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Roma

L’ACQUA E’ VITA… ED ANGUILLARA LO SA!

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Tempo di lettura 4 minuti

di Emanuel Galea
Anguillara (RM)
– Sull'Italia persiste la cappa di caldo afoso che fa boccheggiare anziani e non. Piantine di fiori si arrendono, abbassano le foglie e si lasciano andare.  Una vita senza acqua è un non senso. L’acqua è un bene primario. Il nostro organismo è composto per due terzi di acqua. Laddove scarseggia l’acqua, scarseggia pure la vita e ad Anguillara scarseggia l’acqua.

Intanto, mentre il termometro oscilla tra il 38 e i 40 gradi, il Comune di Anguillara, come di rito, fa presente ai suoi cittadini che è sempre in vigore l’ordinanza 69/2013 di divieto di uso di acqua potabile per fini che non siano quelli idropotabili.  Sì, proprio così, perché come abbiamo scritto nel nostro ultimo articolo, “Anguillara, Storia di normale disservizio” ad Anguillara l’acqua scarseggia e come cerchiamo di spiegare, ci si ritrova a vivere episodi da immediato dopoguerra, che tutti speravano di aver lasciato alle spalle.  Un giorno sì, e l’altro pure, c'e' un’interruzione dell’acqua, per i motivi più diversi , che dura da qualche ora a più. Alcune volte l'interruzione viene programmata, altre volte arriva improvvisa.

Il problema non è di oggi perché come si può notare l’ordinanza n.69 risale al 2013 e non è che prima si stava meglio. Solamente che al problema non è stata mai data priorità. Lo so' che quanto dico dispiace agli amministratori, però c'e' poco da discutere, davanti all’evidenza non c’è “ma” che tenga.
Da parte dell’amministrazione si vorrebbero attribuire i problemi di questi giorni all’eccessivo consumo di acqua. L’impianto di produzione di acqua, sempre secondo l’amministrazione, ” non ha subito interruzioni di servizio né diminuzioni nella capacità produttiva rispetto allo scorso anno ed è operativo h24 da 10 giorni senza soluzioni di continuità”. A parte il fatto che questo discorso non viene confermato dall’ultima dichiarazione dei tecnici del Comune, rimane sempre la confessione dell’amministrazione stessa che dichiara candidamente: “La quantità di acqua immessa nella cisterna è inferiore a quella che dalla cisterna viene spinta dal blocco pompe all’interno delle tubazioni di distribuzione”. Confessiamo di non aver la competenza per disquisire sull’idoneità o meno delle pompe , ci atteniamo a quanto dichiara l’amministratore e cioè la capacità della pompa non soddisfa la“richiesta”.

L’acquedotto alimentato dal Pozzo del Biadaro, secondo la Relazione Tecnica Acquedotti Comunali, redatta l’8 aprile 2011, risale all’inizio degli anni 80, 36 anni circa di vetustà. Secondo la letteratura tecnico-economica degli acquedotti, leggo che sia prassi comune progettare e realizzare gli acquedotti per i fabbisogni idroptabili previsti per il 40 anno di funzionamento. Leggo inoltre che dopo i 40 anni i costi di manutenzione superano i costi di ammortamento di un nuovo acquedotto. Interventi di potenziamento durante la vita (dei 40 anni, ndr) diventano, secondo pareri tecnici, antieconomici e non risolvono i problemi.
 
Questo forse spiega il perché gli interventi sugli impianti e quindi le continue interruzioni di erogazione e quindi i disservizi continuano ininterrottamente.

A maggior chiarimento di quanto appena scritto riporto uno stralcio delle varie e ripetute interruzioni. Per brevità si riportano gli eventi per sommi capi. Per chi desiderasse avere ulteriori informazioni si rimanda al sito dell’ente comunale.
-Giovedì 11 dicembre 2014, dalle ore 9.00 alle ore 12.30, verranno effettuati urgenti lavori di riparazione dell'acquedotto del Montano in Zona Via Prati della Rena. / Il giorno 27 marzo 2015, dalle ore 10 alle ore 15 e il giorno 2 aprile 2015 dalle ore 8.30 alle ore 15.00, per lavori di manutenzione all'acquedotto comunale (sostituzione pompa del pozzo), verrà sospeso il servizio idrico/ Giovedì 16 luglio 2015 la perdita di acqua su Via San Francesco è stata riparata nel corso della mattina, occorrerà procedere alla sostituzione di circa 15 mt di tubazione. /Nella giornata odierna presso l’acquedotto di Colle Sabazio è stato effettuata una nuova taratura atta a massimizzare, allo stato attuale, la fornitura di acqua potabile.  Nel quartiere di Colle Sabazio sarà necessario sospendere l'erogazione del servizio idrico il giorno 16 luglio 2015 dalle ore 08.30 sino alle ore 17.00.
Andando avanti si leggono altri avvisi e ammonimenti come per esempio: “ …con questo si fa nuovamente appello alla cittadinanza affinché tutte le attività non strettamente connesse all’uso idropotabile vengano evitate soprattutto nella fascia oraria tra le 7.00 e le 23.00.”
Questo spiega anche la mancanza di verde. Nella stagione estiva, piantine di fiori sono inibite nei balconi e sui terrazzini, a meno ché non si voglia annaffiarli con l’acqua minerale. Un assurdo!
L’ultima chicca si legge su “Fuori del Comune di Anguillara” del 21 luglio, emessa da un amministratore ignoto, l’avviso non porta alcuna firma. Dice fra l’altro :” Si avvisa inoltre che nella giornata di giovedì 23 luglio 2015, al fine di garantire comunque la disponibilità di acqua nelle case, viste le persistenti elevatissime temperature, verrà erogata acqua grezza non trattata e quindi non potabile. In relazione a tale circostanza è stata data comunicazione preventiva agli uffici ASL preposti.”
 I cittadini di Anguillara possono dormire sogni sereni perché gli uffici Asl preposti sono stati avvisati. Cosa vuol dire? Cose dell’altro mondo!
Nella caotica esposizione della complicata vicenda della “realtà acqua” ad Anguillara emerge uno scenario che non può tranquillizzare chiunque. L’acqua è vita e dovrebbe avere il primo posto nel pensiero dell’amministratore. Non si può continuare con i pannicelli caldi. Anche i residenti di Anguillara meritano un servizio continuo e sicuro.

Che non si tirino in ballo le scarse risorse della cassa comunale. Non solo dal governo centrale, anche da Anguillara si aspetta una spending review. La gente reclama una sana politica di “scelte prioritarie”. Prima di spendere euro 5000 per la rottura dei cocci ,oppure euro 1500/mese per ricoverare un cane randagio presso la struttura Valle Grande di Roma, per fare qualche esempio, la gente pretende un servizio degno di un vivere civile. Il servizio offerto attualmente lascia molto a desiderare e fa venire in mente i tempi post bellici, quando donne in fila alla fontanella aspettavano il loro turno per riempire la tanica e la damigiana. Non mi permetterei mai di appellarmi al solito luogo comune “siamo in Europa”, anche perché nell’Europa non ci credo. Il mio appello è diretto ai miei amministratori e da loro che aspetto risposta.