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8 anni agoon
LA POLITICA ORMAI E’ SU MARTE
MA I CITTADINI SONO SULLA TERRA
DI ROBERTO RAGONE
Oggi l’ANSA apre con una dichiarazione di Gentiloni: “Con Renzi più forza al PD per il futuro dell’Italia.” Non mi è sembrato il caso di leggere tutto l’articolo, visto che il titolo è già tutto un programma. Oltretutto non si capisce come mai, dando fiducia ad un segretario fallimentare e che avrebbe dovuto sparire dalla scena politica per sua stessa ammissione, l’Italia avrebbe più forza, in virtù della sua appartenenza ad un partito sfasciato e frantumato. Non credo che il futuro dell’Italia, a questo punto, sarebbe molto felice. Siamo su due pianeti diversi: da una parte la politica tutta, dall’altra noi cittadini, trasformati in sudditi nei confronti di una classe dirigente che non ci vede. Né si perita di cercare di guardare le nostre esigenze, i nostri bisogni, quelli della nazione, e di conseguenza dell’uomo della strada. Potremmo essere benissimo su due pianeti diversi, loro su Marte, e noi sulla Terra, vista la distanza di milioni di anni luce fra noi e loro. Loro che ragionano solo in termini di voti, primarie, sondaggi, maggioranze parlamentari, governi da formare, premierato, segretariato del partito, ministeri da assegnare, clientele da soddisfare, lobbisti a cui rendere conto, dopo i consistenti contributi alle varie ‘fondazioni’ – oggi il politico non prende più i soldi, né li fa prendere alla sua segretaria, come fanno i medici specialistici in anticipo, prima della visita: hanno scoperto che il sistema più sicuro sono le fondazioni che a loro fanno capo, tanto, le tasche in cui vanno sono sempre quelle – e via così, ignorando completamente non solo ciò di cui la nazione ha bisogno, ma la nazione stessa. Stando su Marte, appunto. Perché se scendessero un giorno sulla Terra, in mezzo a chi deve alzarsi tutte le mattine quando ancora è buio, e magari affrontare un trasferimento in pullman di due o tre ore, andata e ritorno, per un stipendio che corrisponde all’argent de poche di uno di loro – loro che protestano e fanno ricorsi quando gli si vogliono ridurre le laute prebende – allora cambierebbero idea – forse. L’ultimo, in ordine di tempo, bombardamento mediatico riguarda le primarie del PD, un partito che ha dimostrato la sua incapacità e la sua soggezione a lobby e lobbisti, a fronte di una permanenza al potere. È chiaro che Gentiloni debba tirare la volata a chi lo ha messo a tenergli calda la poltrona, e oggi la sua propaganda, da presidente del consiglio, è senz’altro prestigiosa e autorevole, anche se vuota di contenuti, e può impressionare la maggior parte degli Italiani, cioè quelli che seguono supinamente le notizie propalate dai media – i quali sono diretti e orchestrati da chi è stato messo a quel posto proprio per fare gli interessi di chi ce l’ha messo. In questi giorni è alla ribalta della cronaca un avvenimento doloroso, riguardante l’uccisione di un ladro romeno di 28 anni da parte del proprietario di un bar tabacchi e ristorante che stava rapinando. Doloroso non solo per la morte del giovane, il quale avrebbe anche potuto, in Italia, impiegare diversamente le proprie energie, cercando un lavoro onesto. E comunque dispiace che una giovane vita sia stata spezzata così bruscamente, in quelle circostanze. Ma la vera vittima del fatto è Mario Cattaneo, 67 anni, un personaggio mite e lavoratore, di cui nessuno in paese può dir male. Togliere la vita ad una persona, specialmente ad una certa età, e avendo condotto una vita onesta, frutto di una educazione che i genitori di oggi non impartiscono più, può distruggere una persona. Mario, come ognuno di noi, avrà pensato di arrivare a finire i suoi giorni in serenità, senza particolari ambizioni, circondato dall’affetto dei suoi cari. Questo fatto imprevisto lo ha condannato all’ergastolo. Una pena che non finirà mai più, per una persona tuttavia incolpevole, vittima degli avvenimenti e dei tempi che viviamo. Vittima di una politica cieca e sorda, che non guarda agli abitanti della nazione che hanno l’ambizione di voler governare senza averne le capacità: altrimenti non saremmo a questo. Mario Cattaneo rischia oltretutto una condanna penale per omicidio volontario, visto che il morto è stato colpito alla schiena, ed una richiesta di risarcimento che lo costringerà magari a cedere l’attività per soddisfarla, come è successo per Walter Mattielli, morto poi d’infarto a causa della sentenza del giudice. Ma i veri colpevoli di questa situzione sono a Montecitorio, al caldo, tutti impegnati in primarie, secondarie, terziarie, che poco interesse suscitano fra la gente della strada. Subito pronti a sondare gli umori tramite costose organizzazioni, ma mai disposti a soddisfarli. Due vittime, in questa circostanza: la prima il giovane rumeno; ma ancora di più chi è rimasto in vita, con lo scrupolo di avere ucciso un essere umano. Ma non sono loro i colpevoli. Il giovane ladro ha potuto fare ciò che ha fatto perché in Italia il controllo del territorio è inesistente, e l’impunità garantita, per cui la nostra nazione diventa terra di Bengodi per chi vuole fare a meno di lavorare, e vivere alle spalle degli altri. Mario Cattaneo avrebbe avuto il diritto di vivere tranquillo, senza che nessuno potesse derubarlo, e di giungere ad una vecchiaia serena, vivendo e lavorando in una nazione occidentale, che si vanta del suo europeismo farlocco, e che non è fatta di deserti e di terre inesplorate: il diritto, in senso giuridico e costituzionale. Non viviamo in quel Far West che una certa parte politica evoca ogni volta che, per sua colpa, succedono fatti del genere; ma purtroppo è proprio quella parte politica che ha trasformato in Far West la nostra nazione. Loro sono i veri colpevoli. Basta sentirli parlare per rendersi conto che viviamo due mondi diversi: loro su Marte, appunto, e noi sulla Terra.