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di Chiara Rai
Che destra e sinistra vanno a braccetto è un detto antico come il mestiere della meretrice. Prima lo facevano con più discrezione ma adesso si inciucia alla luce del sole. I ministri con le deleghe più toste non hanno nulla del vento di cambiamento ostentato che ha iniziato a soffiare talmente forte da spazzare via Enrico Letta con una alzata di mano, l’umore un po’ annoiato e lo sguardo fisso sul cellulare. A parte questa contestata dinamica l'appello di noi italiani che non siamo in poltrona è sempre lo stesso: “Non rubate”, il comandamento più invocato dal Popolo ai magnaccioni. Qui, piuttosto c’è la corsa all’irrefrenabile desiderio di inpollinarsi. Se io ti do, tu cosa mi dai in cambio? Funziona così, più sei in alto e meno rogne hai, poi quando diventi scomodo ti silurano magistralmente. La politica della vecchia scacchiera con le mosse predeterminate, dicevo, non ha ancora lasciato questo pianeta. Una lettrice, Roberta Sibaud, vicepresidente di Donne per la Sicurezza Onlus, da sempre impegnata nel sociale, leggendo i nomi dei ministri e soffermandosi su quello che dovrebbe dare una smossa alle politiche sociali e garantire i servizi essenziali come l’assistenza domiciliare ai disabili, si è trovata dinnanzi alla figura di Giuliano Poletti, con delega al Lavoro e Politiche Sociali. Rosso di provenienza, 63 anni, imolese, due figli. È stato presidente nazionale di Legacoop e, da qualche mese, numero uno dell'Alleanza delle cooperative.
E' stato assessore comunale, vice presidente del circondario Imolese e consigliere comunale, nonché ultimo segretario della federazione di Imola del Partito comunista, fino al 1989. Dal 2006 è anche presidente di Coopfond, la società che gestisce il fondo mutualistico per la promozione cooperativa. Sibaud ha bene impresso il suo volto perché lo ha visto nella “grande abbuffata”, la famosa cena con 200 invitati pubblicata dal Corriere della Sera lo scorso anno ma risalente a settembre 2010. Lì c’era la creme de la creme, addirittura Gianni Alemanno con un Casamonica con tanto di maglietta dell’Italia indosso. E il neo ministro proprio di fronte ad Alemanno che conversa in una serata conviviale quando invece in tv e in mezzo alla gente tirano su sceneggiate alla napoletana come quando Poletti disse, sempre sul piccolo schermo, che lui aveva solo un camper e nessuna casa a Monte Carlo, colpendo alla pancia i comunisti con la maiuscola. “Alla faccia nostra – commenta a ragion veduta Roberta Sibaud – alla cena c'erano anche esponenti del Pd, ma il partito democratico non avvisa l’Argentin che alla cena c’erano anche i suoi? Che figura! E questi signori, Casamonica, Ozzimo, Alemanno, Marroni, Solfanelli, e adesso Poletti che è ministro alle Politiche Sociali, stanno tutti insieme a cena di beneficienza organizzata dalla lega delle cooperative, cioè dall'associazione che raccoglie le coop rosse. E in commissione politiche sociali in nostra presenza fingono di litigare! Nessun rispetto per noi persone con disabilità e per le nostre famiglie. Noi siamo solo oggetti da esibire a destra e a sinistra in quanto serviamo per farli campa'. Tutti uguali, i nostri rappresentanti inclusi”. E’ ovvio che poi ognuno ha tentato di giustificar la propria presenza alla grande abbuffata il meglio possibile, tentando di salvare la faccia ma la verità è che gli affari si fanno a tavola e questi signori intorno al tavolo non davano l’impressione di essere acerrimi nemici.
Staremo a vedere cosa farà di nuovo Poletti che a differenza di Alemanno non è stato ancora messo alla gogna per quella sua presenza al bivacco con anche Casamonica presente. Dulcis in fundo nell’immagine c’è anche Franco Panzironi, ex ad di Ama indagato per Parentopoli, seduto subito prima di Umberto Marroni. Ma di cosa si vuole parlare? I detti della nonna tornano sempre in voga: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
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