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Redazione
Viterbo – “Finalmente la Consulta ha sancito senza possibilità di appello una verità che l’UPI e i singoli presidenti delle Province vanno ripetendo sin dai primi inconsapevoli provvedimenti del Governo Monti in materia di riordino: non è possibile abolire le Province, i loro consigli e le loro giunte democraticamente eletti e nominati, con un decreto legge”. Con queste parole il presidente della Provincia di Viterbo e presidente dell’UPI Lazio, Marcello Meroi, commenta la sentenza della Consulta che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta nel decreto “Salva Italia” e del loro riordino, che ne prevedeva la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione.
“Non materia da disciplinare con decreto legge” hanno stabilito i giudici costituzionali. “Sarebbe bastato ascoltare la voce dei territori per capire che le politiche locali, quelle che incidono davvero sulla vita quotidiana dei cittadini, non si possono fare né con superficialità né con la scure dei tagli – continua il presidente -. Non è certo un caso se dopo la Corte dei Conti, che qualche mese fa ha certificato la bontà e l’ottima salute dei bilanci delle amministrazioni provinciali, votate al risparmio e al taglio delle spese correnti, ora anche la Consulta abbia finalmente sancito l’assoluta illegittimità dell’abolizione delle Province. Cancellarle, infatti, significherebbe solo gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica, perché in questi enti gli sprechi non esistono affatto”
“Mi auguro che adesso che anche la Consulta ha espresso in maniera chiara e inequivocabile il proprio vincolante parere – conclude – l’attuale Governo non tenti di aggirare le prescrizioni della Costituzione mandando di fatto in dissesto i bilanci delle Province, con la progressiva eliminazione dei fondi, già scarsi, che vanno corrisposti dallo Stato centrale agli enti territoriali. L’UPI si è sempre mostrata disponibile a una revisione dell’assetto territoriale che rivedesse, però, nel complesso tutta la pubblica amministrazione, e sarà la strada del dialogo quella che noi rappresentanti delle amministrazioni provinciali continueremo a seguire. Ma sulla cancellazione della rappresentanza democratica e sul taglio ai servizi ai cittadini continueremo la nostra giusta battaglia, oggi riconosciuta come tale anche dalla Consulta”.
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