LA GRECIA SPAVENTA L'EUROPA

di Maurizio Costa

Il premier greco, Antonis Samaras, anticipa a dicembre l'elezione del presidente della repubblica e mette in lizza il suo candidato, Stavros Dimas, che però potrebbe non essere votato dalla maggioranza del parlamento ellenico. Se il governo greco dovesse crollare non riuscendo a raggiungere la maggioranza dei deputati all'elezione del nuovo presidente, Samaras potrebbe decadere e con lui la stabilità della Grecia. In caso di nuove elezioni di governo potrebbe vincere Alexis Tsipras, contrario a qualsiasi austerità europea. Questa instabilità greca ha affossato la Borsa di Atene, che ha perso il 12,78%, il dato peggiore in 27 anni. Se la Grecia dovesse uscire dal controllo della Troika dell'Ue, le conseguenze potrebbero creare una valanga in stile domino in tutti i paesi europei contrari all'austerità di Bruxelles. Prima tra tutti l'Italia, che già è stata bacchettata dalla Merkel per non aver "attuato misure addizionali adeguate a fronteggiare rischi identificati". Renzi ha già intenzione di tagliare lo 0,1% del Pil, invece dello 0,5%, per colmare il debito pubblico: una quota molto bassa che mette in agitazione i piani alti dell'Unione. Anche la Francia potrebbe rivoltarsi, visto che ha già annunciato che non scenderà sotto il 3% del rapporto deficit/Pil nemmeno nel 2015. La Grecia, aiutata dall'Europa dopo la grave crisi che ha portato un lungo periodo nero per l'economia, potrebbe rinascere dalle sue stesse ceneri, ma la Borse e soprattutto l'Ue non crede che possa farlo distaccandosi dai programmi di austerità. In tutto questo, l'Europa sembra capire il disagio e prova, in qualche modo, ad elogiare il lavoro di Francia e Italia, per non rischiare l'effetto domino che potrebbe instaurare la Grecia: "L'Italia ha appena approvato una impressionante riforma del lavoro, e anche la Francia sta accelerando le riforme". Sarà anche vero, ma la tensione dell'Unione è elevata e la Grecia sembra non volersi piegare più a Bruxelles.