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Marina Cozzi – Presidente Crzl
Ladispoli (RM) – Con un sintetico ma tempestivo comunicato l’Amministrazione Comunale ha reso noto di aver diffidato la società RECIN dal proseguire la sua attività che, come ricordiamo, consiste nel trasformare gli sfalci del verde pubblico e privato in compost utile per fertilizzare i terreni e nel recuperare i calcinacci trasformandoli in materiale riutilizzabile per l’edilizia e non solo.
Con la stessa sinteticità il Comitato Rifiuti Zero Ladispoli chiede, per l’ennesima volta, all’amministrazione comunale:
1) Dove andranno i cittadini a disfarsi dei rifiuti ingombranti, visto che l’isola ecologica è chiusa da giorni?
2) Dove andranno i cittadini (e il Comune stesso) a smaltire i residui delle potature e dei calcinacci, visto che è stata “sollecitata” la chiusura dell’unico impianto attivo nel raggio di oltre 100 km?
3) Quanto costerà ai cittadini ed alle casse comunali questa “sollecitudine”?
4) Chi si occuperà delle famiglie dei sei operai che lavorano, ancora per poco, alla RECIN?
I cittadini e il CRZL aspettano una tempestiva risposta, anche sintetica, a queste domande.
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