare Modigliani” alla libreria Feltrinelli di Firenze, con gli Autori Claudio Loiodice e Dania Mondini parlerà di arte o dell’inchiesta degli autori che raccontano di trame e interessi illeciti all’ombra del grande Modigliani a cento anni dalla morte?
“Stiamo parlando di un libro che tratta di truffe, esposizioni con quadri falsi, prolifici falsari, fondazioni nate dal nulla. Guerre intestine che ruotano attorno a critici d’arte o presunti tali e malfattori, che negli ultimi
decenni hanno fatto la loro fortuna legando il proprio nome a quello di Amedeo Modigliani. Ancora non ho parlato con gli Autori ma penso che farò parlare loro per capire da che cosa sono stati ispirati e quale obiettivo si sono posti con la pubblicazione della loro inchiesta giornalistica; che segnale volevano lanciare; quali testimonianze e documenti rivelatori hanno trovato per arricchire la loro inchiesta; spero di poter sentire parlare loro della filiera criminale delle opere d’arte; dei personaggi protagonisti del lungo mistero dell’Affare Modigliani. Con riferimento al sequestro di 21 opere presso Palazzo Ducale di Genova con 6 indagati, sentire dagli Autori del libro, al di là dell’aspetto processuale penale che riflessioni ci consente anzi ci impone quella inchiesta giudiziaria in corso”.

Il prossimo 24 gennaio 2020 ricorre il Centenario della morte di Modigliani ad appena 35 anni. Cosa rappresenta la pubblicazione L’Affare Modigliani in vista di questa importante ricorrenza?
“Confermo che quella data è una ricorrenza importante perché le celebrazioni del centenario 1920-2020 rappresenteranno una occasione straordinaria per il nostro Paese e per tutti gli appassionati dell’arte di
ricordare all’opinione pubblica internazionale il più grande artista del ‘900 italiano, uno dei più grandi e quotati artisti del mondo.
Penso che la pubblicazione dell’inchiesta giornalistica “L’Affare Modigliani” in vista di questa importante ricorrenza possa essere una buona occasione per il mondo accademico e culturale di riflettere sulla
tormentata storia artistica ed umana di uno dei simboli più autorevoli dell’arte internazionale, interprete della bellezza e dello stile italiano”.