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Editoriali

"Je suis Charlie" col culo degli altri

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di Angelo Barraco
 
Roma – Il settimanale satirico Charlie Hebdo sembra non volersi far mancare proprio nulla nel suo sempre più copioso e agghiacciante numero di pubblicazioni denigratorie sulle disgrazie altrui. L’Italia è stata profondamente colpita da terribili nevicate che hanno messo in ginocchio alcune Regioni, molte delle quali sono state letteralmente sommerse dalla neve e sono rimaste per molto tempo prive di fonti di approvvigionamento sufficienti per la sopravvivenza. Numerosi sono stati i morti, tanti i feriti e tanta la paura che nei giorni scorsi ha pervaso la mente degli italiani con le sempre più frequenti scosse di terremoto nel centro Italia, inoltre una terribile valanga si è abbattuta nel lussuoso Hotel Rigopiano, radendolo al suolo tenendo col fiato sospeso un’Italia che per ore, giorni ha sperato che vi fossero sopravvissuti e grazie ai Soccorritori che non si sono arresi e hanno tratto in salvo numerose persone. Charlie Hebdo ha voluto raccontare quanto accaduto in Italia con una vignetta una vignetta che ironizza in modo piuttosto pesante e insulto sulla terribile che in questi giorni ha colpito l’Hotel Rigopiano. Una vignetta in cui viene raffigurata l’oscura signora morte con un paio di sci ai piedi e al posto degli usuali bastoncini da neve, usa delle inquietanti falci rivolte verso l’alto. “La Neige Est Arrivèe” è la frase scritta in nero su uno sfondo color rosso sangue monocromo, si intravedono case e alberi sradicati dal suolo da una valanga che prevale con il suo colore bianco, trascinata in basso dall’oscura signora con uno sguardo sanguigno che esclama “y en aura pas pour tout le monde!” . Ma una risposta a tale vignetta è arrivata dal disegnatore Ghisberto, che ha riportato l’immagine di Charlie Hebdo con a fianco un soccorritore del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino che punta orgogliosamente il dito medio all’oscura signora esclamando “Tiè”. Leggendo tutto ciò sembrano lontani i tempi in cui il popolo italiano mostrava in modo compassionevole vicinanza al popolo francese all’indomani dell’attentato terroristico che il 7 gennaio del 2015 in cui rimasero uccise dodici persone e undici invece rimasero ferite. Certamente la leggerezza li riguarda poiché la vignetta pubblicata prima di quell’attentato ironizzava su possibili attentati terroristici, dopo l’attentato però tutti si sono sentiti “Charlie Hebdo” e le pagine facebook di tutto il mondo hanno mostrato solidarietà e vicinanza settimanale, pubblicando una patita spezzata con la scritta “Je suis Charlie”. Ma non è la prima volta che Charlie Hebdo immortala la nostra Nazione, come dimenticare la spinosa satira del settimanale francese con il terribile terremoto che ha scosso il Centro Italia che ha cagionando la morte di 290 persone e un copioso numero di sfollati. Una vignetta intitolata “Sisma all’italiana”, raffigurante un uomo esteticamente trasandato, senza scarpe, con la barba lunga e con su scritto “Penne al pomodoro”; accanto a lui una donna corpulenta, anch’essa trascurata e con le forme del corpo e del viso apparentemente provato da fattori esterni e su di essa la scritta “Penne gratinate”; infine vi è un cumulo di macerie con delle gambe che fuoriescono, il sangue ben visibile e la scritta “Lasagne”. A seguito di questa vignetta si sono scatenate numerose polemiche, il settimanale ha garbatamente risposto con un’altra vignetta  su facebook “Italiani…Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!”. Ma per gli italiani è facile essere “Je suis Charlie” con culo degli altri e senza conosce realmente la causa che li porta a diventale “leoni da tastiera” capaci di vendere l'anima al diavolo pur di urlare una verità e impugnare la ragione. Ma quando poi i francesi buttano gratuitamente fango sull’Italia che oggi è un popolo martoriato dal terremoto, dalla neve e da tutto il marcio che ci circonda e che piange in silenzio i propri morti che succede? Dove sono quei leoni da tastiera di "Je suis Charlie"?. Che smettessero quindi  gli italiani di enunciare a gran voce “libertè egalitè fraternitè” senza conoscere realmente il valore delle parole e delle cause per cui tanto amano sprecare "lottare" e per cui combattono inutilmente davanti ad un pc ingozzandosi di comodità e noia. Moravia diceva “Quando le informazioni mancano, le voci crescono”. 

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