Joe Petrosino: un migrante italiano che si impegnò per sconfiggere la mafia

Il 12 Marzo del 1909, alla fermata del tram a piazza Marina, a Palermo, intorno alle 20:45, quattro colpi di pistola uccidevano il detective italo-americano Joe Petrosino in un fuggi fuggi generale di persone prese dal panico che si dileguarono da ogni parte. La mafia, come non mai, aveva alzato il tiro freddando un servitore dello Stato tutore dell’ordine che indagava sugli sviluppi e modalità dei rapporti della mafia dalla Sicilia agli Stati Uniti e che si era distinto per le sue spiccate intuizioni e capacità investigative tramandate fino ad oggi. Da quel tragico evento di 109 anni fa ad oggi la figura e il sacrificio di Joe Petrosino nato a Padula nel 1860 vengono ricordati proprio nei luoghi che lo videro ospite durante il suo soggiorno investigativo nel capoluogo siciliano.

Anche quest’anno la giornata commemorativa del poliziotto italo-americano è stata organizzata presso l’Hotel de France oggi gestito dall’Ersu come foresteria e casa dello studente

Nelle sale attigue al Salone Joe Petrosino dal nome Spazio della legalità, dove è stato allestito una piccola biblioteca specializzata, sono stati proiettati filmati d’epoca e immagini fotografiche alla presenza di autorità di rilievo come il Sindaco Leoluca Orlando; l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione Professionale Roberto Lagalla; l’assessore alla Cultura del Comune di Padula Filomena Chiappardo; il vice prefetto dell’Ufficio Territoriale del Governo di Salerno Vincenzo Amendola ed altre.

La ricorrenza di quest’anno ha goduto di un valore aggiunto grazie alla presentazione dell’associazione “Joe Petrosino Sicilia” e del suo programma per la cultura della legalità curata dalla presidente Anna Maria Corradini che ha spiegato e presentato i valori e le iniziative. A seguire il tavolo del dibattito ha visto testimonianze e interventi del direttore del Gazzettino di Sicilia Angelo Scuderi e del pronipote Nino Melito Petrosino e Vincenzo La Manna presidente dell’Associazione Joe Petrosino di Padula.

Dopo gli ultimi interventi di studenti universitari, i partecipanti all’incontro si sono trasferiti all’esterno dell’Hotel de France per la deposizione della corona commemorativa sulla lapide dedicata a Joe Petrosino sul luogo della sua uccisione in piazza Marina collocata all’interno del Giardino Garibaldi pieno di splendidi alberi secolari di rara bellezza, lapide posta però nel lato opposto al reale luogo dove Petrosino venne ucciso quella tragica sera di 109 anni fa. Un errore forse volutamente “doloso” che ne condizionò le indagini.

In un giorno cosi importante della commemorazione di Joe Petrosino il sindaco Leoluca Orlando ha commentato: “Da migrante si impegnò per sconfiggere la mafia”, Palermo ricorda Joe Petrosino e come ogni anno la città di Palermo ricorda Joe Petrosino facendo memoria di quanto sia stato difficile nella storia di questa città liberarsi dalla presenza mafiosa dentro le istituzioni e di quanto sia stato significativo il comportamento di Joe. Migrante appartenente a una famiglia di migranti e divenuto cittadino americano e poliziotto, egli si impegnò per liberare la sua terra di origine e il suo paese di adozione dall’ipoteca mafiosa. Un’operazione che è anche di straordinaria rivalutazione dei tanti migranti costretti a fuggire per sottrarsi allo strapotere e alle violenze della mafia e condannati poi ad essere considerati mafiosi per quelli che continuarono all’estero l’attività criminale”.

Paolino Canzoneri