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7 anni agoon
Quello che si sa per certo fino ad ora è che la Camera ha approvato il testo sulla nuova cittadinanza. Al testo spetta ora il difficile vaglio del Senato. E’ vergognoso come questo argomento stia venendo usato dalla politica ed asservito ai biechi fini elettoralistici. Indegna propaganda pro e contro, meritevole di entrare nell’indagine conoscitiva che la presidente (presidenta?) della Camera, Laura Boldrini, sta promuovendo con “#Bastabufale, impegni concreti”.
Tutto l’impianto del Ddl Ius Soli, fra l’altro, è molto stranamente orfano di relatore e si regge su volontà e discrezionalità di interposta persona. Secondo il testo che è parcheggiato al Senato, starebbe alla discrezione di uno dei genitori del minore, richiedere o meno la tanta discussa cittadinanza italica. Vale la pena chiarire che la “volontà richiesta” non è quella del minorenne bensì del genitore oppure del tutore. Recita infatti il testo: “Servirà la dichiarazione di volontà di un genitore, o di chi ne esercita la responsabilità, all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza del minore, entro il 18esimo anno. In assenza di questa dichiarazione, potrà essere il diretto interessato a richiederla, entro il suo
20esimo compleanno”. Consideriamo per un attimo, solo per ipotesi, dei genitori stranieri contrari che la loro figlia cresca all’occidentale e magari contrari anche ad un suo futuro fidanzamento con un italiano. Non stiamo raccontando niente di strano. Sono fatti di cronaca. Sempre per assurdo, e non tanto, immaginiamo anche che questo genitore rifiuti convintamente di chiedere la cittadinanza per la figlia mentre per il solo fatto di essere maschio, acconsente di chiedere la cittadinanza per il figlio. Risulterebbe un puro atto discriminatorio, però ahinoi, molto sentito in certi paesi dell’estremo oriente.
Un fattore importante da non trascurare poi, sarebbe la responsabilità del tutore, genitore o altro, che in nome e per conto dell’interessato chiede la cittadinanza. In sostituzione del minore, questo soggetto dovrebbe giurare fedeltà alla Costituzione e alle leggi dello Stato ed impegnarsi di farli rispettare al “nuovo cittadino”. Quale passaggio del Ius Soli tratta questo tema? Perché i digiunanti non lo spiegano ai cittadini? E’ anche vero poi che al compiersi del 18° anno d’età l’interessato avrà il diritto di richiedere oppure a rinunciare alla cittadinanza come previsto dal Ddl in Senato.
Non si capisce pertanto tutto questo polverone su un falso problema. Il digiuno di Rosy Bindi, di Luigi Manconi, di Delrio e di altri aderenti alla staffetta, non si spiega se non come una forma di dieta stagionale, del tutto personale e che potevano fare a meno di rendere pubblica. Oramai la minaccia del digiuno ha perso efficacia e non fa più alcuna presa contro la forza della ragione. Nella trasmissione televisiva “ Che tempo che fa” su Rai Tre dell’8 ottobre, Roberto Saviano invita i politici a votare lo Ius Soli perché, dice lui, questo non ha niente da spartire con l’immigrazione. Lo Ius Soli riguarderebbe i soli nati e presenti attualmente su territorio e che rispondono alle prescritte condizioni.
Ma sarà proprio così? Secondo lo scrittore Saviano il Ddl Ius Soli sarebbe una specie di sanatoria? Non si applicherebbe a quelli che nel futuro nasceranno sul territorio, “da genitori stranieri di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo………….”, perché dice Saviano, lo Ius Soli si applicherebbe unicamente alle migliaia già presenti sul territorio. O Saviano sta in malafede, cosa che escludo, oppure non ha capito niente e forse questo potrebbe essere più probabile.
Fino ad oggi si sono sventolate tante bandiere comprese quelle di certi dignitari porporati, scomodando temi e ragioni prive di qualsiasi logica o principio morale, tanto meno cristiano. Non troviamo nulla di cattolico in questa finta crociata. I soggetti interessati al Ius Soli, attualmente hanno accesso all’educazione, alla sanità e a tutti gli altri servizi comuni ai cittadini italiani. Al raggiungimento della maggiore età, possono esercitare il diritto di chiedere o rifiutare la cittadinanza. Più chiaro e più semplice di così non si può.
Chi parla d’altro non fa che confondere le idee e dovrebbe spiegare la vera ragione perché lo sta facendo.
Emanuel Galea
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