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LABICO, IL CONVEGNO METTIAMOCI IN GIOCO: QUANDO BULLISMO E TECNOLOGIE DIVENTANO ARMI PERICOLOSE

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Oggi 10 aprile 2015 presso la Sala degli Affreschi del Palazzo Giuliani di Labico, un interessantissimo evento nel pomeriggio, dalle 16:00 alle 19:00 con un parterre di professionisti nel settore per comprendere e aiutare genitori, familiari e insegnanti a gestire il mondo cibernetico che coinvolge e condiziona la vita dei bambini e adolescenti

 

di Cinzia Marchegiani

Labico (RM) – Questo pomeriggio dalle ore 16:00 presso la Sala degli Affreschi dello storico Palazzo Giuliani di Labico, l'Associazione Koiné ha organizzato un nuovo evento dedicato alle famiglie, ma non solo. Nel pieno spirito dell'associazione, l'invito all'iniziativa no profit è rivolta a tutti i genitori, gli insegnanti, i professionisti, gli operatori e i familiari di bambini e adolescenti che nell'era moderna sono costretti a confrontarsi non solo con i vantaggi derivanti dall'uso delle tecnologie, ma anche con le difficoltà di gestione, di controllo e di uso che ne conseguono.

L’Osservatore d’Italia sensibile a queste tematiche sarà presente all’evento moderando l’incontro che vedrà partecipare non solo professionisti, ma chiunque senta il bisogno di capire e avere mezzi idonei per affrontare i problemi inevitabili che la vita e la società mettono sulla strada. Per il nostro giornale è un modo per condividere e promuovere cultura e attenzione affinché con l’informazione che realizziamo ogni giorno si possa trasmettere consapevolezza anche per chi non potrà partecipare all’evento. Troppe volte abbiamo redatto tabella di cronaca che riportavano episodi gravi di bullismo, spesso nati per gioco diventati scherzi crudeli che coinvolgono adolescenti presi di mira dal gruppo o dallo spavaldo della situazione. Il mondo è in evoluzione, soprattutto nella tecnologia che mette a disposizione strumenti troppo spesso gestiti per offendere, per adescare il più indifeso, così il bambino e l’adolescente rimane vittima di un sistema complicato e una rete che soffoca e mette a rischio spesso anche la propria incolumità.

Labico è un comune all’avanguardia che già da tempo ha messo al centro del proprio interesse la tutela dei minori, persone fragili di un sistema che sembra fagocitare tutto e al tempo di un naso secondo, quello di un click da tastiera, quello dell’uso improprio degli smartphone che possono cambiare irreversibilmente il destino di ognuno di noi… Per questo serve responsabilità, e occorre saper informare e essere al fianco dei genitori, degli insegnanti che hanno vissuto tempi diversi e devono adeguarsi alle novità che se da una parte ci aiutano a vivere meglio, rappresentano però uno strumento pericoloso.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Alfredo Galli, seguirà l’apertura dei lavori dell’assessore dei servizi Sociali Giorgio Scaccia. Il programma prevede la partecipazione di più esperti che forniranno un valido contributo alla comprensione dei rischi legati alle tecnologie e ad un loro migliore utilizzo in ambito educativo, scolastico e familiare:

. “Quando la tecnologia nuoce al fisico” D.ssa Barbara Rischia (fisioterapista)
. “come la tecnologia sta cambiando i nostri ragazzi” Roberta Luttazzi (Professoressa Scuola secondaria di I Grado)
. “Perché il linguaggio della tecnologia risulta più attraente:problemi e soluzioni” D.ssa Ambra Crescenzi (Psicologa)
. “La sindrome della connessione costante” D.ssa Romina Pacitto (Educatore e Mediatore Familiare)
. “Vecchie e nuove tecnologie a confronto” Dr. Giovanni Di Giovanni ( Responsabile del Ser. T di Palestrina)
. “Adescamento dei minori su internet bambini a rischio senza strumenti di difesa” Avv Grazia Tassiello (Avvocato e Mediatore Familiare e Civile)
. “Rischi e pericoli internet: legalità e territorio” Maresciallo Guido Natella (Comandante della Stazione Carabinieri Labico)

Il programma interessantissimo mette a disposizione ai non esperti l’opportunità di comprendere cosa sta accadendo alla nostra società e i problemi che si possono presentare, altresì profondendo strumenti utili alla risoluzione degli stessi. L’importante è capire quali sono i veri mostri che esistono che ormai non sono più solo fuori dalle porte delle abitazioni. Il mondo è inevitabilmente cambiato, tutti siamo diventati spettatori virtuali, dove inverosimilmente le azioni si concretizzano e spesso sfociano in reati che possono compromettere l’equilibrio psicofisico della vittima e del carnefice.

Al termine del convegno verrà rilasciato un attestato di partecipazione a tutti i presenti, per il quale sono stati richiesti n.3 crediti formativi all'Ordine degli Avvocati di Velletri, ricordando altresì che l'ingresso è gratuito.

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Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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