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JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R, combo e mosse dall’anime al videogame

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JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R (disponibile su Pc, Xbox, Playstation e Switch) non si pone come una semplice “remastered” del titolo uscito nell’ormai lontano 2014, come potrebbe far pensare la lettera R, ma una vera e propria enciclopedia per permettere ai fan di rivivere le battaglie più iconiche di tutte le 8 saghe principali con i loro personaggi preferiti. La base era comunque solida, infatti l’omonimo videogame del decennio scorso si distingueva già per un comparto grafico notevole e un gameplay molto più profondo di quanto sembrasse, anche se alcuni problemi come un netcode instabile e il limite dei 30 fps non hanno permesso al gioco di esprimere completamente il suo pieno potenziale. CyberConnect2 è comunque un nome molto noto per gli appassionati di picchiaduro basati su anime e con JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R Bandai Namco vuole riportare in auge un titolo passato forse in sordina all’epoca ma che ora può vantare di un rinnovato interesse grazie soprattutto alla serie anime trasmessa proprio da poco tempo su Netflix. Stone Ocean è entrata ormai nel vivo dell’azione, ma il gioco comprende anche le due saghe successive del manga, ovvero Steel Ball Run e JoJolion. Per chi guarda unicamente l’anime sono presenti quindi dei piccoli “spoiler” di quello che verrà, anche se la storia non è esattamente il punto forte di questa nuova produzione. Nel gioco del 2014, nonostante non fosse realizzato in maniera chissà quanto approfondita, quantomeno un minimo di riassunto degli eventi principali era presente anche solo in forma testuale, mentre in JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R gli sviluppatori hanno deciso per un restyle totale della modalità Avventura. Ogni saga presenta infatti un determinato numero di “tasselli” che si dividono in Normale, What If e Boss: i primi ci permettono di rivivere alcuni degli scontri principali realmente avvenuti nel manga, mentre i secondi come suggerisce il nome sono delle battaglie tra personaggi appartenenti a diverse serie che magari condividono un legame, e una volta superato un certo numero di tasselli si sblocca quello del Boss, ovvero lo scontro principale di ogni saga. Ogni tassello ha un diverso livello di difficolta è vari modificatori che possono alterare le regole della battaglia, applicando ad esempio bonus e malus, impedendo di usare mosse speciali e altri ancora. Inoltre sono presenti varie “missioni segrete” che ci chiedono di effettuare determinate azioni durante il combattimento, e soddisfacendo i requisiti si sbloccano oggetti e monete utili per personalizzare l’outfit dei personaggi così da renderli ancora più bizzarri. Il sistema in sé funziona, tuttavia si è sacrificato ancora di più il comparto narrativo, e l’unico accenno sono dei brevissimi dialoghi prima della battaglia, ma se si pensa di fare un ripasso delle varie saghe (o proprio non le si conoscono) al massimo si potrà trovare qualche spunto utile solo a chi invece già conosce bene la storia. Peccato perché, a nostro avviso, un minimo di trama avrebbe sicuramente reso più facile l’avvicinarsi di una fetta di pubblico più ampia. Oltre che alla modalità avventura, in JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R ci si potrà cimentare anche nella modalità Arcade, ossia una classica modalità da 8 battaglie di difficoltà crescente. Presenti anche “Sopravvivenza” ovvero, come suggerisce il nome stesso: una serie infinita di battaglie per vedere fino a quanto si riesce a resistere e una modalità Torneo ad eliminazione diretta. Presenti ovviamente anche gli scontri 1 VS 1 o 3 VS 3 in compagnia di amici in locale, contro la CPU e online. Online che oltre alle battaglie casual e classificate offre una serie di sfide settimanali che se completate permettono di sbloccare costumi e accessori esclusivi da sfoggiare, e normalmente sono dedicate ad una specifica saga o personaggio a rotazione. Il roster di JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R è notevolmente ampliato rispetto all’originale che comprendeva 41 personaggi (32 di base e 9 tramite DLC), mentre in questa versione si raggiungono i 50 personaggi e altri in arrivo considerata la presenza di un Season Pass per il supporto post lancio. Oltre quindi a tutti i lottatori del gioco originale sono presenti altri 10 personaggi inediti, ognuno con un proprio stile di combattimento e mosse uniche.

Il combat system di Jojo’s Bizarre Adventure: All Star Battle R non è cambiato molto nella sua essenza rispetto al passato nonostante siano state ora introdotte delle meccaniche molto importanti. Quella più evidente è la presenza di un personaggio Assist, che potrà intervenire in battaglia sia per attaccare che per difendere. Ogni Assist avrà un diverso numero di utilizzi a round, divisi in attacco e difesa che una volta esauriti lo renderanno inutilizzabile. In attacco il personaggio entrerà per continuare la combo o per colpire a sorpresa l’avversario, in difesa invece interromperà la combo nemica salvando chi gioca da una brutta situazione. È dunque fondamentale utilizzarlo al momento giusto, soprattutto in difesa, per riuscire a vincere uno scontro. L’altra grossa novità è il fatto che ora il titolo giri a 60 FPS. Il vecchio All Star Battle è ricordato da tutti per essere un picchiaduro che reggeva a stento i 30 FPS, penalizzando di molto la fluidità dell’azione. Adesso da questo punto di vista non ci sono problemi, dato che il frame rate si mantiene stabile in ogni situazione o stage. Per il resto, ci si trova dinanzi a un picchiaduro a metà strada tra un tipico anime game e uno Street Fighter. Jojo’s Bizarre Adventure: All Star Battle R infatti ha un sistema di controllo basato su tre attacchi, leggero, medio e forte, con la possibilità di schivare lateralmente gli attacchi, così come succede in Tekken. I comandi sono piuttosto semplici e quasi tutte le mosse sono fattibili con quarti di luna e mezzi giri nello stile di Street Fighter; è anche presente una modalità per novizi del genere, chiamata Easybeat, che consente di fare delle semplici combo con la pressione continua di un tasto, un po’ l’auto-combo già vista su altri titoli. Le combo sono gestite con il metodo classico che permette di cancellare un attacco debole in uno più forte e in più sono presenti mosse speciali che vedono il consumo della barra Heart Heat. Queste sono divise in mosse che consumano una barra soltanto oppure due o tre e sono rappresentate da spettacolari filmati che mostrano la piena potenza dei personaggi. La barra Heart Heat servirà anche per altre azioni più avanzate, come la possibilità di cancellare degli attacchi per proseguire una combo normalmente impossibile o per azioni più specifiche legate al tipo di combattente. Ogni personaggio infatti è classificato secondo il suo stile di combattimento e nel gioco ne esistono svariati. Energia Concentrica si rifà ai personaggi delle prime due serie di Jojo, che utilizzano una sorta di energia generata dal respiro per attaccare e infliggere maggiori danni ai personaggi vampiri. I combattenti potranno caricare la barra Heart Heat con la pressione di un tasto, per poi utilizzare una sorta di mossa EX delle loro versioni normali consumando solo mezza barra. Stand è invece la tipologia a cui appartiene la maggioranza dei combattenti del gioco, nonché il marchio di fabbrica di Jojo. Gli Stand sono degli alter ego dei personaggi, composti di energia psichica e con i poteri più svariati. Con la pressione di un tasto, il combattente potrà richiamare al proprio fianco il suo Stand, avendo un set di mosse diverso a seconda che questo sia attivo o meno. I possessori di Stand potranno anche sacrificare una barra Heart Heat per agire mentre il loro stand sta eseguendo un’altra mossa. Ci sono poi A Cavallo: i personaggi della settima serie, Steel Ball Run, utilizzano un cavallo durante il combattimento e possono montare e smontare a piacimento cambiando di molto il loro set di mosse. Presenti anche altri stili, come il Mode, legato agli elementi per gli Uomini del Pilastro della seconda serie, il Vampirismo o altri stili unici dedicati magari a un singolo personaggio, come ad esempio Baoh.

Come abbiamo già accennato, Jojo’s Bizarre Adventure: All Star Battle R è un picchiaduro che nelle meccaniche si dimostra più complesso dei classici giochi tratti da anime, solitamente basati su comandi semplici e azioni spettacolari, e tenta di avvicinarsi ai titoli più competitivi e tecnici, ma senza mai raggiungere quel livello di complessità. Nonostante ci siano svariate meccaniche e diversi modi di concatenare gli attacchi tra loro, questi non offriranno mai una varietà e una libertà d’esecuzione così sconfinata come in uno Street Fighter o in altri picchiaduro simili. Il titolo presenta anche qualche problema di esecuzione e posizionamento del personaggio per quanto riguarda il concatenamento di alcuni attacchi normali in mosse speciali – anche dopo il cancel, limitando ancor di più i tool di attacco di ogni combattente. Ci troviamo comunque di fronte a un buon picchiaduro, che sa divertire grazie alla follia dei suoi personaggi e d’altronde non potrebbe essere altrimenti dato che è tratto da uno dei manga con i combattimenti più assurdi mai concepiti. I fan del manga di Araki troveranno infatti un titolo che saprà soddisfare il loro amore per gli incredibili personaggi dell’opera, grazie alla fedeltà e al fanservice inserito da CyberConnect. La rosa però presenta degli sbilanciamenti piuttosto evidenti – ma d’altronde, con oltre 50 personaggi presenti, era difficile riuscire a rendere il tutto perfettamente equilibrato, e alcuni combattenti dotati di Stand presenteranno dei notevoli vantaggi grazie ai loro poteri esagerati. Dal punto di vista tecnico la principale novità riguarda sicuramente i 60 fps, che come già ribadito vanno a risolvere uno dei principali problemi del gioco originale. Finalmente si possono ammirare le rapidissime scariche di pugni di Star Platinum in tutta la loro fluidità, mentre a livello grafico si notano miglioramenti nei modelli ma non così eclatanti rispetto al passato, anche perché la base era già solida con un ottimo cell-shading che rende alla perfezione lo stile del manga. Degna di nota inoltre la presenza dei doppiatori giapponesi originali dell’anime, soprattutto per quanto riguarda i personaggi di Diamond is Unbreakable, Vento Aureo e Stone Ocean che all’epoca del gioco originale non erano ancora usciti ed avevano quindi voci provvisorie. Insomma, tirando le somme, JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R è molto più di una semplice remastered, e la mole di contenuti inediti e migliorie lo rendono un acquisto interessante per gli appassionati che potranno sbizzarrirsi con ben 50 personaggi giocabili. Il gameplay è più tecnico e profondo rispetto alla media del genere, e i 60 fps rendono l’azione sempre fluida e piacevole. È un peccato che tutte queste migliorie vengano rovinate in primis dalla totale mancanza di una trama e in secondo luogo da una scelta fallimentare in partenza per quanto riguarda la componente online, con un sistema ormai superato che non riesce a rendere giustizia ad un picchiaduro nel 2022. Il netcode “delay based” infatti è una pratica che ormai è stata abbandonata da quasi tutti i principali titoli del genere in favore del “rollback” proprio per garantire la minore latenza nei comandi. Vedere nel 2022 un picchiaduro arrivare sul mercato con un sistema così vecchio è assurdo, e il risultato infatti sono partite online al limite dell’ingiocabile. Certo qualche match specialmente con giocatori europei si salva, ma nella maggior parte delle volte quando si trovano giocatori oltreoceano o con connessioni non ottimali l’esperienza diventa semplicemente frustrante e fa passare la voglia di giocare. Quindi, il nostro consiglio è: se volete acquistare JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle R perché siete fan accaniti della saga o non siete interessati all’online, fatelo a testa bassa. Se invece desiderate un picchiaduro per mettervi alla prova anche online, allora pensateci due volte.

GIUDIZIO GLOBALE;

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 7

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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Star Wars Outlaws, il videogame di Ubisoft dedicato ai fan della saga

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Star Wars Outlaws, il nuovo videogame di Ubisoft per Pc, Xbox e PlayStation ambientato in uno degli universi più amati di sempre, si colloca tra L’impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi. Un periodo poco esplorato nel medium videoludico e in cui gli sviluppatori di Massive Entertainment hanno voluto raccontare la loro storia. Una vicenda che mette da parte potenti Jedi e leggendari eroi per mettere i giocatori nei panni di una protagonista del tutto inedita che, con sguardo sognante verso le stelle, fantastica di un’opportunità che possa cambiare in modo radicale la sua vita piuttosto banale e ben poco avvincente. Kay Vess, questo è il suo nome, è un’abile ladra, che si destreggia nel borseggiare ignari passanti per le strade di Canto Bight fin da quando era bambina. Divenuta adulta, vive con il suo fido quanto intelligentissimo animaletto Nix nella mansarda di un locale gestito dal suo amico Bram, mentre sogna di poter finalmente mettere a segno un colpo che le permetta di acquistare una nave e lasciare per sempre le fatiscenti strade di Canto Bight. L’occasione finalmente si presenta quando viene invitata ad unirsi ad una rapina ai danni di un potente e ambizioso signore del crimine di nome Sliro, a capo del Sindacato dei Zerek Besh. Questo primo colpo fungerà da tutorial, che proseguirà con una rocambolesca fuga a bordo della nave privata di Sliro, la Trailblazer, per poi concludersi con un atterraggio di fortuna sulla ventosa luna di Toshara, pianeta mai apparso nella saga e creato per l’occasione con la collaborazione di Lucasfilm Games. Risvegliatasi dall’atterraggio e con il marchio della morte (una taglia che attrae i più letali killer della galassia) che pende sulla sua testa, Kay per la prima volta si trova finalmente libera di plasmare il proprio destino. In compagnia del fido Nix, la ragazza raggiunge la capitale Mirogana, una città caotica e brulicante di vita. Qui il mondo dei Sindacati pullula di traffici e operazioni, un posto perfetto per Kay Vess di dimostrare le sue qualità e iniziare a costruirsi una reputazione agli occhi di Signori del Crimine, Pirati, Mercenari e Imperiali. Tutti hanno bisogno delle abilità di Kay per i propri loschi affari. Abilità che la faranno notare da Jayken, un ambizioso criminale pronto a reclutarla per effettuare una delle più ambiziose rapine mai fatte nella Galassia, accompagnato dal misterioso Droide pistolero ND-5. Per Kay si presenta finalmente l’opportunità della vita, ma non si sfugge al passato. Vecchi e nuovi nemici tramano nell’ombra, in un intreccio che porterà la protagonista fino agli angoli più remoti della Galassia in un’avventura avvincente quanto pericolosa. A livello di giocabilità, Star Wars Outlaws si presenta come un action game open world che vede Kay muoversi tra le grazie dei Sindacati del Crimine, che nelle 30 ore necessarie ad arrivare ai titoli di coda, dovrà reclutare la migliore banda della galassia per poter realizzare il colpo del secolo, esplorando cinque pianeti, ognuno con i propri biomi, fauna e flora. Le ore di gioco diventano però molte di più se si vuole completare i numerosi incarichi secondari che il gioco offre, arricchendo notevolmente l’esperienza complessiva di gioco. Il titolo ricrea per ogni pianeta delle vaste aree interamente esplorabili, le cui dimensioni variano notevolmente da mondo a mondo, con la protagonista che può viaggiare ovunque voglia. Nella maggior parte dei pianeti sono presenti una città principale, che funge da Hub per varie attività, più diversi insediamenti sparsi per la regione, tutti ricchi di opportunità per una ladra come Kay per iniziare a farsi le ossa nel crimine organizzato. Per muoversi tra le vaste aree dei pianeti più grandi si può fare affidamento allo Speeder presente all’interno della Trailblazer. Questo è l’unico mezzo di trasporto di terra pilotabile, nonostante si vedano sfrecciare per le strade numerosi altri veicoli. A piedi invece il giocatore può fare affidamento sulla notevole agilità di Kay per scalare montagne o edifici, facendo magari sapiente uso del suo versatile rampino e compiendo azioni acrobatiche.

Joypad alla mano Star Wars Outlaws si presenta come un classico action game in terza persona ma le idee messe sul tavolo da Massive hanno avuto la Forza di arricchire e variare l’esperienza in modi davvero molto interessanti. Primo fra tutti è la presenza dei già citati Sindacati criminali. Essi hanno una propria base collocata nel pianeta e ogni Sindacato dispone di agenti pronti ad assegnare missioni, oltre che venditori specializzati dove acquistare i materiali e l’equipaggiamento più raro e interessante. Per far salire la reputazione presso un Sindacato e avere così accesso a vantaggi e merce sempre migliore, bisogna completare incarichi di varia natura, come l’infiltrazione nelle basi nemiche, recuperare merci nascoste, sabotaggi e altri tipi di operazioni. Oltre a svolgere incarichi, un altro modo per guadagnarsi la fiducia di uno dei Sindacati è vendere i segreti di una organizzazione ad un’altra, oppure alla fine di alcuni incarichi tradire il committente per favorire un’organizzazione rivale. Tutto è nelle mani di chi gioca, e una canaglia esperta sa sempre come riuscire a farsi alleate tutte e quattro le organizzazioni criminali. Se non si sta attenti invece, si rischia di farsele nemiche, con tutte le complicanze del caso, come non essere più ammessi nella loro base o venire braccati dai loro sicari. In Star Wars Outlaws oltre a dover gestire la Reputazione agli occhi dei signori del crimine, sarà opportuno prestare attenzione a non infrangere la legge. In quel caso bisognerà vedersela con l’Impero, decisamente più attrezzato e letale dei Sindacati. Nel caso si venga colti a commettere un reato ai danni dell’Impero, verrà emesso un ordine di cattura nei confronti di Kay, di fatto il classico stato di “ricercato” visto in molti titoli open world. In questo caso, per rimuovere tale status, occorre infiltrarsi in uno dei vari posti di blocco Imperiali, manomettere il terminale e rimuovere il proprio mandato di ricerca. Anche se alcuni Ufficiali Imperiali sono disposti a chiudere un occhio, dopo il dovuto pagamento ovviamente. Si sa, anche nell’universo di Satr Wars la corruzione è presente e ad alcuni imperiali il denaro extra piace molto. Tra una missione e l’altra, esplorando i mondi di gioco, ci si può imbattere in diverse attività secondarie. Nei pianeti principali ci sono diversi segreti da scoprire come antichi tesori da recuperare, misteriose trasmissioni da seguire, Avamposti da saccheggiare, Specialisti da reclutare e minigiochi molto divertenti. Ci sono attività per tutti i gusti e proposte in notevole varietà da tenere incollati allo schermo per ore. Per quanto riguarda i momenti più concitati di Star Wars Outlaws, il gioco propone due approcci diversi: l’assalto diretto con blaster in mano, oppure un approccio più furtivo, con la collaborazione straordinaria del sempre fedele Nix. Il simpatico animaletto infatti svolge un ruolo fondamentale nel gameplay, con la possibilità di fargli svolgere diverse azioni come distrarre nemici, rubare chiavi dalle tasche di Ufficiali Imperiali, Sabotare attrezzature nemiche, innescare dispositivi esplosivi e attivare interruttori altrimenti irraggiungibili. La ricca varietà di possibilità, unita a un ricercato level design degli scenari, offre al giocatore un vasto ventaglio di strategie da utilizzare. Non c’è mai un’unica strada per arrivare all’obiettivo. Sta al giocatore scegliere la migliore. Studiare una base nemica da una distanza di sicurezza, facendo saggio uso del binocolo, è un’ottima tattica per individuare strade, condotti segreti, pareti scalabili e percorsi di pattuglia nemica. Inoltre, l’esplorazione dei mondi di gioco ripaga sempre. Certo, ci si può dedicare solo alla splendida quest principale, ma il vero cuore pulsante di Star Wars Outlaws è vivere pienamente la ricca esperienza che l’opera propone. Anche perché solamente svolgendo determinati incarichi o esplorando particolari luoghi, si possono ottenere potenziamenti necessari per migliorare le proprie abilità, l’equipaggiamento e i mezzi a disposizione. Kay infatti, grazie all’aiuto di determinati personaggi chiamati Specialisti, può migliorare le sua abilità nell’infiltrazione e nel combattimento. Per esempio può insegnare a Nix come sabotare gli allarmi, oppure c’è l’abilità “Parlantina”, che nel caso si venga scoperti da una guardia in territorio nemico, dà a disposizione diversi secondi extra, dove Kay proverà a distrarlo a riempiendolo di parole, per evitare che dia l’allarme. Magari avvicinandosi lentamente e stordendolo con un pugno, o magari comandando a Nix di attaccarlo alle spalle. Più si evolverà Kay, più la propria rosa di abilità e di possibilità aumentano, arricchendo l’esperienza.

Nel gioco è presente inoltre una componente di crafting. Con i giusti materiali, Kay può migliorare le statistiche e le funzioni del suo blaster, la varietà di granate che può trasportare nella borsa, la potenza e velocità del suo speeder, i sistemi e le armi della Trailblazer e molto altro ancora. Oltre a ciò, rinvenendo alcuni tesori nascosti, si possono ottenere vernici uniche e accessori, con cui personalizzare esteticamente la pistola laser, la nave e lo speeder. Per quanto riguarda il combat system di Star Wars Outlaws, Kay può trasportare con sé solamente il suo fido blaster, potenziabile e dotato di munizioni infinite, cercando però di stare attenti a non surriscaldarlo. Le altri armi che si rinverranno durante i combattimenti, che comprendono fucili, mitragliatori, lanciagranate, fucili di precisione e così via sono solo armi temporanee, nel senso che Kay può raccoglierle e utilizzarle, ma non riporle in qualche fondina o borsa. Oltre a donare un certo realismo, questa meccanica spinge il giocatore a valutare bene il proprio approccio man mano che si presentano situazioni diverse. Oltre al suo immancabile blaster, Kay ha con sé due gadget essenziali: il Connettore e l’Apricodici. Il primo permette di scassinare serrature di bauli e porte, tramite un simpatico minigioco ritmico. L’altro invece permette di violare terminali e computer, attravrso un minigioco di hacking, accedendo così alla possibilità di manomettere torrette, scudi energetici e altre funzioni. Un parte essenziale dell’esperienza nell’opera di Massive sono i viaggi stellari, a bordo della Trailblazer. Questa nave funge da vero e proprio hub, dove si può potenziare l’equipaggiamento, cambiare abbigliamento, gestire gli incarichi e ovviamente decollare verso nuovi mondi. Una volta seduti al posto di comando, si può avviare il decollo in qualunque momento e attraverso una suggestiva sequenza senza stacchi, la nave prenderà il volo e arriverà nello spazio perfettamente pilotabile, mascherando i caricamenti con l’attraversamento di una coltre di nubi e dando l’illusione di un universo vasto e complesso. Le orbite dei vari pianeti sono delle vere e proprie macro-aree liberamente esplorabili, con attività da svolgere, tesori da recuperare, relitti abbandonati da saccheggiare e stazioni spaziali dove poter atterrare, in cerca di nuove opportunità. Le fasi a bordo dell’astronave sono particolarmente ben inserite e si amalgamo perfettamente con il resto dell’esperienza di gioco, dando vita ad ardite fughe tra ammassi di asteroidi o violenti battaglie in perfetta armonia con l’essenza di Star Wars. Dal punto di vista tecnico, Star Wars Outlaws convince ma non stupisce. Il colpo d’occhio risente di texture non sempre definite e di un pop-in piuttosto frequente, con in più volti dei personaggi dalle animazioni facciali non proprio espressive. In generale, manca quel tocco di classe che ci si aspetterebbe da una produzione così importante e, se giocato in modalità Prestazioni a 60 fps (non sempre fissi), la risoluzione dinamica sembra tendere fin troppo spesso ai 720p che non ai 1080p, con risultati che si possono facilmente immaginare. Il nostro consiglio, se si riesce a rinunciare ai 60fps, è di optare per la modalità Qualità a 30 fps, se non altro per godere di una risoluzione più elevata e di un colpo d’occhio complessivamente più solido e meno “slavato”. Il recente aggiornamento ha migliorato qualcosa a livello di glitch e stabilità del frame-rate, ma è indubbio che questo è il problema più grande della produzione. Più solido invece il comparto audio, con una colonna sonora orchestrale di prim’ordine che riprende e rielabora con maestria i temi classici di John Williams, effetti sonori curati e un doppiaggio in inglese di prim’ordine, anche se spiace non trovare quello in italiano per un titolo di così forte richiamo. Tirando le somme, Star Wars Outlaws è l’esperienza che ogni fan di Star Wars dovrebbe vivere. L’opera di Massive è una lettera d’amore verso la saga, eccellendo nel proporre un’avventura ricca e variegata, tessuta perfettamente all’interno di una storia più ampia. Il titolo non risulta perfetto, con bug e glitch che compromettono l’IA dei nemici, rendendo gli scontri a volte sbilanciati. Ma mai come adesso questa Galassia ha preso vita in una veste così ricca. A noi, da vecchi fan della saga, il titolo è piaciuto e se anche voi amate l’universo di Guerre Stellari cosa aspettate? Acquistatelo senza alcun dubbio. Non ve ne pentirete.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica:8
Sonoro: 9
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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YouTube lancia “Ask Music” e con l’IA crea playlist a misura di utente

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Google sta portando l’esperienza musicale a un livello del tutto superiore e innovativa con il lancio di “Ask Music”, una funzionalità basata sull’intelligenza artificiale che trasforma richieste di testo in playlist personalizzate. Stando agli utenti che hanno già provato la novità, come il sito 9to5google, dietro alla possibilità di ricevere liste di canzoni specifiche c’è Gemini, l’intelligenza artificiale di Google già presente come app per gli smartphone e integrata nei dispositivi mobili Pixel. Il funzionamento è simile a ciò che accade quando si chiede ad chatbot di generare un testo o una foto: si entra nell’app di YouTube Music, si apre la finestra di conversazione con Ask Music, e si inserisce un testo che identifica il genere di musica preferito. “La funzionalità appare come una scheda viola nel feed principale” scrive 9to5google. “Toccando l’icona si avvia un’interfaccia di chat a schermo intero con la possibilità di inserire poche parole o intere frasi”. In pochi istanti, viene creata una playlist su misura, completa di un titolo che descrive l’atmosfera o il genere desiderato. Sebbene Google non lo specifichi, la presenza dell’icona a scintilla, tipica del suo modello di intelligenza artificiale più avanzato, Gemini, suggerisce che sia proprio quest’ultimo a guidare la nuova funzionalità. Grazie all’IA, “Ask Music” è in grado di comprendere sfumature linguistiche complesse e di interpretare concetti astratti come “nostalgia” o “energia”. Per ora, la piattaforma è disponibile per gli abbonati a YouTube Premium su dispositivi Android. Tuttavia, 9to5google prevede un’espansione nel corso dell’anno. Insomma, da adesso in poi trovare la musica più adatta al proprio umore, al proprio evento o semplicemente che si desidera ascoltare in quel preciso momento è davvero molto semplice. Basta chiedere e l’IA si preoccuperà per noi di procurare quanto chiesto. Ovviamente più saremo accurati e maggiormente preciso sarà il risultato finale.

F.P.L.

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Castlevania Dominus Collection, una vera perla per gli amanti della saga di Konami

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Castlevania Dominus Collection è senza ombra di dubbio un vero e proprio pezzo da collezione per gli appassionati della serie dedicata alla lotta contro il malvagio Dracula. Questa raccolta, in particolar modo, offre un viaggio nel cuore di uno dei franchise più iconici di Konami ed è disponibile su PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X|S e Steam. Il titolo include tre classici della serie Castlevania originariamente pubblicati per Nintendo DS, e sono: Castlevania: Dawn of Sorrow (2005), Castlevania: Portrait of Ruin (2006) e Castlevania: Order of Ecclesia (2008). A completare il pacchetto, troviamo due titoli bonus: Haunted Castle, la versione arcade di Castlevania, e Haunted Castle Revisited, una versione reimmaginata e ridisegnata del classico arcade con musiche riarrangiate, grafica migliorata e una giocabilità anch’essa più smart e meno legnosa. Il cuore pulsante di Castlevania Dominus Collection ovviamente risiede nei tre titoli principali per Nintendo DS, che rappresentano il periodo di massimo splendore della serie nella sua incarnazione portatile. Ognuno di questi giochi infatti è unico nel suo approccio al gameplay, ma tutti condividono quella particolare atmosfera gotica e quel livello di sfida che i fan della serie hanno imparato ad apprezzare fino in fondo. Dawn of Sorrow riprende la formula di Aria of Sorrow per Game Boy Advance, aggiungendo un sistema di magia basato sui simboli e un’ambientazione ricca di dettagli. Portrait of Ruin si distingue per la sua meccanica di gameplay a coppie, dove il giocatore può alternarsi tra due personaggi con abilità uniche, mentre Order of Ecclesia introduce un sistema di combattimento innovativo e una protagonista femminile, Shanoa, che utilizza glifi magici per sconfiggere i mostruosi antagonisti. Castlevania Dominus Collection non si limita a riproporre i giochi così come erano, ma offre una serie di opzioni che rendono l’esperienza di gioco più accessibile e moderna. La funzione di riavvolgimento, ad esempio, permette di tornare indietro nel tempo in caso di errore, una manna dal cielo per affrontare i momenti più difficili senza dover ricominciare da capo. Il quick save e il load-game sono disponibili in ogni momento, rendendo possibile salvare i progressi anche nei momenti più intensi. Inoltre, il layout dei controlli e il display per il dual screen, caratteristico dei giochi per DS, sono completamente personalizzabili, permettendo al giocatore di adattare l’esperienza alle proprie preferenze. Insomma, un bel insieme di cose per rendere l’esperienza più accessibile a tutti.

Come già accennato Castlevania Dominus Collection,oltre ai tre giochi principali, Haunted Castle e Haunted Castle Revisited, due titoli che offrono un diverso tipo di sfida rispetto ai classici per DS. Haunted Castle è la versione arcade di Castlevania, un gioco che, pur nella sua semplicità, rappresenta una parte importante della storia della serie in quanto la versione arcade classica rappresenta una vera e propria sfida per tutti coloro che cercano un intrattenimento difficile e appagante. La versione Revisited, invece, è una reinterpretazione moderna, con grafica aggiornata e un gameplay migliorato che garantisce una nuova prospettiva su un classico del passato. L’esperienza è sicuramente più accessibile della versione arcade, ma poter arrivare allo scontro con Dracula e poter salvare la sposa non è mai stato così avvincente. Insomma, con queste versioni di Haunted Castle, anche i giocatori di vecchia data potranno tornare indietro nel tempo e rivivere l’esperienza vissuta nel 1987. Castlevania Dominus Collection, essendo un titolo dedicato agli amanti della saga, offre anche una ricca modalità galleria, dove i giocatori possono esplorare artwork inediti, bozzetti di sviluppo, istruzioni e packaging originali. L’enciclopedia inclusa è un compendio completo ed esaustivo che contiene dati su nemici, equipaggiamenti, oggetti e altro ancora, rendendola una risorsa preziosa per chi vuole immergersi completamente nell’universo di Castlevania. Infine, il lettore musicale integrato permette di ascoltare tutte le tracce audio originali dei singoli giochi e di creare playlist personalizzate con i propri brani preferiti, un tocco di classe che aggiunge ulteriore valore alla collezione. Castlevania Dominus Collection è indubbiamente un prodotto di nicchia, destinato al novanta per cento ai fan della serie e a coloro che hanno già avuto modo di apprezzare questi giochi all’epoca della loro uscita originale. Tuttavia, l’ottimo lavoro di porting, le opzioni di personalizzazione e i contenuti aggiuntivi rendono questa collezione interessante anche per chi si avvicina alla serie per la prima volta. Va detto che, nonostante la qualità dei giochi, il peso degli anni si fa sentire. Le meccaniche di gioco, per quanto ancora solide e divertenti, possono apparire datate a un pubblico abituato a standard più moderni. Tuttavia, è proprio questa fedeltà all’originale che renderà felici i puristi, che potranno rivivere le stesse emozioni di un tempo senza compromessi. Tirando le somme, Castlevania Dominus Collection dimostra ancora una volta quanto la serie sia riuscita a lasciare il segno sui vari sistemi operativi in cui si è manifestata. Resta di certo l’amaro in bocca per la mancanza di un nuovo capitolo da ormai dieci anni, senza contare che non si ha ancora notizia di una riproposizione del memorabile Symphony of the Night al pubblico, ma i tre capitoli per Nintendo DS qui proposti sono ancora oggi favolosi da giocare. Che si voglia rivivere l’esperienza intransigente degli originali o che si preferisca utilizzare i miglioramenti di qualità della vita rappresentati dalla possibilità di riavvolgere il tempo e di salvare in ogni momento, in ogni caso Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia sono capaci di garantire decine di ore di intrattenimento di altissima qualità, permettendo anche a chi non li aveva giocati negli anni 2000 di scoprire tre videogiochi che rappresentano eccellenze assolute. Provatelo, scoprite se non lo avete mai fatto l’incredibile profondità della serie e provate a battere i giochi senza gli “aiutini” per un’ esperienza indimenticabile.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino lise

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