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Redazione
Roma – No al legittimo impedimento di Silvio Berlusconi, all'epoca dei fatti premier, a partecipare all'udienza del 1* marzo 2010 del processo Mediaset. La Corte Costituzionale ha respinto il conflitto di attribuzione tra poteri sollevato da Palazzo Chigi nei confronti del tribunale di Milano, dove era allora in corso il procedimento, nell'ambito del quale il leader del Pdl e' stato condannato in primo grado e in appello a 4 anni di reclusione (3 coperti da indulto) e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per il reato di frode fiscale in relazione alla compravendita di diritti tv.
Mediaset: 10 anni di indagini e due processi infiniti
Il processo Mediaset attende ora il vaglio della Cassazione: tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo sara' celebrato il terzo grado di giudizio nei confronti di Berlusconi. Il ricorso in Cassazione contro la sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d'appello di Milano l'8 maggio scorso nei confronti del leader del Pdl e' gia' stato presentato. Per il processo davanti agli 'alti' giudici entrera' nel collegio difensivo il professor Franco Coppi. La prescrizione del reato contestato a Berlusconi dovrebbe scattare tra la primavera e l'estate del 2014.
BERLUSCONI: CONSULTA NON INFLUISCE SU SOSTEGNO A GOVERNO
"Dalla discesa in campo a oggi, la mia preoccupazione preminente e' sempre stata ed e' il bene del mio Paese", ha affermato Silvio Berlusconi in una nota diffusa pochi minuti dopo la decisione della Corte Costituzionale. "Percio' anche l'odierna decisione della Consulta – aggiunge Berlusconi – che va contro il buon senso e tutta la precedente giurisprudenza della Corte stessa, non avra' alcuna influenza sul mio impegno personale, leale e convinto, a sostegno del governo ne' su quello del Popolo della Liberta'". "E cio' nonostante continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici – prosegue – questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non e' mai riuscito attraverso il sistema democratico perche' sono sempre stato legittimato dal voto popolare, non potra' in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un Italia piu' giusta e piu' libera", conclude Berlusconi.
MINISTRI PDL, DECISIONE CONSULTA INCREDIBILE
"E' una decisione incredibile. Siamo allibiti, amareggiati e profondamente preoccupati", affermano in una dichiarazione congiunta i ministri Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin.
GHEDINI-LONGO, DECISIONE DESTA GRAVE PREOCCUPAZIONE
Gli avvocati Piero Longo e Niccolo' Ghedini, legali di Silvio Berlusconi, hanno duramente criticato la decisione della Consulta sull'ex premier. "I precedenti della Corte Costituzionale in tema di legittimo impedimento sono inequivocabili e non avrebbero mai consentito soluzione diversa dall'accoglimento del conflitto proposto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri", hanno assicurato. "Evidentemente la decisione assunta si e' basata su logiche diverse che non possono che destare grave preoccupazione", hanno aggiunto. (Fonte Agi)
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